Bentornati alle recensioni della sezione anime di iCrewPlay.
Questa volta ci occuperemo del primo volume di una nuova serie edita da SaldaPress sotto la collana Skybound (la stessa di Birthright), ovvero Reaver, già disponibile sullo shop digitale Saldapress.
Reaver è una serie fantasy degli autori Justin Jordan (che ha lavorato a Lanterna Verde e ad alcune collane dei Nuovi 52), Rebekah Isaacs (co-illustratrice delle stagioni fumettistiche nove, dieci e undici di Buffy L’Ammazzavampiri) e Alex Guimaraes (colorist che ha collaborato alla saga Marvel Invaders). Il primo volume è sottotitolato Sei Guerrieri Per un Inferno, lasciando intendere che siano una serie di One-Shot con in comune l’ambientazione ma con storie essenzialmente slegate tra loro.
La trama del primo Volume di Reaver
Reaver-Sei Guerrieri Per un Inferno comincia la sua storia nel continente di Madaras, sconvolto dalla guerra tra l‘Impero e il regno ribelle degli Escalene. In queste prime pagine facciamo la conoscenza di Ash Mahan, ufficiale imperiale, mentre arranca nel pieno del caotico campo di battaglia. A causa del tradimento di Essen Breaker, l’arma umana a servizio dell’Impero, Mahan fugge, macchiandosi di vigliaccheria e per questo venendo imprigionato.
Qualche tempo dopo il colonnello Travvos avvicina Mahan dandogli una scelta: o partecipare ad una missione ad alto rischio all’interno del territorio nemico insieme ad un pugno di altri condannati a morte oppure essere giustiziato. Mahan, ancora fedele all’impero, accetta. La missione consiste nell’infiltrarsi nell’Incudine, una struttura all’intero del regno Escalene in cui opera una potente magia in grado di prevedere il futuro, la quale sta facendo volgere le sorti della guerra a loro favore.
Mahan viene quindi affiancato a Styrian, un agente segreto bravissimo a infiltrarsi ma totalmente incontrollabile, Rekala, una Rael (selvaggi alleati del regno di Escalene) cannibale ma esperta guida, e lo stesso Essen Breaker. La missione verrà poi guidata dall’artefice del piano, ovvero lo stregone Marris e la sua guardia del corpo Thes. I sei quindi fingono un’evasione dalle celle e si mettono in viaggio verso L’Incudine e la sua terribile magia.
Struttura e Impressioni Personali
Prendete la premessa iniziale di qualsiasi iterazione della Suicide Squad, buttatela in un mondo fantasy e conditela con qualsiasi struttura ideale per un’avventura di Dungeon’s & Dragon. Il risultato è Reaver – Sei Guerrieri Per un Inferno. L’incipit iniziale, dopo l’introduzione del personaggio di Mahan, sembra proprio ricalcare la prima sessione di una campagna di gioco di ruolo, con l’introduzione dei vari personaggi, con le loro caratterizzazioni spicciole e giusto due parole per sapere tutto ciò che serve su di loro.
Lo svolgimento della storia, la strada verso la meta e l’inflitrazione, continua a svolgere questo canovaccio in maniera impeccabile, dandoci qualche informazione in più rispetto a Mahan e compagni (senza però dare caratterizzazioni estremamente profonde, ma limitandosi al minimo indispensabile), con tutti i contrattempi che contraddistinguono un viaggio epico.
Il terzo atto di Reaver è quello più ricco di colpi di scena, con azione a palate e scene profonde che non ti aspetti. La storia ha una conclusione fatta e finita, che rinforza la sensazione che vi saranno altre storie a se stanti, collegate tra di loro da elementi comuni, proprio come se fossero tante one-shot di un gioco di ruolo ambientate in un unica ambientazione. Certo la conclusione da adito a questa ipotesi, togliendo molti dei personaggi che abbiamo imparato a conoscere.
Il paragone con la Suicide Squad non è certo subdolo o nascosto: i protagonisti sono tutti carcerati prossimi alla condanna a morte a cui viene caldamente consigliato di partecipare ad una missione rischiosissima e gli viene inniettato un veleno mortale a cui deve essere somministrato costantemente un antidoto. Il gruppo è variegato, con varie personalità, spesso in contrasto tra loro e con una coesione che si forma con il tempo e soprattutto grazie al pericolo.
Reaver – Sei Guerrieri Per un Inferno è una storia che qualsiasi amante di gioco di ruolo può apprezzare. La trama non è delle più originali, ma la sua struttura è solida e senza errori. I personaggi non sono dei pezzi di carta monodimensionali e anche se seguono comprovati cliché delle storie fantasy funzionano sia rispetto alla storia sia nel gruppo che creano. E benché un navigato amante del fantasy possa prevedere i punti salienti della trama, alcuni colpi di scena, specie nella parte finale del volume, sapranno stupire chiunque.