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My Hero Academia (Boku no hero Academia) è tratto dall’omonimo manga shonen di Kōhei Horikoshi, pubblicato su Weekly Shōnen Jump dal 2014. L’anime ha esordito nel 2016 ed è attualmente alla sua quinta stagione. La regia è affidata a Kenji Nagasaki e la produzione è curata dallo studio Bones. La prima edizione italiana è arrivata nel 2018 grazie a Dynit e Crunchyroll, che ospita gli episodi in streaming al pari di Netflix e VVVVID.
Oltre alle cinque stagioni finora uscite, esistono anche quattro OAV e tre lungometraggi.
La trama di My Hero Academia
Siamo in un mondo in cui, dopo una mutazione genetica, il genere umano ha iniziato a sviluppare capacità speciali, denominati quirk. Circa l’80% della popolazione manifesta queste abilità, definibili tranquillamente come superpoteri, entro i primi anni di vita.
Il nostro punto di vista è però quello di Izuku Midoriya, un ragazzo delle medie che ha sempre sognato di essere un eroe, pur essendo privo di un quirk. La sua ormai rara condizione lo pone in cattiva luce rispetto ai suoi compagni, che arrivano a chiamarlo in modo dispregiativo con il termine Deku.
Nonostante questo Izuku cerca di condurre una vita coerente con il suo ideale di giustizia. Dopo aver dimostrato un grande coraggio, il giovane sarà notato da All Might, l’eroe più forte del mondo, che farà di lui un vero combattente e gli offrirà il suo stesso quirk.
Avrà inizio così un percorso che porterà Izuku all’interno di una prestigiosa scuola per supereroi e poi a contatto con diversi nemici che mettono in pericolo la pace.
Struttura dell’opera
Tutta la storia ruota intorno a Midoriya (che fa suo il nome d’arte “Deku”, dopo averne eliminato la carica negativa), All Might e gli studenti della 1-A del liceo Yuei. Al loro fianco alcuni insegnanti e numerosi villain, che si alterneranno nei diversi archi narrativi.
Nelle diverse stagioni la trama principale riguarda sempre Deku e il suo percorso che lo porterà a diventare l’erede di All Might e quindi l’eroe più forte del mondo.
Partiamo però ovviamente dalle classiche sequenze che comprendono allenamenti, difficoltà iniziali nella gestione del proprio potere e le prime rivalità, in primo luogo con l’amico/nemico di sempre, Bakugo. Assistiamo alla crescita della classe 1-A, prima all’unisono e poi a diverse velocità, quando le cose iniziano a farsi più serie e cominciano ad emergere percorsi individuali più adatti ad ognuno degli studenti.
Parallelamente all’ambiente scolastico, un luogo sicuro in cui sperimentare e crescere attraverso il confronto, troviamo una serie di avversari che danno maggiore spessore alla trama.
Particolarmente rilevante per la trama è l’Unione dei Villain, che elabora un gran numero di piani finalizzati a sovvertire la società dei supereroi. Gestiti da Shigaraki Tomura, riescono addirittura ad infiltrarsi all’interno della Yuei e a reclutare di volta in volta personaggi molto pericolosi. Si scoprirà che dietro a questo gruppo si muove All for One, il detentore del quirk opposto a quello di All Might, nemico formidabile e mai veramente sconfitto.
Tra gli altri avversari degni di nota troviamo anche Stain, l’assassino di eroi, che combatte guidato da una sua idea distorta riguardo a quello che dovrebbe essere un eroe, oltre a Shie Hassaikai, membro di un gruppo criminale locale, impegnato nella cancellazione dei quirk.
Analisi
My Hero Academia rientra nella categoria degli shonen per un pubblico molto giovane, espone situazioni e dilemmi adatti all’età del protagonista, che si trova ad affrontare situazioni molto pericolose, fondamentali per la sua crescita.
Tutti gli studenti di contorno sono ben caratterizzati con personalità ben distinte e quirk complementari tra loro, dai più banali come la possibilità di lanciare nastri adesivi, a elementi più complessi come il potere di creazione di Momo Yaoyorozu, in grado di produrre oggetti dal proprio corpo. In mezzo una serie di capacità offensive di vario livello, dalla generazione di fuoco e ghiaccio all’utilizzo di un’ombra misteriosa.
Uno sguardo più approfondito sulla società degli eroi ci mostra anche le problematiche relative alla rivalità tra i supereroi più forti, le ragioni economiche dietro alle loro azioni e le motivazioni che spingono molti di loro a migliorarsi sempre di più.
L’animazione delle diverse stagioni si mantiene su un buon livello, anche se a volte altalenante. Anche la colonna sonora è a tratti carente, soprattutto nelle stagioni centrali. I classici due temi di sottofondo sono spesso ripetuti, anche se, bisogna dirlo, le situazioni non sono mai particolarmente varie, quindi una musica tranquilla e una più incoraggiante coprono a tutti gli effetti la maggior parte delle scene.
L’aspetto forse più deludente è la caratterizzazione dei cattivi, che sono malvagi per principio, senza possibilità di redenzione e con motivazioni risibili, sempre ancorate a dilemmi logici che tengono in sospeso i protagonisti in un tentativo molto giapponese di superare i propri avversari sul piano morale oltre che fisico.
Il movente della quasi totalità dei nemici è il principio secondo il quale gli eroi come sono attualmente non vanno bene, sono sbagliati, fanno gli eroi soltanto per denaro e fama, non sono abbastanza forti per reagire alle “vere minacce” e così via. Non esiste un vero obiettivo, se non il fatto di andare contro ai protagonisti, per una ragione o per l’altra.
Questi personaggi diventano quasi subito la personificazione molto semplificata dei passi di crescita di Deku, che di volta in volta dovrà comprendere le sue motivazioni per essere un eroe, per contrasto rispetto a quelle dei villain.
Non ci si può aspettare molto da uno shonen con un pubblico giovane, ma la delusione si origina dal fatto che questi nemici sono spesso caratterizzati come molto intelligenti e in grado di elaborare piani a lungo termine e strategie invincibili. Almeno i nemici di Goku volevano dominare l’universo ed era lui a dover girare per affrontarli…
In definitiva il successo della serie è meritato, ma ci si aspetterebbe qualcosa di più da un franchise così conosciuto.