“Il Medarot è un robot costruito con tecniche molto avanzate; il Medal è un intelligenza artificiale che viene installata in una struttura corporea chiamata Tinpet e, grazie a una grande varietà di parti modulari, questi robot hanno funzioni illimitate”
Benvenuti in questo nuovo Otakult che tratterà delle epiche battaglie tra robot dell’opera Medarot (conosciuto anche come Medabots), la serie anime di 52 episodi diretta da Tensai Okamura (che ha diretto anche Blue Exorcist, Darker then Black, ecc..), tratta dal videgioco per GameBoy, realizzato dallo studio NAS, e che ha ispiritato un manga, realizzato da Horumarin ed edito da Kōdansha sul mesile CoroCoro Comic.
L’ anime venne rilasciato in Giappone dal 2 luglio 1999 fino al 30 giugno 2000; in Italia arrivò nel 2001, e fu trasmesso su Rai 2. Nel 2000 è stata prodotta una seconda serie televisiva dal titolo Medarot Damashi che, tuttava, non è mai stata rilasciata in Italia.
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Trama di Medarot
In un lontano futuro, quasi ogni essere umano possiede un Medarot, un innovativo e sofisticato tipo di robot, composto da un “Tinpet“, che funge da esoscheletro, un “Medal“, un “cervello” a forma (per l’appunto) di medaglia contenente l’intelligenza artificiale dell’Medarot e dei moduli interscambiabili che si assemblano allo scheletro (come cingoli, armi, ali, ecc…).
Nella società attuale questi Medarot sono molto utili come aiutanti, amici o addirittura maggiordomi; tuttavia, il loro impiego più “diffuso” sono le “robobattles” in cui gli sfidanti si affrontano in avvincenti battaglie tra robot, dove è possibile vincere moduli di ricambio per potenziare il proprio robot. Queste sfide sono così popolari che esiste una competizione a livello internazionale chiamata la Lega del Medarot.
Ikki Tenryo è un bambino di dieci anni appassionato di Medarot e di robobattles che aspira a diventare il più forte; sfortunatamente non ha abbastanza soldi per comprare un Medarot d’ultima generazione. Il destino di queto ragazzino prende una piega inaspettata quando, ritornando a casa, trova in mezzo al fiume un Medal abbandonato.
Usando tutti i suoi risparmi, Ikki riesce a comprare un vecchio Medarot di tipo coleottero di nome Meta Bee (nella versione giapponese Kuwagata), a cui inserisce il Medal che ha recuperato. Meta Bee si dimostra essere molto forte ma, sfortunatamente, non sembra andare molto d’accordo con il proprio padrone.
Riuscirà questo improbabile duo a vincere tutte le battaglie per diventare i migliori? Scopriranno il segreto dietro il Medal di Meta Bee, e a sconfiggere la RoboRobo Gang, una spregevole organizzazione segreta?.
Merchandising di Medabot
Proprio come per molte altre serie Tv, anche Medabot ha generato un vasto assortimento di gadget, giochi da tavolo, giocattoli, ecc… che hanno riscosso un discreto successo. Dalla serie di Meabot sono stati prodotti numerosi videogiochi, alcuni collegati alla serie altri come spin-off per svariate piattaforme (game boy color, game boy advance, nintendo ds, nintendo 3ds), l’ultimo videogioco, Medarot Classics Plus, è stato rilasciato in Giappone per Nintendo Switch il 12 novembre 2020.
Venne rilasciato, inoltre, un gioco da tavolo chiamato “Medabots Takara” in cui, facendo uso di dadi e piccole miniature dei Medarot (con parti interscambiabili tra loro per personalizzarle), era possibile simulare una robobattle. Infine, come succede molto spesso per gli anime che parlano di robot, vennero rilasciati anche alcuni model kit da collezione, alcuni dei quali rilasciati da Hasbro e che avevano anche l’esoscheletro (Tinpet) e la possibilità di scambiarsi i componenti.
Impressioni su Medarot
Medarot è una serie che, chi più chi meno la ricorda con un briciolo di nostalgia; si tratta di un opera che, come molte altre uscite a quei tempi (Beyblade, Yu-Gi-Oh, Pokemon, ecc..), parla di ragazzini che si scontrano fra loro con gli oggetti più disparati (da delle trottole a dei mostriciattoli e così via..), che si sfidano in grossi tornei mondiali e che finiscono irremediabilmente coinvolti in loschi complotti di organizzazioni segrete o terribili minacce da scongiurare.
La serie in sostanza verte su gag comiche, scene d’azione, combattimenti e personaggi che non spiccano per carisma o abilità ma, per lo più, per la loro “innata capacità” di risultare abbastanza ridicoli. Trattandosi di una serie uscita quasi in contemporanea con molte altre che appassionavano i bambini con la loro trama semplice e facile da “digerire” (ex. Digimon, Duel Master, Pokemon, ecc..), Medarot riesce comunque a tenere alto il suo nome, fornendo un tipo di intrattenimento che fa breccia nelle passioni dei bambini.
Sfortunatamente non si può dire lo stesso per gli adulti, ai quali questo tipo di animazione e trama (a meno che non fosse stato seguito da piccolo e lo si voglia rivedere per nostalgia) risulta di poco impatto e alla lunga quasi fastidioso. Altro punto di demerito va alla scarsa caratterizzazione dei personaggi umani, a volte messi in secondo piano rispetto ai loro stessi robot, i quali vengono descritti meglio.
Bisogna dire che, visto anche il boom di serie con la stessa trama uscite nello stesso anno, questa serie non si sia distinta molto, infatti non viene ricordata molto o facilmente; tuttavia, rimane un cult che ha riempito le infanzie di molti giovani, che veniva discusso con gli amici i pomeriggi o durante le ricreazioni insieme a molte altre serie e che, per certi versi, si può dire che ha anche fatto appassionare molti ragazzi al concetto di “combattimento tra robot” che poi avrebbe portato ad aprire le porte ad altri anime ben migliori e anche più “seri“.