Quantum Age è uno spin-off di Black Hammer scritto da Jeff Lemire e disegnato dalla sapiente mano di Wilfredo Torres consciuto per Black Panther e Jupiter Legacy. Pubblicato dalla Bao Publishing.
Nel 20esimo secolo la Terra era difesa dalla famosissima squadra di supereroi chiamata Golden Age composta da: Abraham Slam, Golden Gail, Barbalien (il guerriero di Marte), il colonnello Weird (l’avventuriero interstellare) e il suo robot Talky-Walky, madame dragonfly e il piu grande eroe Black Hammer. Nel 1986 nella tarda età del bronzo un nemico conosciuto come l’anti-dio attaccò Spiral City e tutti gli eroi si riunirono per combatterlo e fu proprio Black Hammer a dargli il colpo di grazia ma subito dopo tutti i membri della squadra scomparvero e nessuno ebbe più notizie. Così nel 22esimo secolo, sulle orme di questi eroi venne creata la Quantum League: un gruppo di supereroi adolescenti con super poteri che si impegnavano a proteggere e difendere.
Il mondo del 22esimo secolo è molto diverso da quello odierno, gli umani non vivono più solo sulla terra ma possiedono anche colonie su altri pianeti. Il capo della terra è un presidente che vuole imporre la supremazia terrestre sopra i popoli alieni e ha sviluppato una sorta di “odio razziale” verso i nostri vicini di pianeta: i marziani che nell’opera sono rappresentati con una carnagione rossa e ha l’innato potere di cambiare forma. Il protagonista del fumetto è proprio un marziano che, dopo aver visto i suoi genitori venire uccisi dalla polizia terrestre e stanco delle segregazioni, decide di voler far qualcosa così si mette alla ricerca delle Quantum League della quale entrerà a farne parte e anche con l’aiuto di alcuni membri della Golden Age riusciranno a riportare la pace sul Terra e su Marte?
La storia del fumetto a tratti l’ho trovata un pò lenta e io non esesendo una grande amante dei fumetti sui supereroi e poichè non sopporto le storie lineari dove alla fine tutto si conclude con una classica battaglia bene contro male, ho apprezzato molto quest’opera per le sue scelte “fuori dall’ordinario”, anche grazie a una buona dose di Plot Twist davvero interessanti, che sicuramente porteranno risvolti anche nella serie principale. Il finale è stata una delle cose che più ho apprezzato in quanto è stato veramente inaspettato. Uno dei temi principali è quello della segregazione e dell’odio razziale ed è rappresentato in maniera nuda e cruda che ti fa enfatizzare le vittime facendoti quasi “provare” il dolore e la sofferenza.