La generazione dei primi anni Novanta ha avuto modo di assistere contemporaneamente a due fenomeni sociali di spicco: il primo è stato la consapevolezza più o meno crescente che il grande futuro promesso negli anni Ottanta era una menzogna, il secondo è stato l’ascesa sempre maggiore di Internet come componente fondamentale della vita quotidiana. Le due cose, dunque, hanno viaggiato di pari passo fino ai giorni nostri senza problemi.
Gli MMORPG (giochi di ruolo online multiplayer massivi) sono stati la naturale conseguenza di questo “matrimonio”! Overlord è il frutto di questa influenza, e se pensi che solo perché si parla di un prodotto ispirato ai videogiochi non valga la pena soffermarsi a rifletterci, ti invito a ripensarci, Perché potresti stupirti.
TRAMA
Per una sorta di nostalgico desiderio, Momonga, decide di rimanere loggato nel gioco fino allo spegnimento dei server, attorniato da tutti gli NPC (personaggi non giocanti), seduto sul trono della Grande Catacomba di Nazarick, sede della gilda Ainz Ooal Gown di cui era membro.
Giunta la mezzanotte, però, avviene il fattaccio: non solo i server non si spengono, ma il nostro Momonga rimane intrappolato nel gioco senza possibilità di uscirne. L’impavido sovrano non-morto non solo si ritrova ad essere il personaggio più potente della gilda, ma è anche circondato da sottoposti dotati di lealtà indefessa e capacità decisamente interessanti.
I PERSONAGGI DI OVERLORD
La prima cosa che fa Momonga per capire fino a che punto gli NPC gli siano fedeli è testare la loro predisposizione all’obbedienza. Dopo aver conosciuto Albedo, luogotenente dei suoi servitori, Momonga decide di far radunare i suoi servitori. Facciamo così la conoscenza di un vasto campionario di NPC, i quali, a dispetto della loro natura prettamente fittizia, si mostrano molto variegati emotivamente, rendendo Overlord piacevolmente distinto da altri sottoprodotti affini:
Spaziamo da Shalltear Bloodfallen, vampiro con la fissazione per il look da gothic lolita e in continua lotta per le attenzioni del maestro Momonga, ai gemelli Aura Bella Fiora e Mare Bello Fiore, fino ad arrivare all’insettoide glaciale Cocytos, al demone ranocchiesco Demiourgos e a tutto lo stuolo di cameriere combattenti al soldo della gilda. Ci troviamo di fronte a una moltitudine di caratteri che, sebbene uniti dall’assoluta fedeltà al loro Maestro, hanno ciascuno una differente prospettiva sul mondo in cui si trovano, arrivando ad avere opinioni e idee non solo coerenti con il loro rango e il loro background emotivo, ma anche emozioni e sentimenti verosimili rispetto alle vicende che li vedono coinvolti, creando trame e sottotrame che possono consumarsi nel giro di un episodio per poi magari riemergere inaspettate a distanza di settimane.
STRUTTURA DELL’OPERA
L’anime è inframmezzato spesso e volentieri da spezzoni comici di breve durata, ciascuno direttamente correlato alla situazione del momento e non posto lì come una semplice cornice. Ogni sketch, ogni battuta, ogni gag ammiccante (ma non necessariamente volgare) verso lo spettatore aumenta il pathos delle vicende, fornendo elementi aggiuntivi sul carattere dei personaggi e sulle vicende secondarie. Gli intermezzi comici di Overlord spezzano la tensione o la caricano a seconda della necessità, dando maggior vitalità alla trama e all’intreccio delle vicende.
IMPRESSIONI PERSONALI
Da spettatori non possiamo fare a meno di trovarci basiti, al pari dei personaggi minori della serie, di fronte a operazioni che ad Ainz Ooal Gown sembrano non richiedere apparente sforzo, riuscendo solo superficialmente e grazie a una buona dose di conoscenza esterna a cogliere certe citazioni (non faccio spoiler, ma nella terza stagione Lovecraft la fa da padrone). Ogni atto, ogni mossa, ogni pedina è parte di un mosaico più ampio, più o meno volontario del protagonista verso la supremazia.
Ma anche quella supremazia tanto ricercata (più dai suoi sottoposti che da lui stesso) altro non è che un modo per ritrovare i suoi amici: Momonga è solo un povero colletto bianco come ce ne sono tanti, troppi nella società lavorativa giapponese. Ciò che cerca nel suo viaggio da signore supremo dei non morti è un contatto con l’umanità che si accorge, man mano che prosegue, di star perdendo.