In Giappone sono già stati registrati 770 casi di coronavirus , tra cui 634 dalla nave da crociera Diamond Princess. Il periodo di nuovi contagi ha portato a precauzioni anche nei luoghi di attrattiva culturale.
CHIUSURA MUSEO GHIBLI
Ciò sta accadendo anche nel Museo Ghibli a Mitaka di Tokyo, museo in cui è possibile rivivere la magia delle opere dell’omonimo studio animato di Hayao Miyazaki. E’ stata prevista una temporanea chiusura della struttura dal 25 febbraio al 17 marzo.
Il Museo Ghibli accoglie ogni giorno oltre un migliaio di visitatori locali e internazionali, rendendolo quindi un luogo ad alto rischio per la diffusione del coronavirus, nominato ufficialmente COVID-19 dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
Poiché i funzionari giapponesi non sono ora in grado di identificare i focolai del virus, le prossime tre settimane saranno estremamente importanti per cercare di arginarlo nel miglior modo possibile.
Il Museo Ghibli è solo uno dei tanti luoghi di cui è prevista la chiusura mentre tanti altri eventi nella capitale nipponica sono stati sospesi e/o rimandati.
Il Museo Ghibli ha annunciato la chiusura temporanea sul suo sito ufficiale il 22 febbraio, con scuse che affermano:
“Ci scusiamo con coloro che non vedevano l’ora di visitare il museo, tuttavia continueremo a monitorare la situazione e vedremo come evolverà, quindi saremmo grati se potessi controllare il nostro sito Web [per futuri aggiornamenti].”
Il Museo Ghibli afferma che emetterà un rimborso completo per coloro che hanno prenotato i biglietti nel periodo della chiusura e che i dettagli della procedura di rimborso saranno annunciati a breve.
Ciò che sta accadendo in Giappone, accade anche in Italia, simbolo che il virus si sta diffondendo in molte aree del mondo. L’importante rimane sempre non farsi prendere dal panico ma di essere calmi e rispettare il decalogo emesse dalla OMS per cercare, per quanto più possibile, di arginare il contagio della malattia.