Disponibile dal 17 giugno, Mercurio Loi. A passeggio per Roma è il quarto volume cartonato che ripropone le avventure del professore romano, creato da Alessandro Bilotta e protagonista di una serie in edicola dal 2017 al 2019.
Tutti vogliono essere felici, questa è una certezza, ma quali segreti nasconde tale aspirazione? Mercurio Loi, con meticoloso acume, si muove nella scia dell’inquietante criminale chiamato “l’infelice”, alla perenne ricerca di un senso nel turbinio delle emozioni umane. E saranno proprio le emozioni a guidare il professore in una passeggiata, apparentemente pilotata dalle indicazioni di un misterioso quaderno, fatta di bivi, antichi ricordi che tornano, sinistre presenze e giochi di illusionismo.
Testi di Alessandro Bilotta, disegni di Andrea Borgioli e Sergio Ponchione, copertina di Manuele Fior, 208 pagine in formato 22 x 31 cm. Il volume rilegato è in vendita a 28 euro in libreria, nello store Bonelli e con sconto del 5% su Amazon.
Le trame di Mercurio Loi. A passeggio per Roma
Ne L’infelice vediamo Mercurio Loi a disagio in mezzo all’allegria altrui, poi due corvi declamano i primi versi della poesia Alla luna di Giacomo Leopardi e l’attacco della terza strofa de La vita solitaria, dello stesso poeta di Recanati. Versi che si abbinano meglio allo stato d’animo del professore.
Raggiunto dal fidato assistente Ottone De Angelis, Loi va a vedere il Guglielmo Tell di Schiller.
L’amico sottolinea la malinconia e la tristezza del protagonista, il quale prima nega, poi sospetta che dietro ci sia, anziché una causa “naturale”, lo zampino de l’Infelice, un misterioso ex professore di filosofia, sfregiato dai francesi, ritiene l’infelicità la via per la verità e vuole togliere la felicità agli altri.
Il barbiere Adelchi e lo stesso Ottone consigliano a Loi di cercare l’origine dell’infelicità nel dettaglio e non nel generale. Si rivela un buon suggerimento:
indagando, Mercurio ricostruisce a ritroso la lunga catena che porta all’Infelice, partendo dalla mela cattiva che lo ha messo di cattivo umore, passando per pianti di neonati, bambini e maestre turbati, appuntamenti mancati, fino al cane ucciso dall’Infelice per realizzare la successione di eventi.
Gli scagnozzi dell’Infelice rapiscono uno dei francesi che lo hanno sfigurato e glielo offrono come regalo di compleanno. La contorta mentalità dell’infelice gli impedisce di vendicarsi (perché diventerebbe felice) e anzi si preoccupa di ristabilire l’equilibrio che sta faticosamente costruendo (per rapire il francese, i suoi uomini hanno ucciso qualcuno, rendendo infelici alcuni e felici altri, senza usare i “criteri” del padrone).
L’avversario di Loi spiega meglio il suo pensiero citando Aristotele, secondo il quale il saggio cerca di raggiungere l’assenza di dolore, non il piacere, e affermando che “Infelice” è un nome approssimativo: per lui il punto è non cercare l’appagamento desideri, ma solo la sapienza e la saggezza per arrivare alla verità.
L’antagonista fa aggredire Ottone per distrarre Loi, il quale invece si concentra sulla ricostruzione del piano arzigogolato, tra battute cambiate ai suggeritori, risse e barcaioli sostituti. Convinta una giovane a perdonare l’amato, Loi fa liberare Ottone e riesce a far arrestare l’Infelice.
L’introduzione di A passeggio per Roma sottolinea come siano le azioni a definire l’uomo, più delle parole. In particolare sono significativi il camminare e le scelte, decidere quale strada prendere e prima ancora se proseguire. Elementi che avranno grande importanza nella vicenda.
Mercurio invita Ottone a passeggiare prima di cena, apparentemente senza meta, ma a guidarli è una tesi ricevuta da uno studente, incentrata sulle strade di Roma: inizialmente Loi la giudica noiosa (tanto da averlo fatto addormentare), contorta, con un gioco enigmistico fuori tema e incomprensibile. Ma sarà elemento portante della vicenda e Loi non potrà fare a meno di seguirlo.
È l’inizio di una storia a bivi dove le stesse opzioni del lettore vengono poste a Mercurio. La prima opzione è la scelta tra un uomo che nasconde il volto e uno che custodisce un quaderno: quest’ultima è nella stessa situazione del professore e oltretutto sembra imprigionato in quel meccanismo.
Successivamente (se così si può dire), Loi incrocia Pasquino (figura della tradizione popolare romana, che gira incappucciato per la città affiggendo testi in rima contro il potere della Chiesa). Il professore gli chiede maggiori spiegazioni su un suo testo che parla di un condannato: l’incappucciato si riferisce una persona combattuta tra andare incontro alla ghigliottina o dire la verità e far condannare il fratello, una persona importante.
Scopriremo che si tratta di Mario Leone e dell’amato vescovo Vito: Mercurio e Ottone si organizzano per far incrociare i rispettivi cortei (di scherno e di approvazione). Loi visita anche il professor Camillo Scaccia, di cui era stato il prediletto, scoprendo con sorpresa che ha un nuovo assistente.
Nel finale, scopriamo due personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella trama, nonché per l’incolumità del protagonista.
Sviluppo
Come di consueto Mercurio Loi, oltre a mostrarci l’affascinante Roma di due secoli fa, ci porta nei meandri dei sentimenti umani, che il professore è abile a capire e interpretare.
In entrambe le storie i disegni sono molto suggestivi, valorizzati dalla colorazione dello studio RAM (Francesca Piscitelli per il primo racconto, Nicola Righi per il secondo), ci portano nella Roma di inizio XIX secolo, rendendo efficacemente anche le situazioni e gli stati d’animo, spesso cupi e drammatici.
Nelle tre pagine di diario che seguono il primo racconto, l’Infelice approfondisce ancora il suo pensiero, per poi rivelare che la sua infelicità ha avuto origine nel giorno in cui gli hanno dato un nome (ma senza rivelarlo). Le concatenazioni di eventi messe in atto dall’antagonista richiedono, oltre alla certezza delle conseguenze, anche una notevole precisione temporale: elementi che tolgono un po’ credibilità alla vicenda.
Come detto, A passeggio per Roma è una storia a bivi dove le stesse opzioni del lettore vengono poste a Mercurio: caratteristica che coniuga l’interattività con la sospensione dell’incredulità (i testi che propongono le scelte sono in realtà parti del quaderno che legge Loi). Altro elemento di pregio, il fatto che la storia può anche essere letta in modo tradizionale, sequenziale: una delle due scelte porta sempre a proseguire nella pagina successiva.
I due personaggi che scopriamo al fondo, l’ipnotista e l’attore della compagnia teatrale filosofica (“La scelta”), costituiscono una spiegazione più razionale della vicenda, che fino a poco prima sembrava basata su una sostanziale onniscienza dell’autore della tesi.
Al fondo del volume troviamo una breve Guida per perdersi a Roma: il professore vaga spesso senza meta precisa, attività che nel secondo racconto viene esplicitamente valorizzata, come unica via per l’inaspettato e qui trova addirittura una scientificità.
Anche i temi trattati danno fascino alla vicenda, in particolare nelle contrapposizioni: felicità e infelicità, appagamento del desiderio e verità, scelta e predeterminazione, parola e azione.
Mercurio Loi
Mercurio Loi è un professore universitario che indaga sui misteri della Roma del 1826: passeggiando per la Città Eterna in compagnia del giovane assistente Ottone, incontra personaggi strani ed eventi misteriosi, sette e cospiratori.
Il personaggio nasce nell’ambito di albo autoconclusivo della collana Le storie della Bonelli, pubblicato a inizio e riproposto a colori in formato da libreria. A maggio 2017 fa l’esordio la serie regolare, albi mensili legati da una trama orizzontale. A gennaio 2018 la pubblicazione diventa bimestrale, un anno dopo viene annunciata la chiusura: l’ultimo albo è il n. 16, La morte di Mercurio Loi.
Alessandro Bilotta cita tra le fonti di ispirazione la passione per Roma, luogo ideale per un personaggio come Mercurio Loi, e il sense of wonder dei fumetti di supereroi. Graficamente le vicende si ispirano alla serie di 120 acquerelli Roma sparita di Ettore Roesler Franz.
Alessandro Bilotta
Collaboratore da tempo di Sergio Bonelli Editore, Alessandro Bilotta è uno dei principali talenti del fumetto italiano. Esordisce nel 1999 con Povero Pinocchio, disegnato da Emiliano Mammucari e pubblicato da Star Comics. Con il disegnatore Carmine Digiandomenico realizza le graphic novel La Dottrina, manifesto futurista del fumetto italiano, Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia e Romano.
Per Star Comics, Bilotta ha creato la serie a fumetti Valter Buio. Per la serie Mercurio Loi, nata dal successo dell’omonimo volume de Le storie, nel 2018/2019 fa sostanzialmente incetta dei premi italiani per fumetti. Nel 2019 Bilotta riceve il Romics d’oro per i 20 anni di carriera. Per Bonelli ha scritto Martin Mystère, Dampyr e sei numeri de Le Storie.
Per Dylan Dog Bilotta ha creato l’acclamata saga Il pianeta dei morti: nel 2008 il primo racconto autoconclusivo per la testata “sperimentale” Color Fest, ipotetica conclusione della serie sul personaggio, ha ottenuto un notevole successo. L’idea viene sviluppata sul Color Fest n. 10, sul Dylan Dog Gigante n. 22, trovando poi collocazione sullo Speciale Dylan Dog a partire dal n. 29, la cui testata viene appunto integrata con il nome Il pianeta dei morti. A breve pubblicherà, sempre con Bonelli, il progetto Eternity.
Andrea Borgioli per Bonelli ha lavorato a tre numeri di Mercurio Loi, uno di Jan Dix, due di Cassidy, quattro di Lukas.
Sergio Ponchione ha disegnato per Star Comics 12 numeri di Jonathan Steele e uno di Agenzia Incantesimi, per Editoriale Cosmo due avventure di Arturo Klemen, per Bonelli due avventure di Mercurio Loi (quella contenuta in questo volume e Tempo di notte, n. 13) e un racconto del Groucho Primo (Dylan Dog Color Fest), due di Professor M per Cnr Edizioni, tre de Gli Uomini della Settimana per Panini Comics.