La regola dei tre episodi si spiega abbastanza da sé: si tratta di guardare i primi tre episodi di un anime per decidere se ci intriga e continuare la visione oppure lasciarlo da parte per un secondo momento o proprio lasciarlo perdere. Questa regola la si usa generalmente quando ci sono più anime in una stagione che possono sembrare interessanti ma non si è sicuri se si può, o vuole, avere il tempo per guardarli tutti mentre vengono pubblicati.
Persino per un appassionato di anime, guardare tutti gli anime di una stagione è praticamente impossibile. Senza contare gli impegni derivanti dalla vita reale, come per esempio lavoro, scuola o università, vita sociale e altri tipi di interessi, il solo numero degli anime programmati per ogni singola stagione è a dir poco disarmante. Ogni stagione vengono pubblicate come minimo una decina di nuove serie, in aggiunta a quelle ancora in corso e alle seconde stagioni, per un totale di circa venti o venticinque serie, talvolta trenta. Un numero enorme!
La regola dei tre episodi ci viene quindi in aiuto per fare una cernita tra i tanti anime che ci ispirano, distinguendo quelli che andremo a vedere nel corso della stagione e quelli che invece verranno messi da parte, sia per un eventuale rewatch a serie ultimata, oppure per non guardarli del tutto perché forse la storia o i personaggi non convincono.
Tuttavia, usare questa regola dei tre episodi è sensato? Come ogni cosa, ci sono sempre dei pro e dei contro prima di decidere se qualcosa sia giusto da usare o no, e la regola dei tre episodi non fa eccezione. Prima di formare un’opinione quindi, è sempre meglio vedere entrambe le facce della medaglia e poi giudicare da sé, in base alle proprie esperienze e inclinazioni.
I Pro della Regola dei Tre Episodi
La cosa buona della regola dei tre episodi è la capacità di potersi distaccare dalla serie “in prova”, per così dire, con una certa facilità. Guardando tre soli episodi si può essere fatto un’idea di come potrebbe svolgersi la trama e di come potrebbero svilupparsi i personaggi e, nel caso non abbia convinto, metterla da parte senza sentire di aver perso troppo tempo prezioso.
In aggiunta a ciò, la regola dei tre episodi è un ottimo metro per valutare quelle serie che si vuole guardare tutte d’un fiato. Magari la trama è coinvolgente e i personaggi sono ottimi ma il ritmo della narrazione rende pesante il dover guardare la serie episodio per episodio a distanza di una o forse due settimane. O magari si è per inclinazione dei binge-watchers e difficilmente si ha la pazienza di attendere anche un solo giorno, figurarsi una settimana, per vedere come si svolge la storia. In questo caso, questa regola aiuta ad appuntare quelle serie interessanti e tornarci quando si sarà conclusa la loro trasmissione.
I contro della Regola dei Tre Episodi
Il rovescio della medaglia di questa regola è che molto spesso è difficile farsi un’idea davvero precisa delle serie che si guardano, visionando solo i primi tre episodi. Questo avviene soprattutto nel caso di serie molto prolungate, come gli shōnen, che impiegano molti episodi ad arrivare alla trama principale, prendendosi gran parte degli episodi iniziali per caratterizzare i personaggi. Per esempio: Dragon Ball è una serie di oltre duecento episodi, caratterizzata da archi narrativi molto lunghi e spesso dotata di episodi (o addirittura mini saghe) filler. Usare solo i primi tre episodi potrebbe essere poco sensato, visto la mole della serie. Tre episodi non direbbero nulla di nulla ad uno spettatore.
Inoltre, usando la regola dei tre episodi c’é il rischio di perdersi degli anime molto belli che però hanno un inizio lento. Sempre tornando al discorso dei binge-watchers, se per caso si trova una serie onestamente bella ma dal ritmo un pò lento e si dimentica di annotarsela, si corre il rischio di metterla nel dimenticatoio per diverso tempo, anni addirittura, per poi finalmente ricordarsela quasi casualmente se per caso sviluppa un seguito.
Considerazioni finali
Non c’è davvero una risposta giusta e sbagliata, quando si parla della regola dei tre episodi e se abbia senso usarla. Questo perché entrano in gioco diversi fattori, come l’inclinazione personale, il tempo a disposizione e tanto altro. Un recensore magari potrebbe non avere molta scelta e doversi guardare una serie completa, ma se ha possibilità di scegliere tra le serie proposte usarla per prendere in fretta una decisione.
Alla fine, non resta che affidarsi a se stessi, alle proprie percezioni e alle proprie abitudini, agendo secondo quanto si ritiene giusto o sbagliato. In fondo, guardare anime è una passione, una passione che non deve essere certo schematizzata o messa in tabella come se fosse un appuntamento dal medico!