Big Robot e Pugno! sono tra le prime serie italiane a fumetti realizzate con uno stile simile a quello dei manga, nel tentativo di contrastare successi come Goldrake o UFO Robot la prima e Dragon Ball la seconda.
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La trama di Big Robot
Ideata da Alberto Motta ed edita dalla casa editrice Edizioni Bianconi, fuu uno dei primi fumetti italiani realizzati in stile manga, nel tentativo di contrastare il successo di serie giapponesi come UFO Robot o Goldrake. Venne pubblicato tra il 1980 e il 1981 per un totale di 12 volumi. Ambientato in una Terra devastata del futuro, i sopravvissuti vivono tra le rovine, affetti dalle radiazioni e avvolti in mantelli neri. Chi è riuscito a salvare le conoscenze scientifiche vive nella Base Union, allo scopo di riportare la Terra a come era un tempo. A capo della base c’è il comandante Horion, assistito da Luno e Trone.
Quando un meteorite colpisce il pianeta e gli uomini vanno ad esaminarlo, trovano una bambina di nome Alya, che rivela poteri sovraumani. Poco dopo alcuni misteriosi alieni, comandati da Orkus, attaccano la Terra con lo scopo di eliminare la bambina, una minaccia per il comandante alieno. Horion e i suoi assistenti costruiscono allora Big Robot, un gigantesco robot con molte armi con cui intendono difendere la Terra.
Pugno!
Pugno! È uno dei primi fumetti in stile manga creati in Italia, nato in un’epoca in cui stanno ancora cercando di scoprire il genere per adattarlo come meglio si poteva. La casa editrice Comic Art cercava un’opera che riuscisse a contrastare l’enorme successo che in quegli anni stava avendo Dragon Ball, che stava surclassando come vendite il classico fumetto di origine italiana (in quegli anni incarnato dalla Bonelli) con il suo misto di azione e umorismo.
La Comic Art, una delle prime case editrici che cercò di portare in Italia famosi titoli nipponici, incoraggiò anche la creazione di nuove opere del genere. Pugno!, disegnato da Roberto Recchioni in un finto tratto manga, esordì nel 1997 e venne pubblicato per tre numeri. La serie scimmiottava i film di arti marziali e si basava sugli stereotipi del genere.