In questa serie di articoli commenteremo settimanalmente gli episodi di Platinum End in corso di trasmissione in Giappone e in streaming su diverse piattaforme anche in Italia, come Crunchyroll.
Si parla della stagione in corso e degli episodi appena trasmessi, quindi tutto il contenuto è da considerarsi SPOILER per chi non fosse in pari con la serie e con gli ultimi episodi. Se ne sconsiglia quindi la lettura, a meno di essere particolarmente masochisti.
Dopo questo avviso, possiamo iniziare!
E’ passato ormai un mese dall’inizio del nuovo arco narrativo, dal coinvolgimento di Hoshi e Yumiki, agenti di polizia che hanno scelto di collaborare con i candidati. Questo significa che il controllo su di loro giunge al termine. Sarà comunque necessario ripristinarlo, per non incappare in sorprese durante l’incontro con Yoneda.
Il professore è evidentemente al di sopra delle piccole questioni e va direttamente al cuore del problema. Grazie alle sue frecce rosse elude la sorveglianza del primo ministro giapponese e lo rende un suo pupazzo.
La manipolazione incrociata ha i suoi vantaggi: l’incontro finale tra i candidati avverrà in un luogo pubblico e tutti i cittadini saranno evacuati dalla zona. Diventa ormai evidente che questa selezione sia divenuta ormai parte della vita del comune cittadino inerme di fronte a esseri così potenti, in attesa di un qualunque epilogo.
Yoneda si porta avanti nella definizione delle idee del suo schieramento, apparendo in video davanti a tutti. Il suo discorso è semplice, invita tutti a lasciarlo agire liberamente, perché qualunque contromisura sarà attuata contro i candidati, non sarà mai sufficiente a distruggerli tutti, quindi tanto vale lasciare che la questione si risolva da sola. E’ sua opinione che la maggioranza della popolazione non senta il bisogno di essere governati da una divinità, un’affermazione, se vogliamo, plausibile soltanto in un contesto come quello nipponico.
Yuri è invece molto concreta sullo sviluppo futuro. Alla fine dovrà emergere un vincitore, ma Yoneda sta cercando di distruggere tutto. Soltanto la sua morte potrà riportare l’ordine e permettere che tutto vada come deciso in precedenza, con Mirai ad occupare la posizione di divinità e qualche vantaggio per i candidati rimanenti. Un ragionamento che pone i nostri protagonisti sullo stesso piano di Kanade a pensarci bene, ma attuato in un contesto molto diverso da quello iniziale.
Il momento della verità è arrivato. ancora una volta, non resta altro che spiegare le proprie ragioni, sperando di risolvere l situazione con il dialogo. Se questo non fosse sufficiente, l’incontro potrebbe diventare una battaglia senza esclusione di colpi. E forse, per la prima volta, Mirai è deciso a non rimanere immobile.