Correva l’anno 2005 e mi ritrovai, quasi per caso, a leggere un manga auto conclusivo: Vitamin. A fine lettura rimasi con lo sguardo fisso verso il vuoto, completamente sconvolta. L’autrice Keiko Suenobu aveva trattato, con grande professionalità artistica, un tema delicato e purtroppo attuale: il bullismo a scuola. In quel periodo si cominciava a parlare sempre di più di bullismo tra i banchi di scuola, spesso definito come “una goliardata, una bravata”, ma come si potevano definire scherzi di poco conto gesti che spingevano letteralmente al suicidio degli adolescenti?
La denuncia di Keiko Suenobu.
Dopo la lettura del primo titolo Vitamin, cominciai ad effettuare delle ricerche su questa autrice poco conosciuta in Italia. Quello che trovai all’epoca furono poche informazioni, ma riuscii a scovare un’intervista dove la Suenobu dichiarava di aver denunciato una piccola parte del vero bullismo nei licei giapponesi.
Pensai ad altri manga letti in passato e mi ricordai di Peach Girl: Sae, la migliore amica della protagonista Momo, era tremendamente narcisista e invidiosa. Bullizzava Momo ricorrendo a piccole “goliardate” come la diffamazione fino a farla rapire e simulare uno stupro. Lui il primo amore, Hanayori Dango, Mars e altri manga contengono scene di bullismo e violenza, eppure non mi hanno turbato come Vitamin e Life.
Analizziamo la trama principale delle due opere
- VITAMIN
Sawako è una liceale di quindici anni, ha tante amiche e un ragazzo bello e premuroso. Lo scenario iniziale sembra idilliaco, ma ben presto si trasformerà in un incubo. Il fidanzato, apparentemente perfetto, ama solo il corpo di Sawako e a causa di un imprevisto, uno studente scopre la coppia in atteggiamenti intimi, ma scorgerà solo il volto della ragazza.
In seguito al pettegolezzo dello studente, l’intera classe odierà la povera Sawako: insulti, percosse, molestie sessuali la spingeranno a tentare il suicidio. Perchè Sawako viene maltrattata? Cosa ha fatto di male? È colpevole di aver avuto rapporti sessuali con un ragazzo.
- LIFE
Shiba è una ragazzina di terza media molto insicura di sé. Insieme alla sua inseparabile amica, decide di iscriversi agli esami di ammissione per un noto liceo: lei li supererà mentre la sua compagna di classe verrà bocciata. Shiba vivrà così il primo voltafaccia della sua vita: l’amica l’abbandonerà infrangendo così la loro promessa sul rimanere amiche per sempre.
La ragazza, sconvolta, diventerà ben presto autolesionista e si convincerà di essere incapace nel comprendere gli stati d’animo altrui. Purtroppo per lei, la vita al liceo non sarà idilliaca: Shiba conoscerà Manami, una ricca ragazza inizialmente dolce e gentile che diventerà ben presto la sua aguzzina.
Cosa mi ha sconvolto?
La vita in Giappone è molto diversa da quella occidentale: senso maniacale dell’ordine, ricerca assoluta del successo ed essere sempre perfetti agli occhi di tutti. Se i giapponesi aspirano ad una perfezione quasi utopica fin da bambini, come mai il bullismo scolastico raggiunge altissimi livelli di violenza? Personalmente potrei parlare quasi di invidia verso l’individuo che si vuole distinguere dalla massa, in pratica è semplice frustrazione o non accettazione del “diverso”, dello studente non omologato.
La denuncia sociale di Keiko Suenobu è confinata solo in Giappone?
Purtroppo no. Il bullismo è un fenomeno presente in tutto il mondo. In Italia si registrano numerosi episodi, spesso le vittime non denunciano i propri aguzzini per paura e quando trovano il coraggio di farlo, gli adulti giustificano i carnefici con “era solo uno scherzo/sono solo ragazzi”.
Quante volte abbiamo sentito simili parole per giustificare il bravo ragazzo trasformando il carnefice in vittima? Tante, troppe volte. I genitori, responsabili diretti dell’educazione della prole, non sono in grado di riconoscere il proprio fallimento e non cercano la causa del disagio interiore del figlio che lo ha spinto a commettere violenza su un coetaneo: se si tratta di una ragazza abusata allora è una “facile”, se l’è cercata e ha circuito il figlio. Se è un ragazzo ad essere picchiato allora è uno “sfigato antipatico”.
Grasso, magro, bello, brutto, disabile o etnia diversa: il bullo cercherà sempre una buona scusa per esercitare la propria forza contro il più debole. Spesso questi individui, a loro volta deboli, agiscono in branco puntando la singola preda e scagliandosi contro senza pensare alle conseguenze, fregandosene delle ferite interiori inferte al malcapitato.
Si può prevenire il bullismo?
Bullismo, mobbing e stalking, diversi termini per descrivere la violenza verso un individuo: non se ne parla abbastanza o quando si affronta l’argomento è solo per commentare e studiare l’ennesimo caso di cronaca nera.
Spesso ci si chiede: se ne è mai discusso seriamente? Esistono testi didattici che spiegano ai ragazzi, i futuri adulti del domani, a rispettare il prossimo e non prevaricare sul più debole? Partendo dal presupposto che l’educazione base parte proprio dalla famiglia, lo studente presiede a diverse lezioni, tra cui storia e filosofia.
Non vorrei dilungarmi sui vari eventi storici che ho dovuto studiare, mi limiterò a citare il titolo di un libro che ho particolarmente apprezzato: Il superuomo di Friedrich Nietzsche. Il filosofo tedesco descrive la natura egoistica dell’essere umano, un individuo che si pone al grado più alto di evoluzione e quindi cerca di prevalere sul più debole esercitando la propria forza come una sorta di selezione naturale. In parole povere, il pesce grosso mangerà sempre quello più piccolo.
Purtroppo un’errata interpretazione del Superuomo da parte di Hitler sarà la base di uno dei più tristi capitoli della storia.
Può un testo didattico aiutare a controllare il fenomeno del bullismo?
In parte. Il problema risiede sempre nell’interpretazione dei testi. Non sono una psicologa né un’istitutrice, ho semplicemente frequentato un istituto abbastanza rigido come molti. Tante regole, tante imposizioni, ma c’era un’enorme falla nel sistema scolastico: la mancanza dell’educazione sociale. Avevamo un dialogo con i professori, chi tra noi era più spigliato, chi più riservato. Per quando fossimo in “confidenza” con gli insegnanti, alcuni argomenti erano dei tabù.
Quali?
Maltrattamenti ed educazione sessuale. Proprio come nei manga citati prima, abbiamo visto degli episodi (per fortuna lievi) di bullismo come il pasticciare le pagine dei libri o i banchi.
Questo episodio risale ai tempi delle medie, quando noi alunni di prima siamo stati “battezzati” da quelli di terza. Ci siamo lamentati con i professori, ma l’unica risposta che abbiamo ricevuto è stato “sono solo scherzi” mentre noi, armati di fazzoletti e sapone liquido, cercavamo di pulire al meglio i banchi.
Quando mi sono trovata a leggere, nei manga, l’indifferenza dei professori e degli altri alunni, istintamente ho pensato non solo al “battesimo di san firmino” perpetrato dalla terza classe, ma a tutte le cattiverie gratuite che hanno costellato un lungo periodo scolastico.
«Sei inutile.»
«Nessuno ti vuole.»
«Perché non cambi scuola?»
«Sei solo uno sfigato.»
«Fai schifo.»
Queste sono solo alcune frasi che i classici bulli indirizzano alle proprie vittime, ma si sa, a volte una parola può ferire più di una lama e questi ragazzini non sanno che le loro azioni possono influenzare per sempre la vita di un individuo.
In Vitamin Sawako non riesce più ad andare a scuola per vivere quell’incubo quotidiano. Esasperata, assume degli anti acidi per calmare la nausea mentre l’ennesimo episodio di violenza gratuita la spinge al suicidio. In Life Shiba cerca conforto nell’autolesionismo mentre una seconda ragazza, tradita e minacciata da Manami, si getta dal’ultimo piano dell’edificio scolastico.
Sono solo dei fumetti, semplici prodotti editoriali. Pura fantasia. Le varie vittime di bullismo e cyber bullismo sono reali, così come i casi di violenza nei licei, i video su Youtube dove inermi professori subiscono maltrattamenti dagli alunni. E purtroppo i suicidi tra i giovanissimi sono la dura realtà.
Gli adulti? Spesso non riescono a cogliere i campanelli di allarme o si rifiutano vedere i problemi del figlio. Noi adulti siamo troppo impegnati nella nostra quotidianità: il lavoro, la casa, la famiglia e spesso questi problemi ci rendono sordi e ciechi.
La mia opinione personale
Come si può uscire dall’incubo del bullismo? Per prima cosa bisogna credere in sé stessi, cercare un appiglio, un hobby, qualcosa che tenga viva la propria anima. Il tuo vicino di banco ti ricatta? Non cedere alle provocazioni e parla con i tuoi genitori e insegnanti. Non ti ascoltano abbastanza o non ti credono: non demordere, combatti il nemico, scrivi un diario personale e fallo leggere. Prova a recuperare un libro dedicato a questo tema o uno dei fumetti della Suenobu e infilalo nella borsa del tuo genitore: a volte le immagini valgono più di mille parole.
Non lasciare che un pantalone scolorito dalle tinte rosate o scatti rubate con un cellulare condizionino la tua vita.
Momo di Peach Girl ha seguito la strada del perdono.
Karin di Lui, il primo amore si è ribellata e ha coronato il suo sogno d’amore.
Kira di Mars si è allontanata definitivamente dal patrigno che la stuprava.
Sawako di Vitamin si è affidata al suo sogno più grande per vincere contro i propri aguzzini.
Sawako di Life ha scelto di vivere la vita.