Questo dettaglio potrebbe confondere alcuni fan, ma Oda lo ha già confermato all’interno della sua storia. In che senso? Semplice! A Elbaf il tempo scorre molto più lentamente che altrove.

Il primo indizio è arrivato da Louis Arnote, che ha messo in guardia gli altri visitatori di Elbaf dicendo di non restare mai troppo a lungo. Tecnicamente questo non indica assolutamente nulla, ma non è l’unico avvenimento strano accaduto da quando è iniziata la saga.
Anche Imu, una volta arrivata a Elbaf nel flashback, si lamenta del fatto che i Sacri Cavalieri stessero impiegando troppo tempo per portare i bambini a Marijoa. A Elbaf, sembrava che fossero passate solo poche ore, ma per Imu probabilmente erano giorni, non si spiegherebbe altrimenti per quale motivo si è recata personalmente sul posto per occuparsi della questione.

Un altro indizio arriva da Scopper Gaban, nella frase qui tradotta:
“Sono passati tre o quattro anni dalla morte di Roger?” — Scopper Gaban
Un ulteriore chiarimento deriva dal flashback di Loki, rivelando che il tempo a Elbaf è percepito in modo diverso rispetto al resto del mondo. Durante una scena in cui Shanks e Gaban fanno il bagno insieme, Gaban afferma che sono passati circa 3-4 anni dalla morte di Roger, ma Shanks lo corregge dicendo che in realtà ne sono passati dieci. È chiaro quindi che la percezione del tempo di Gaban sia stata alterata.

Il concetto alla base di questo “secondo timeskip”, che Oda ha già introdotto, è proprio che a Elbaf il tempo viene percepito in maniera diversa. Importante sottolineare che non è il flusso del tempo in sé a essere alterato: se fosse così, molte dinamiche dell’universo di One Piece non tornerebbero.
La domanda ora è: una volta terminato l’arco narrativo, quanto tempo sarà passato per tutti gli altri personaggi?