Cosa vuol dire davvero essere invincibili? Questa è la domanda che porta il protagonista di Vagabond a cambiare finalmente strada, crescere e maturare, lasciando finalmente dietro di sé la sua identità di “demone”.
Vagabond è un manga nato dalla penna di Takehiko Inoue, la cui trama però si ispira liberamente al romanzo Musashi, pubblicato a puntate da Eiji Yoshikawa e apparso per la prima volta in Giappone tra il 1935 e il 1939.
Entrambe le opere raccontano la storia del samurai più famoso della storia Miyamoto Musashi, personaggio realmente esistito. Vissuto tra il 1584 ed il 1645, è ricordato ancora oggi come un grande scrittore, stratega e spadaccino.
Il manga inizia la sua serializzazione nel 1998, sulla rivista Weekly Morning gestita da Kodansha. In Italia, arriva grazie a Panini in due edizioni diverse.
Altri Otakult interessanti:
La trama di Vagabond
A causa della sua natura irruenta e violenta, Takezo è da sempre additato dagli altri membri del villaggio come demone. Dopo essersi unito insieme ad un altro ragazzo, Matahachi, alle schiere dell’armata Toyotomi, i due si risvegliano scoprendo di essere gli unici sopravvissuti allo scontro che segna la vittoria della controparte nella battaglia di Sekigahara.
Cercano allora di ritornare al loro villaggio d’origine, Miyamoto. Lungo la strada devono però affrontare diversi pericoli, che li portano ad incontrare due donne, Oko e la figlia Akemi. Dopo averle salvate da una banda di briganti, i due giovani intraprendono due strade diverse.
Matahachi si è infatti invaghito di Oko e decide di andare via con lei, lasciando così a Takezo l’incarico di comunicare la sua decisione alla madre e alla fidanzata, Otsu.
Una volta raggiunto il villaggio d’origine si ritrova a dover gestire l’ira non solo l’anziana donna, che non reputa il figlio capace di una cosa simile, ma anche il resto del villaggio. Verrà catturato da Otsu e dal monaco Takuan, il quale lo ribattezzerà Musashi Miyamoto, dopo averlo lasciato a riflettere per mesi appeso ad un albero, senza cibo o riparo.
In seguito partirà, diventando un vagabondo, il cui unico obiettivo è quello di diventare il samurai più forte, per uscire dall’ombra del padre, Munisai Shinmen, l’invincibile maestro della katana.
Analisi
Vagabond è sicuramente uno dei manga più sottovalutati e allo stesso tempo apprezzati della storia. Nonostante abbia ricevuto diversi premi, non è mai riuscito ad ottenere lo stesso successo di altre serie. Questo probabilmente è dovuto ad una serie di fattori, come ad esempio i diversi stop che ha subito la pubblicazione.
Quasi sempre a causa della salute del mangaka, Vagabond non ha il miglior track record quando si parla di costanza.
Un’altra piccola stranezza di questo manga, è che il suo capitolo finale ha fatto la sua comparsa ben prima della vera e propria fine dell’opera in sé. Infatti, è stato rilasciato nel 2008 durante un’esibizione tenuta all’Ueno Royal Museum.
Le illustrazioni sono decisamente uno dei punti di forza dell’opera, insieme alle riflessioni filosofiche e alla crescita dei personaggi. Sempre perfettamente dettagliati, le scene in cui vengono raffigurati i combattimenti sono state spesso definite tra le migliori mai disegnate in un manga.
Anche i cambiamenti dei personaggi sono visibili nelle illustrazioni. Infatti, il protagonista cambia non solo per via della sua crescita in termini di età e a causa delle molteplici sfide che deve affrontare. Le cicatrici, che pian piano appaiono sul suo corpo, e la barba incolta rappresentano anche la maturità che Musashi raggiunge nel corso del manga.
Il cammino di Musashi è fatto di passi in avanti e passi indietro, che si susseguono in poche pagine di distanza. La prima vera crescita, è la sua vittoria contro Inshun, maestro della lancia. Dopo aver rischiato la morte durante il loro primo scontro ed essersi allenato duramente isolandosi dal resto del mondo, Musashi arriva sì a vincere e a realizzare cosa sia la paura, ma involve immediatamente, tornando ad essere la “bestia assetata di sangue” che era sempre stato.
Questo rende la sua evoluzione più realistica, nessuno può cambiare radicalmente in così poco tempo. La consapevolezza di sé arriva solo quando Musashi realizza la reale ragione della sua sete di sangue e della sua violenza.
Avendo vissuto tutta la sua vita nell’ombra del padre, cercando prima di ottenere un suo riconoscimento per le sue abilità, poi iniziando invece ad odiarlo, Musashi riesce finalmente ad intraprendere la strada del samurai solo quando accetta che il titolo di guerriero invincibile altro non è che una mera illusione.
Il padre lo aveva trattato con violenza e disegno solo perché temeva che un giorno quel titolo tanto caro gli sarebbe stato strappato dalle mani, diventando paranoico nei confronti di chiunque, compreso suo figlio. Il protagonista stava commettendo lo stesso errore.
La forza motrice di ogni cambiamento è la paura, quando realizza di non esservi immune, quando finalmente la prova di nuovo, Musashi cambia e cresce. Solo nel momento in cui riesce a dire addio al padre e alla sua parte “bestiale” è finalmente libero, capendo e accettando di essere umano, di temere la morte.
La storia di Vagabond è la storia di un uomo che riesce a capire che nella vita non ci sono vincitori o sconfitti, dopo aver sperimentato sulla sua pelle quasi ogni tipo di sofferenza. Alla fine, Musashi capisce che essere invincibili non è che un mero titolo, acquisito solo versando il sangue di altri che, come lui, cercano di essere riconosciuti e di essere i più forti.
Non si può riassumere la profondità delle riflessioni di Vagabond. Anche se può sembrare in un qualche modo distante nel tempo, le conclusioni alle quali i personaggi arrivano rimangono sempre attuali ed interessanti.
Ognuno trae da questa storia un insegnamento diverso, non rimane altro che leggere.