Rossana, alias Kodomo no Omocha, era su tutti gli zaini degli studenti delle elementari nei primi anni 2000. L’anime, per quanto sia tra quelli ad aver subito più censure al suo arrivo in Italia nel 1996, ebbe un successo strepitoso. Copre solo metà della storia del manga di Miho Obana, ma ha ugualmente appassionato una generazione.
Di recente ha tornato a far parlare di sé in quanto la Diskotek Media pare pronta a rilasciare la serie in edizione Blu-ray. Una notizia che non può che rendere nostalgici, soprattutto ora che si rimpiange la vita pre-Covid 19.
Sono molteplici le ragioni del successo di Rossana, ed è giusto ricordarle.
Dramma e commedia in Rossana si equivalgono
L’anime copre circa due anni della vita scolastica di Rossana ed Heric (Akito), protagonisti della storia. Ogni episodio mostra il talento e la vivacità spropositata della ragazzina, già famosa come attrice e testimonial di prodotti per ragazzi. Ai siparietti e alle scenette comiche però si alternano momenti malinconici o addirittura drammatici: prima di tutto, uno spazio enorme è occupato dal tema del rapporto genitori e figli.
La protagonista pare avere una madre fantastica per la sua creatività e la comprensione verso la figlia, ma non tutti sanno che è stata adottata: anzi, è la stessa madre a rivelarlo al mondo in un suo libro, facendo temere alla ragazzina che voglia invitarla ad andarsene o che non la accetti del tutto come propria.
Un discorso più grave riguarda invece la famiglia di Heric: sua madre morì alla sua nascita, e da allora il padre e la sorella lo hanno sempre incolpato, a volte tacitamente a volte con vere e proprie accuse. Solo l’intervento della piccola attrice riesce a far aprire gli occhi alla famiglia di Heric, che è persino ignara dei disagi che il figlio procura alla scuola.
Non è l’unico tema tosto dell’anime: ci sono i sentimenti non ricambiati, la crescita e la crisi adolescenziale. Eppure quando si ripensa a Rossana è sempre un ricordo piacevole.