Dopo la recensione di GG: Life is a videogame, torniamo ad esaminare un’altra opera di Tatai Lab. Il volume in questione, intitolato Deva: A Tales of Gods, è stato realizzato da due diversi autori ovvero Martina A. Batelli e Marvi Manzoni. La prima è addetta alla sceneggiatura e ai disegni, mentre la seconda alla colorazione. Non pensate che la parte dei colori sia residuale, perché specie in quest’opera i colori sono una parte fondamentale della tavola. Prima di andare ad analizzare il fumetto è importante sottolineare che chiunque inizi la lettura deve prestare particolare attenzione all’intreccio dei diversi personaggi presenti.
Scopriamo ora cosa ci riserva il primo volume, dei tre previsti, della serie Deva.
Tanto tempo fa…
Tutto ebbe inizio con la nascita di due bambini dai capelli bianchi molto simili tra loro, un maschio e una femmina. Questi diventeranno sovrani di un grande impero e lotteranno contro un regno limitrofo di nome Zuànshì, che rappresenta l’unione di 4 dinastie. Tutto girerà intorno ad Unalome, il sarto di corte. Lui insieme ad alcuni amici riuscirà a cambiare le sorti o addirittura porre fine alla guerra in corso?
La trama è molto intricata e quanto scritto sopra rappresenta solo le fasi iniziali dell’opera. Nelle tavole del volume verrà spiegata in modo più dettagliato la storia che dovrà essere letta con molta attenzione per capire tutte le varie connessioni che si andranno a creare. Noi non ci dilungheremo oltre nella descrizione per lasciarvi il piacere della scoperta ed evitare spoiler.
Dei umanizzati
I personaggi principali della storia sono cinque. I due imperatori, il sarto di corte e due soggetti che arrivano dal regno di Zuànshì. All’interno di Deva però è presente una moltitudine di personaggi che faranno da contorno e serviranno a spiegare nel dettaglio tutta la storia, fin dalle origini degli dei. In tutto ciò è compresa anche la spiegazione di come si sia arrivati a questa guerra. Sulla scia della tradizione greca, gli dei hanno sembianze e caratteristiche umane.
Unalome: è un semplice sarto di corte che però vorrebbe andar via dal palazzo. Sfortunatamente per lui gli imperatori non sono però della stessa idea. Infatti, spesso lo puniranno rinchiudendolo in una cella. Una ragazza di nome Wu, incontrata casualmente, cambierà la sua vita.
Wu: è un’abile guerriera proveniente dal regno di Zuànshì. La particolarità della ragazza sta nel portare delle bende intorno alle braccia e alle gambe. Incontrerà il sarto Unalome, mentre questo sta finendo di farsi un bagno nelle vasche imperiali.
Gamgon: egli è un monaco del regno di Zuànshì, lo stesso da cui proviene la guerriera. Questo personaggio prende la vita con molta filosofia, saltando spesso gli allenamenti. È dotato di una lunga chioma azzurra e di 4 braccia.
Siong e Mei: sono i due imperatori dai capelli bianchi. Questi sono stati trovati all’interno di un fiore appena sbocciato. Però non sono come si potrebbe pensare, i due sovrani infatti sono molto vendicativi ed iracondi verso chiunque. Hanno infine degli obiettivi ci conquista e di controllo, a partire proprio dal regno di Zuànshì.
I colori vivaci
Deva ha una particolare complessità nei disegni, considerando che vi è una molteplicità di personaggi e ambientazioni molto dettagliata. La parte fondamentale è però data dalla colorazione. Non è un caso che ci sia qualcuno addetto appositamente ad essa. I colori sono molto vivaci e accessi ed evidenziano i vari particolari dei luoghi che fanno da sfondo alla scena. In Deva il tratto non punta ad essere più preciso possibile quanto a definire l’idea del disegno. Sicuramente bisogna fare un plauso agli autori che riescono a non far confondere i lettori con tutti i personaggi presenti.
Riflessioni
Deva è un’opera che vede una grande quantità di personaggio, come accennato sopra, ed una storia molto complessa. Questo potrebbe causare una disattenzione da parte del lettore, facendo così perdere il filo degli eventi. Quindi nonostante siano stati in grado di fornire un’ampia spiegazione personalmente parlando avrei preferito un racconto più liscio, basato su un minor numero di figure. Non mi sento quindi di consigliarlo a coloro che per la prima volta si avventurano verso questo genere.
Per gli amanti del genere invece potrebbe essere qualcosa di interessante e stuzzicante da leggere. Un altro piccolo problema causato dal lungo lavoro che deriva dalla colorazione, è la data di uscita dei restanti due volumi. Infatti, questa si colloca ad un anno uno dall’altro. Un punto a sfavore che potrebbe scoraggiare eventuali lettori.