Oggi parleremo di una graphic novel nata lontano dal Giappone, dall’artista fracese Pierre-Henry Gomont e intitolata Malaterre. Una selva di rimpianti. L’opera è curata da Edizioni BD (etichetta della JPop) ed è stata tradotta da Francesca Berardi. L’opera si compone di 188 pagine, tutte a colori ed è in commercio dal 12 febbraio 2020. Prima di iniziare, raccontando la trama, ecco altre nostre recensioni:
Trama
Seppur all’apparenza si dimostri un padre affettuoso, in realtà necessita dei figli per il suo compito: usare i suoi eredi per portare alla ribalta una vecchia villa situata in Africa, persa dalla sua famiglia nel 1929, in seguito al crollo della borsa di Wall Street. Intenta una causa per l’affidamento esclusivo dei due figli maggiori, in quanto il terzo è troppo piccolo per essere affidato al padre. Stranamente, la vince, e un giorno annuncia ai suoi figli che necessita di andare in Africa, per un affare che lui sta curando. I figli, senza rivelare nulla alla madre che sta soffrendo per la loro assenza, decidono di seguire il padre in quella folle impresa. Inutili sono i tentativi della madre di riprendersi i figli.
I due ragazzi, dopo un periodo iniziale di smarrimento e meraviglia, vengono poi lasciati da soli in una casa in città, in quanto in quella zona esiste solo un liceo e sarebbe più comodo per loro poter andare dall’appartamento che non dalla villa del padre che si trova al di fuori della piccola città. Ben presto, i due ragazzi si abituano alla vita, preferendo l’assenza del padre alla sua presenza. La novel da qui in poi esplora la crescita dei ragazzi, mostrando spesso, con vignette disegnate, le loro vere emozioni.
Struttura
L’opera ha una struttura alquanto particolare, in quanto inizia dalla fine, letteralmente. Il primo capitolo, intitolato La fine si incentra sulla fine della vita di quello che è considerabile come il protagonista principale, o comunque colui che muove gli eventi, Gabrielle Lesaffre. Il suo amico, l’avvocato con la quale parla nel capitolo, inizia poi a raccontarne la storia, incentrandosi di tanto in tanto sugli altri protagonisti dell’opera, i figli di Gabrielle, e alla fine si ritorna al presente, dopo la morte dell’uomo.
I capitoli hanno una lunghezza variabile, in quanto ci sono sia capitoli di poche pagine che capitoli molto più consistenti. Il test presente in ogni vignetta è generalmente poco, e si ha la possibilità di apprezzare maggiormente i disegni dell’artista.
Considerazioni personali
Altra caratteristica che trovo interessante è l’aspetto dei personaggi: sia Gabrielle che il suo aiutante alla tenuta, un uomo del luogo, appaiono in alcune scene con tratti simili a quelli delle scimmie. Poiché in una scena Gabrielle fa ragionamenti alquanto razzisti, dicendo che le persone del posto non sarebbero in grado di gestire un’attività in maniera indipendente, questo sembra essere un chiaro riferimento al fatto che discendiamo tutti dalla stessa specie, e data l’evidente incapacità di Gabrielle di gestire i suoi affari, dimostra che quello che non dice non è vero.
Per quanto riguarda i disegni, si utilizzano spesso colori come il giallo, il blu e il verde, anche quando potrebbero essere usati colori differenti.
Parlando strettamente e tecnicamente del materiale cartaceo, si tratta di un libro molto ben definito, grande e dotato di una grandissima qualità, con fogli molto spessi.