I Pokémon sono diventati un fenomeno mondiale nel giro di pochi anni, tant’è che oggi fanno parte della cultura pop al pari dei supereroi Marvel o del Signore degli Anelli.
Eppure, quando si parla di loro quasi sempre si pensa all’anime, che da tempo ha superato quota 1000 episodi e col quale molti sono cresciuti, oppure ai videogiochi. Pochi sanno che i Pokémon sono approdati, per di più molto presto, nel mondo del fumetto e che esiste un manga ufficiale, Pokémon: La grande avventura, sceneggiato da Hidenori Kusaka e in corso dal 1997.
In questa recensione si occuperemo della prima serie di questo manga, che copre gli eventi dei videogiochi Pokémon Rosso, Blu e Giallo.
Dal videogioco al fumetto
Satoshi andò a lavorare alla Nintendo e riuscì a sviluppare la sua idea. Nel 1996 videro la luce i primi due titoli della saga, Pokémon Rosso e Pokémon Verde (che però in tutto il resto del mondo divenne Pokémon Blu). In Occidente i giochi arrivarono solo nel 1998, ma il successo fu clamoroso e aprì le porte a un fenomeno che tutt’oggi non accenna a diminuire d’intensità. Anzi, oltre a portare avanti la saga “principale” sulle piattaforme Nintendo, nel 2016 i Pokémon sono approdati su iOS e Android con Pokémon Go.
In televisione, invece, i Pokémon ci arrivarono molto presto, già nel 1997. La serie animata, che da allora continua ininterrottamente e non accenna a dare segni di stanchezza, si basa molto liberamente sui videogiochi e segue le avventure di Ash Ketchum, sempre affiancato dal suo fedele Pikachu.
Ironia della sorte, Pikachu nei videogiochi originali era solo uno dei 151 mostri catturabili, nemmeno compariva sulle copertine, ma il successo dell’anime lo ha reso il Pokémon per antonomasia. Non a caso nel 1998 fu rilasciato un terzo gioco, Pokémon Giallo, con numerosi elementi presi dall’anime, a cominciare dal fatto che l’unico starter utilizzabile è proprio Pikachu. Dalla serie animata, inoltre, sono stati tratti anche numerosi film.
Ma nel 1997 venne lanciata anche la prima serie manga dei Pokémon, scritta dal già citato Kusaka e disegnata inizialmente da Mato, poi da Satoshi Yamamoto. In Giappone è nota come Pocket Monsters Special (ポケットモンスター SPECIAL), ma il suo titolo internazionale è Pokémon Adventures. Attualmente conta 58 volumi, ma visto che non si intravede la fine del franchise videoludico è probabile che anche questo manga durerà molto a lungo.
In Italia Pokémon Adventures arrivò nel 2002 grazie agli sforzi della casa editrice Panini Comics, ma dopo soli 8 numeri la pubblicazione fu sospesa. Si dovette aspettare il 2016 perché J-POP riprendesse la pubblicazione dell’intera serie, partendo dalla saga di Rosso, Blu e Giallo per proseguire con le successive. Attualmente la casa editrice milanese ha pubblicato 19 volumi, ma altri sono in arrivo nei primi mesi del 2022.
Sulle orme di Pokémon Rosso, Blu e Giallo
Da lì parte l’avventura di Rosso in giro per Kanto, alla ricerca di nuovi Pokémon da catturare e da catalogare, ma anche di capipalestra da sconfiggere per ottenerne le medaglie e poter così competere nella Lega Pokémon, puntando a diventarne addirittura il campione.
In questo viaggio, però, Rosso deve scontrarsi più volte anche con l’organizzazione criminale nota come Team Rocket, che punta a conquistare il mondo servendosi dei Pokémon. Inoltre, e questo è un dettaglio che discosta il manga dai videogiochi, alcuni capipalestra sono anch’essi alleati col Team Rocket e tramano per mettere le mani sui Pokémon leggendari.
Il terzo volume della trilogia, dedicato al gioco Pokémon Giallo, ruota invece intorno alla scomparsa di Rosso e alla sua ricerca da parte di Giallo, una ragazzina che si finge un maschio, in compagnia di un Pikachu. Qui gli antagonisti principali non sono più i membri del Team Rocket ma i Superquattro, potenti allenatori che vogliono plasmare un mondo utopico senza esseri umani, abitato solo da Pokémon.
Una versione più “matura”
Pokémon: La grande avventura, invece, è un’opera che cerca di essere più cupa e matura senza per questo snaturare completamente il franchise. Le lotte fra i Pokémon, ad esempio, sono molto più violente graficamente, con gravi ferite e autentiche mutilazioni nei momenti più concitati.
L’umorismo non manca, ma sono smussati gli elementi troppo bambineschi e infantili della controparte animata. Ad esempio, il Team Rocket è rappresentato come una vera e propria organizzazione criminale priva di scrupoli, che schiavizza i Pokémon e mira a eliminare i suoi avversari: l’esatto opposto dell’immagine caricaturale dell’anime, in cui, complice l’uso di personaggi come Jessie, James e Meowth, il Team Rocket sembra più una versione moderna dei cattivi di Yattaman.
Quanto all’aspetto grafico, il manga si segnala per uno stile di disegno semplice ma d’effetto, morbido ed elegante, che richiama molto gli artworks dei videogiochi e rende benissimo sia l’aspetto dei mostriciattoli, sia le loro tecniche durante i combattimenti.