In questa serie di articoli commenteremo settimanalmente gli episodi di Platinum End in corso di trasmissione in Giappone e in streaming su diverse piattaforme anche in Italia, come Crunchyroll.
Si parla della stagione in corso e degli episodi appena trasmessi, quindi tutto il contenuto è da considerarsi SPOILER per chi non fosse in pari con la serie e con gli ultimi episodi. Se ne sconsiglia quindi la lettura, a meno di essere particolarmente masochisti.
Dopo questo avviso, possiamo iniziare!
Yuito ha ormai svelato al mondo di essere stato contattato da un angelo e sta cercando di indire una sorta di elezione alla quale dovrebbe partecipare tutta la popolazione mondiale. Dopotutto si tratta una scelta importante per il destino del mondo.
Non tutti i candidati sono però dello stesso parere. Come ad esempio la ragazza che abbiamo visto di sfuggita nello scorso episodio.
Dopotutto l’idea di Yuito è soltanto una proposta, ma non è detto che non sia stato tutto costruito per portare allo scoperto gli ultimi sopravvissuti. Inoltre, avere un certo grado di supporto sembra essere una condizione necessaria per riuscire ad occupare il ruolo di dio del nuovo mondo, ma soltanto nel caso in cui il candidato abbia una chiara volontà di voler ricoprire la carica.
Impariamo da Nasse e Revel che in questo tipo di situazione non ha validità la freccia rossa, perché la scelta deve essere operata come atto volontario. Paradossalmente però, una minaccia da parte di una freccia bianca potrebbe produrre una scelta consapevole, anche se estorta.
Per i più nostalgici, scopriamo che l’emittente che si è assicurata l’esclusiva intervista con Yuito non è altri che Sakura TV, una vecchia conoscenza per chi segue le opere di Oba e Obata. Come da tradizione, i suoi dipendenti cercano scoop senza farsi troppi scrupoli. Questa volta provano a collaborare anche con la polizia, nel tentativo, vano, di catturare il ragazzino. Le ali degli angeli sono troppo veloci.
Le nuove informazioni hanno conseguenze sul mondo esterno. La gente comune ha iniziato a speculare su chi siano i candidati, mentre chi si trova in posizioni di responsabilità comincia a ragionare sui possibili usi di queste nuove armi in termini bellici.
Mirai e Saki però, pensano solo a come riuscire a vivere in pace. Qualcuno è di un altro parere. Quelle strane persone che abbiamo visto indagare negli scorsi episodi si rivelano essere parte della polizia, una divisione speciale incaricata di catturare tutti i candidati. Per fortuna tra i piani di Masaya Hoshi non c’è l’arresto dei candidati, ma una collaborazione, per comprendere meglio la situazione.
Il Giappone in questo momento è un luogo complicato, in cui tutte le grandi potenze hanno inviato spie incaricate di scoprire chi sia il Rosso, l’unico del quale in questo momento è noto il possesso di un’arma in grado di uccidere.
Nello spontaneo paragone con Death Note, siamo a un punto di svolta paragonabile alla chiusura del primo grande arco narrativo, che ha portato a una provvisoria vittoria di Kira. Questa volta siamo dalla parte dei buoni, per così dire, ma la sostanza non cambia. La speranza è che questa volta non ci troveremo di fronte a una seconda parte di minor impatto. E considerando che non siamo di fronte a un capolavoro, è auspicabile un cambio di passo, dato da un nuovo tipo di avversari, con nuove tattiche per superare i problemi che si troveranno di fronte a Mirai e Saki.
La partenza non è delle migliori. I nuovi personaggi fanno parte di una divisione della polizia creata in pochi giorni, sulla base di minimi sospetti. In pochissimo tempo sono stati in grado di individuare i nostri protagonisti, quando la loro identità era rimasta un segreto perfino per Metropoliman. Più interessanti i riflessi sulla politica mondiale, che si trova a dover avere a che fare con uno o più perfetti assassini, che possono sconvolgere l’equilibrio di forze.