Benevenuto alla seconda puntata della rubrica Akumanga! Chiedo venia, caro iCrewer, per il ritardo… ma credo che l’attesa ne sia valsa la pena. Oggi ti porterò a conoscenza di un manga che negli ultimi tempi è stato molto chiacchierato ed è diventato un fenomeno internazionale, tanto che io stessa sto attendendo i sudetti volumi per cominciarne la lettura. Ma di che manga sto parlando esattamente? Killing Stalking dall’autrice Koogi, il manga coreano pubblicato a puntate dall’editore online Lezhin nel 2016.
Killing Stalking non è esattamente una storia romantica anzi… è violento sia graficamente che psicologicamente, il segreto del suo enorme successo sta nella grafica accattivante e di sicuro anche di come i personaggi sono descritti e la loro relazione malata che li unisce, riuscendo anche ad intrecciare la tensione con l’erotismo. La storia comincia con Yoon Bum è un ragazzo gracile ed emarginato, che dopo aver ricevuto una piccola gentilezza da Sangwoo Oh, il ragazzo più carino e popolare dell’università che frequenta, ne diviene totalmente ossessionato. Yoon Bum lo osserva, lo segue, arriva persino a introdursi in casa sua, ma lì scopre una verità agghiacciante: Sangwoo è un serial killer.
Inizialmente Killing Stalking è stato pensato per esistere solo sul web, ma l’Italia è il primo paese a vantarne un’edizioni di volumi adattata da Jpop e venduta nelle nostre fumetterie e librerie ricevendo un grandissimo successo, soprattutto sul genere femminile. L’autrice stessa a lasciato delle dichiarazioni in un intervista del Lucca Comics, affermando che quest’opera è nata più dall’ispirazione dell’ambiente che aveva intorno. In effetti a rifletterci, cosa può esserci di più disturbante della vita reale e le perversioni esistenti? Killing Stalking è esplicito, violento e mostra quei sentimenti e pulsioni oscuri insite nell’essere umano, trattando temi anche molto complessi e delicati, non è nemmeno la solita dinamica vittima/aguzzino. Ovviamente vi chiederete come mai questo manga sia più gettonato tra le ragazze… Beh, la risposta è semplice ed evidente. Il genere Boy’s Love o Yaoi, come volete chiamarli, è più popolare tra le lettrici anche nelle sue sfacettature più buie (il genere dei manga nati in Giappone scritti da donne per altre donne. Ma per conto mio potrebbe leggerli chiunque ne abbia voglia.)