Dopo sei stagioni di Rick and Morty, Adult Swim ha interrotto i rapporti con Justin Roiland, proprio in un momento cruciale per la serie, di cui sono già state confermate innumerevoli stagioni future. Non si tratta di una modifica di poco conto, ma di uno scossone che rischia di avere forti ripercussioni sull’intera struttura narrativa, considerando che Roiland non era soltanto la voce dei protagonisti, ma partecipava in modo attivo e determinante alla stesura degli episodi.
Nonostante il lavoro di Roiland si estenda per forza di cose anche almeno alla settima stagione di Rick and Morty, salterà subito all’orecchio degli spettatori il dettaglio più importante: i personaggi avranno una voce diversa. Ci sarebbe anche l’opzione di chiudere la saga, così centrata sulla presenza di una sola persona, ma i fan reagirebbero malissimo e, anche soltanto per mera opportunità economica, tutti gli addetti ai lavori vorranno ad ogni costo continuare con la produzione.
Sicuramente autori e animatori saranno capaci di costruire una scena di raccordo che possa, magari in modo scherzoso e con una strizzata d’occhio alla quarta parete, giustificare tale cambiamento, ma qualunque sia la scelta di Dan Harmon e soci, lo shock per gli spettatori sarà evidente.
Una delle ragioni per cui il pubblico sarà in grado di accettare un nuovo doppiaggio sarà sicuramente il tono dello show, sempre vicino alla narrazione meta, dai richiami giocosi delle prime stagioni al recente episodio che conteneva i supervillain autoreferenziali, impossibili da giustificare senza sottintendere che i protagonisti si trovano all’interno di un prodotto di intrattenimento.
L’altro fattore in gioco è senza dubbio l’enorme dose di nichilismo, presente fin da subito ed esplicitato in più riprese dalla consapevolezza che la famiglia che vediamo negli ultimi episodi è un insieme di persone provenienti da diverse realtà, unite da legami che vanno oltre l’obbligo famigliare, ma sono diventati una scelta consapevole, in un modo in cui cambiare realtà è sorprendentemente facile.
Nessuno è al sicuro in Rick and Morty, nemmeno i protagonisti. Intere realtà sono state abbandonate nel corso del tempo e gli stessi personaggi hanno ucciso ingenti quantità dei loro corrispettivi multiversali, nei fantastici episodi ambientati nella Cittadella, ma anche in semplici, anonimi, momenti di raccordo. Il grande cattivo della serie, per quanto metaforico possa essere, è lo stesso Rick, in una versione definita malvagia, ma non molto diversa da quello che abbiamo potuto osservare dal “nostro” Rick, proveniente dalla dimensione 137. Un Rick che nel corso degli episodi ha perso la vita, si è clonato, è stato sostituito da un robot senza che nessuno se ne accorgesse per metà di una stagione. Insomma, l’identità è sempre stata un fattore relativo.
Certo, nonostante questa confusione, molti degli aspetti più importanti per la definizione dell’identità sono rimasti sempre gli stessi, mentre un fattore come la voce potrebbe alterare per sempre la percezione del pubblico.
Una soluzione potrebbe essere quindi molto semplice: spostare l’attenzione su una nuova coppia di Rick e Morty, magari sfruttando la trama relativa a Evil Morty, che al momento è finalmente libero, in un universo dove, guarda caso, Rick ha una configurazione fondamentalmente differente da quelle che conosciamo.
Il concetto di “variante“, introdotto degli ultimi anni dalla Marvel, potrebbe fare al caso di Adult Swim. Resta da vedere come avverrà l’introduzione di questo cambiamento, che potrebbe benissimo non essere neanche esplicitato e giustificato, almeno nei primi episodi, nella migliore tradizione dei recast di doppiatori nelle produzioni del ventesimo secolo.