Si sono da poco spenti i riflettori dell’ottava edizione del Palermo Comic Convention, o Comicon secondo la (un po’ pretenziosa) denominazione non ufficiale; si tratta della seconda più importante kermesse siciliana, dopo Etna Comics, nonchè di una realtà consolidata che per numeri è tra le principali del Sud Italia.
Nata dalle ceneri di Cospladya, la prima vera manifestazione del settore nata a Palermo nel lontano 2009, si è man mano distinta dall’altra fiera cittadina per la volontà di crescere e provare a rivaleggiare con altri festival più importanti.
Da un paio di edizioni infatti, il Palermo Comicon sta iniziando ad assumere una sua identità con un calendario ormai fisso all’interno dell’agenda RIFF, ovvero della Rete Italiana Festival Fumetto, con una durata di ben 4 giorni e una location che, salvo cambiamenti improvvisi sembra essere la prescelta anche per le prossime edizioni.
Siamo comunque in un periodo particolare per questo tipo di eventi: da un lato il concetto di festival del fumetto per come lo intendono alcuni (compreso chi scrive) sembra essere del tutto accantonato, dall’altro sempre più spesso su queste manifestazioni piove l’accusa che le vede tutte uguali con poche differenze e poche attrattive. Insomma, secondo alcuni, che si tratti di Palermo Comicon o di Pescara Comix e Games la solfa è sempre la stessa. E tutto sommato non siamo nemmeno lontani dalla verità.
Ma per oggi parleremo della manifestazione palermitana, quindi passiamo al riassunto dell’evento e alle ovvie considerazioni.
Location
Come dicevo in precedenza, quest’anno per la terza volta di fila la casa del Palermo Comicon sono stati i Cantieri Culturali alla Zisa. Si tratta di un grande spazio espositivo che sorge dove circa un secolo fa trovava posto un’importante manifattura di mobili, principalmente in stile Liberty, creata da Vittorio Ducrot.
Nel corso degli anni, cessata l’attività industriale, lo spazio ha svolto varie funzioni e ormai da anni è divenuto un centro culturale che comprende numerose associazioni, la sede locale della Scuola Nazionale di Cinema nonchè, tra le altre istituzioni, un Centro internazionale di Fotografia precedentemente diretto da Letizia Battaglia e a lei ora intitolato.
Ne consegue quindi che se da un lato siamo in presenza di una sede molto grande, con circa 40.000 metri quadri a disposizione, d’altro canto molti di questi spazi non vengano utilizzati perchè già occupati in pianta stabile. Ed in effetti la manifestazione si svolge per intero all’interno di due capannoni, quest’anno invertiti rispetto alle precedenti edizioni, in cui si suddividono le due anime del Palermo Comicon ovvero fumetti e videogiochi/ cultura giapponese e il viale che collega queste due strutture, dove vengono ospitati gli stand degli espositori.
Una terza area, un po’ più defilata, quest’anno è stata dedicata ai giochi di ruolo dal vivo, tra prove di tiro con l’arco, poligoni di tiro, cerimonie di smistamento di Hogwarts e scontri a colpi di spade laser.
Tuttavia, complici anche le indicazioni poco chiare (presente solo un cartellone segnaletico al punto info, appeso solo di sabato) è possibile mancare qualche segmento della fiera.
Altri due vulnus della location sono relativi uno al periodo dell’anno scelto per la manifestazione e l’altro alla location in sè: scegliere metà settembre, quando in Sicilia ancora è praticamente estate, fa si che il caldo sia soffocante specialmente nei capannoni colpiti dal sole, ancor di più quando aumentano le presenze in contemporanea.
L’altro risvolto negativo, che ovviamente non è imputabile all’organizzazione, è legato al fatto che si tratti di una struttura complessivamente molto “selvatica”, per cui vi sono intere aree piene di erbacce e impenetrabili, che magari potrebbero essere sfruttate meglio.
Il programma di Palermo Comicon
Dove per me, il Palermo Comicon demerita assolutamente (almeno quest’anno) è nell’organizzazione del programma.
Come già detto, ormai per la maggior parte del pubblico, questi eventi sono un’occasione per fare cosplay e comprare oggettistica tutto sommato facilmente repribile ovunque grazie ad internet. Se a questo aggiungiamo la moda imperante di invitare youtuber e altri personaggi che poco hanno a che vedere con il fumetto, ecco la ricetta del Palermo Comicon e non solo.
Ad un colpo d’occhio, peraltro, e consultando la mappa che stranamente non era disponibile in cartaceo, gli espositori quest’anno sembravano essere leggermente meno degli anni precedenti, pur essendo in numero uguale se non superiore (secondo quanto dichiarato dall’organizzazione).
Devo anche dire che sarebbe utile un sistema di altoparlanti in grado di riepilogare le varie attività collaterali o, limitatamente agli addetti stampa, anche un semplice canale broadcast in grado di informare in tempo reale su quanto avviene così da non perdere momenti significativi.
Per quanto mi riguarda, invece, molto deludenti gli ospiti e la loro gestione: anche qui, incontrare alcuni ospiti Gianluca “Ualone” Loggia (ma non solo lui) è risultato praticamente impossibile in mancanza di indicazioni in tempo reale sulle loro attività, gli ospiti relativi al fumetto erano davvero scarsi e malgestiti.
Per l’ennesimo anno di fila, ci siamo ritrovati con le “glorie” locali a comporre l’Artist Alley; non me ne vogliano i vari Di Salvo, Failla o Buonfantino, ma una fiera che aspira a diventare un’eccellenza nazionale non si può presentare con il solo Gary Erskine e sempre gli stessi autori laddove in passato sono stati ospiti anche artisti come Miguel Angel Martin, Luis Quiles e via dicendo
Assolutamente incomprensibile la gestione di Yumiko Igarashi, vera ospite d’onore della fiera: ho trovato particolarmente assurdo che un ospite, invitato dall’organizzazione e quindi a disposizione della fiera, si dedicasse solo a brevi sessioni di autografi e solo su materiale acquistabile da lei per cifre che oscillavano dai 15€ per le stampe fino a 200€ per tavole originali. Per 4 giorni è stata uccel di bosco per la maggior parte del tempo, tanto che neppure gli addetti alla comunicazione con cui sono stato in contatto costante sono riusciti ad organizzarmi un breve incontro.
A risollevare, almeno per quanto mi riguarda, la situazione era presente (come ospite di Shockdom) il mitico Marcello Toninelli, in arte Marcello, autore di alcune tra le opere più interessanti e importanti del fumetto italiano tra cui ovviamente la sua Divina Commedia.
Purtroppo, e questo da un po’ la cifra del pubblico di questi eventi, i suoi firmacopie ed in generale la sua presenza è passata praticamente inosservata a favore di personaggi di livello molto più modesto come il Baffo o la maggior parte degli Youtuber presenti.
In generale, fatte salve tutte le considerazioni di ordine economico (su cui si potrebbero aprire interi capitoli) mi è parso che tanto nella scelta degli ospiti, quanto nel programma in sé, si siano fatti alcuni passi indietro, forse investendo più del dovuto in Youtuber/Tik Toker che in una fiera del fumetto dovrebbero avere un ruolo più di nicchia. Si può giustificare quindi la presenza dei PlayerInside, anche loro in toccata e fuga al punto da non poterli intervistare, meno quella di chi non ha a che fare con il mondo del fumetto o del videogame, ma al massimo fa cultura pop nell’accezione dispregiativa del termine.
Anche passare, con tutto il rispetto possibile, da Lucy Lawless e Holly Marie Combs a Sylvester McCoy e Stanislav Janevsky se non è un passo indietro poco ci manca.
Immancabile anche il concerto del “Capitano” (???) Giorgio Vanni, anche lui ormai ospite in tutti i luoghi in tutti i laghi e in tutti i mari, che aggiunge quel tocco di nostalgia ad una manifestazione che a tratti risulta indecifrabile, quasi sempre deludente.
Piccola precisazione, per onestà intellettuale: in un mondo in cui ormai non si legge praticamente più, probabilmente un adolescente palermitano, ingolosito dalla possibilità di vivere qualche ora spensierata, magari travestito come uno dei suoi eroi, avrà avuto un’esperienza piacevole dell’evento.
Ma noi ci occupiamo di fumetto e non possiamo esimerci da un’analisi asciutta, precisa, per quanto dolorosa avendo anche raccolto qualche parere non proprio positivissimo da parte di parte del pubblico e standisti.