Abituati fin da bambini alla celebre sigla cantata da Cristina d’Avena, tutti noi fan attendavamo con trepidazione il reboot, o meglio la trasposizione animata del manga. Trailer, anticipazioni e nuove musiche avevano già conquistato i nostri cuori e così come ieri, anche oggi cerchiamo su internet qualche spoiler sulla quarta serie, distribuita solo in Giappone quest’estate.
Pocahontas, Mulan, Merida ed Elsa sono le protagoniste dei film Disney che hanno rimarcato lo slogan “non abbiamo bisogno del principe azzurro”, e come loro, anche la nostra Usagi Tsukino ha più volte dimostrato di essere una guerriera valorosa, forte.
Data l’inutilità del suo amato Mamoru Chiba, più volte caduto vittima dei nemici di turno e prontamente salvato dalla propria ragazza, gli autori della Toei Animation hanno scelto di marcare il concetto del girl power a partire dalla sigla.
Il video e testo dell’opening (versione italiana)
Il testo sotto riportato è quello tradotto (purtroppo) dalla RAI. Ammetto di aver ascoltato adattamenti migliori, ma i produttori hanno optato per una traduzione letterale. Corretta dal punto di vista linguistico, ma poco armonioso a livello musicale.
Se lo vuoi
Ti aiuterò
Orgoglio lunare per noi
Il pianto che mi attraversa il viso
E gli occhi che sembrano bruciare
Come un tuono bello e forte
Qualcuno adesso grida amore
La luna ascolta (non siamo soli)
La luna risplenderà (e ci proteggerà)
Contro l’oscurità
Quelle come noi non temono
Quelle come noi combatteranno
Decido io per la vita che ho, niente principi
Perché ho l’energia dentro me stessa
Brilleremo come non mai
C’è una stella che ci dà la forza
Non siamo principesse deboli che
Aspettano l’aiuto degli altri
Brilleremo certo come non mai
Le stelle del cielo vivono in noi
Siamo la leggenda e da ora in poi
L’orgoglio lunare sarà magia
Deliziosa e forte
Sailor Moon
La sigla è un vero e proprio inno alla forza femminile
Le Sailor sono valorose guerriere e non hanno bisogno di essere aiutate, se non dal proprio astro, nucleo della loro energia magica. Mamoru, alias Tuxedo Kamen (Milord in Italia), è solo una semplice comparsa che fa capolino giusto per creare un po’ di movimento visto che verrà rapito e circuito dal Regno delle Tenebre.
Il testo cita:
Quelle come noi non temono
Quelle come noi combatteranno
Decido io per la vita che ho, niente principi
Perché ho l’energia dentro me stessaBrilleremo come non mai
C’è una stella che ci dà la forza
Non siamo principesse deboli che
Aspettano l’aiuto degli altri
Zero principi, zero uomini. Sembra quasi di udire in lontananza lo slogan “friendship never ends” delle Spice Girls in Wanna Be. Le guerriere Sailor giurano eterna fedeltà verso la loro principessa, sono amiche e lo saranno per sempre e quindi, a che servono gli uomini? Lo dice anche la canzone. E invece no. Verso la fine della prima serie di Crystal, Mamoru viene completamente e irrimediabilmente corrotto dalle forze del male. Sailor Moon, devastata dal dolore, non riesce a vederlo ridotto in quello stato e spinta da enorme coraggio decide di ucciderlo.
Anno 1996. Una ragazzina di quattordici anni leggeva il famigerato volume undici del manga sottiletta mentre ascoltava una musicassetta delle Spice Girls con il walkman.
In quegli anni si viveva una terza ondata del femminismo che rivoluzionò la società. Non esisteva internet e meno ancora i social network come oggi, quindi l’unico mezzo per divulgare i messaggi erano l’editoria, la musica e la televisione.
Noi adolescenti ascoltavamo la radio, le musicassette, guardavamo i videoclip su MTV e anime innovativi. Nonostante conoscessi già a memoria la prima serie animata di Sailor Moon e vivendo in prima persona questa rivoluzione tutta in rosa, la scena dell’omicidio di Mamoru mi aveva colpito non poco lasciandomi l’amaro in bocca, una spiacevole sensazione vissuta nuovamente con la visione di Crystal.
Cosa succede dopo la morte di Mamoru?
Usagi uccide il suo unico e vero amore, il principe azzurro della trama. In fin dei conti è lei la protagonista, colei che la perfida Metalia vuole vedere morta da millenni.
Il mondo sta per essere distrutto, le guerriere Sailor hanno sacrificato la propria vita per salvare quella di Sailor Moon perché è l’unica persona che può salvare l’umanità e lei cosa fa? Si uccide perché non può vivere senza il suo amato principe.
Tutte le frasi sull’amicizia eterna che non può essere scalfita dalla perdita di un uomo, la forza delle guerriere in quanto donne emancipate, il testo della sigla di apertura buttate nella pattumiera a causa di quel singolo gesto di Usagi.
Personalmente credo che in occasione del reboot di Sailor Moon (e forse cercando di adattare una trama scritta a inizio anni Novanta in una società del nuovo Millennio), la produzione abbia voluto marcare il girl power con la sigla, fallendo.
Brilliamo già noi stesse come stelle e cerchiamo in noi la forza necessaria senza appoggiarsi a un uomo, ma se lui muore allora noi ci suicidiamo perché ci sentiamo smarrite.
Complimenti per il tuo articolo. Sailor Moon è stata la capostipite di molte altre di quel periodo. Così come la sigla. La novità di un femmilinismo unito senza aver bisogno di uomini ha di certo portato una ventata di novità, oggi giorno il tema è ampiamente spremuto. Ma a sailorMoon va dato l’onore di essere tra le prime.
Ciao Kikue, scusa se ti rispondo in ritardo.
Sailor Moon è il capostipite di tante cose a livello sociale, tra cui il femminismo.
A breve ci sarà un articolo su tutte le novità che il manga ha portato a livello sociale. Possiamo di certo dire che su alcuni argomenti la Takeuchi aveva una visione alquanto futuristica. Ovvio, alcune cose per noi oggi sono scontate, ma dobbiamo sforzarci e ricordarci di com’era la vita nel 1992, soprattutto in un paese conservatore come il Giappone.
Ti ringrazio ancora per il tuo commento. A presto!