Commovente, originale e meraviglioso. Maquia è decisamente un film che rientra in questa definizione.
Il film Maquia, conosciuto anche con il titolo più completo Maquia – Decoriamo la mattina degli addii con i fiori della promessa o con il suo titolo in giapponese さよならの朝に約束の花をかざろう (leggibile come Sayounara no asa ni yakusoko no hana wo kazarou), spessi abbreviato semplicemente in Sayoasa, è un film di circa 2 ore prodotto nel 2018, diretto da Mary Okada e prodotto dalla P.A. Works.
In Italia, il film ha una versione DVD, Blu-ray e una versione ultralimited (solo 1500 copie), che contiene anche delle cartoline dedicate al film e dei mini volumi speciali (come una light novel di 16 pagine dedicata al film). Questo fantastico formato è garantito dall’azienda Anime Factory.
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La trama di Maquia
Uno dei pochi in grado di sopravvivere è il popolo degli Iolph, esseri dall’aspetto umano e con delle caratteristiche comuni: tutti, infatti, posseggono dei lunghi capelli biondi, vestono di bianco e sono dotati di una lunga vita, destinata a durare centinaia di anni. Impiegano le loro giornate tessendo gli Hibyol, dei tessuti con una funzione molto simile a quella dei libri, che solo loro riescono a leggere. La protagonista della storia è Maquia, una ragazza Iolph orfana di entrambi i genitori e che si rende conto della sua solitudine vedendo i suoi amici, suoi coetanei, che la sera, dopo aver terminato il lavoro, tornano dalle loro famiglie.
Piangendo da sola nella sala dove sono conservati gli Hibyol, viene trovata dal capo villaggio che le dice che in realtà lei non è sola, e solo nel momento in cui dovesse amare una persona al di fuori dal loro clan allora capirebbe davvero cosa vuol dire essere soli.
Una sera, il villaggio viene attaccato. Maquia, per un assurdo incidente, si ritrova in pochi attimi lontana da casa e dai suoi amici. Incapace di vivere nel nuovo mondo a lei sconosciuto, decide di farla finita… ma proprio in quel momento, sente piangere un bambino. Scopre che il bambino, appena nato, è un piccolo sopravvissuto di un attacco di banditi. Nonostante la sua giovane età (15 anni), Maquia decide di prendere con sé il piccolo, decidendo di crescerlo come se fosse sua madre. Iniziano così le avventure di Maquia ed Erial (Ariel nella versione giapponese).
Struttura di Maquia
La storia si incentra principalmente su Maquia, ma vengono anche mostrati attimi che hanno come protagonisti Erial o l’amica di Maquia, seppur questa si riveli più rilevante solo nelle scene finali del film.
Impressioni personali su Maquia
Se devo essere onesta, Maquia è decisamente il mio film preferito. La grafica è a dir poco eccezionale, con paesaggi che passano da quello fiabesco del villaggio d’origine di Maquia a quello decisamente più meccanizzato e (azzardando davvero la descrizione) in stile Steampunk di un villaggio nel quale Maquia ed Erial si stabiliscono.
Ci sono tante cose che mi hanno colpita: il coraggio di una ragazzina che decide di prendere con sé un bambino appena nato, la tenerezza in fanciullezza dello stesso Ariel e la sua crescita durante l’intero film. Il finale, forse per alcuni scontato e per altri decisamente esagerato, a me ha colpito molto e tutt’ora, nonostante lo conosca a menadito, non riesco a fare a meno che essere colpita. Solo pochi film e serie sono riuscite a farmi questo effetto, e tra queste c’è Bugie d’Aprile, la cui recensione è disponibile al seguente indirizzo.
Unica pecca, se così si può definire, è il fatto che molti aspetti sono stati trattati in maniera marginale, come il dolore dell’amica di Maquia che si ritrova a sposare il principe, partorisce suo figlio ma non è in grado di vederlo o accudirlo a causa di assurde regole dettate dal re del quale è prigioniera. Oppure, non è stata ben trattata la malattia dei Renato, i simil draghi il cui corpo va a fuoco, cosa che li porta lentamente all’estinzione e che viene appena accennata. Ovviamente, però, in 110 minuti è difficile racchiudere aspetti che risultano così marginali per lo sviluppo del film.
Si tratta decisamente di qualcosa di intramontabile, che non riesco a fare a meno di rivedere ogni volta che ne ho l’occasione.
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