Major è una serie anime trasmessa a partire dal 2004 sulla rete pubblica giapponese NHK, tratta dall’omonimo manga nato nel 1994.
Siamo di fronte a una storia che si concentra sullo sport, non stupisce quindi il numero considerevole di volumi del manga, 78, e degli episodi dell’anime, 154 più 3 OAV. Se il manga è stato uno dei più venduti, anche l’anime ha riscosso molto successo, dovuto sicuramente all’incrocio di tematiche shonen integrate nell’ambiente del baseball, uno degli sport più seguiti in Giappone.
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La trama di Major
Major segue diverse fasi della vita di Goro Honda, dall’asilo fino alla sua crescita sportiva ai massimi livelli. La sua vita sarà tutto fuorché noiosa, con purtroppo diversi risvolti negativi.
Il primo arco narrativo è ambientato in tenera età, tra l’asilo e i primi anni delle elementari. Goro è un figlio d’arte, suo padre Shigeharu ha una discreta carriera come lanciatore in patria e il piccolo Goro vuole ripercorrere le sue orme. Lo fa però in solitudine, perché l’unico bambino della sua età all’asilo è Toshiya Sato, al quale insegna a giocare a baseball nella posizione di catcher, due ruoli assolutamente complementari.
Nel frattempo la vita gioca un brutto scherzo a Shigeharu, che dopo un infortunio è costretto a cambiare posizione in campo, rimanendo comunque a buoni livelli. Durante una partita viene purtroppo colpito dal lanciatore avversario, Joe Gibson, uno dei più forti al mondo. Nonostante l’ottima partita giocata (è stato l’unico a riuscire a battere un fuoricampo contro il miglior lanciatore del mondo) Shigeharu muore il giorno seguente per emorragia interna.
Goro rimane così da solo con Momoko Hoshino, sua maestra d’asilo, che si era negli anni avvicinata al defunto padre, rimasto a sua volta vedono anni prima. Raggiunta l’età necessaria per entrare nel campionato giovanile, procederà a rianimare la piccola squadra locale, anche grazie alle sue eccezionali capacità, un misto tra un dono innato e il costante allenamento. In questo periodo nasce la rivalità con il suo amico Toshiya, iscritto ad una squadra rivale. Un rapporto fraterno che si consumerà su schieramenti opposti per molto tempo.
Sempre a questa età, Goro riesce a entrare in contatto con Joe Gibson, promettendogli una sfida nel momento in cui riuscirà ad arrivare ai massimi livelli, per competere ad armi pari.
Mentre Goro prende il cognome Shigeno, da un vecchio amico del padre che negli anni successivi inizia a prendersi cura di lui, continuano le avventure sul campo da baseball. Goro passa dall’essere reclutato in un’importantissima scuola a giocare il campionato interliceale in un istituto che fino a due anni prima era soltanto femminile.
Una volta cresciuto, Goro riesce ad accumulare esperienza in Giappone e negli USA, arrivando a giocare stabilmente nel miglior campionato del mondo. Tornerà in Giappone alla fine della carriera, per garantire ai suoi figli un genitore presente e un’ispirazione per il futuro.
Analisi
Questa serie è da molti considerata una delle migliori serie sportive di tutti i tempi. In effetti ha tutte le caratteristiche per esserlo, tra una narrazione mai banale e una schiera di personaggi ben caratterizzati e interessanti.
Per chi è appassionato di calcio, possiamo dire che Major trae ispirazione da diversi elementi tipici di Holly & Benji (Captain Tsubasa), che sicuramente a sua volte attinge a piene mani dagli stereotipi di genere.
Troviamo infatti un lungo, lunghissimo sguardo sull’intera carriera del protagonista, la nostra attenzione è su Goro da quando a malapena riusciva a stare in piedi.
Anche qui troviamo l’amico/rivale, fondamentale per la crescita sportiva e personale, uno stimolo continuo pur rimanendo a debita distanza per i casi della vita e le aspettative individuali, ben esplicitate durante l’arco relativo al liceo Kaido.
Allo stesso modo troviamo l’interesse amoroso del protagonista, che persevera per anni prima di conquistarlo. Shimizu è chiaramente innamorata di Goro fin dalla prima stagione, per sua fortuna dopo un discreto numero di episodi la vediamo riuscire nel suo intento.
Un particolare tipico del genere è sicuramente l’importanza attribuita alla forza di volontà, che travalica ogni ostacolo, soprattutto fisico. Goro, come suo padre, è infatti vittima di diversi infortuni che mettono in dubbio la sua carriera. Ma lui riuscirà sempre a trovare una soluzione. Quasi non esistono momenti in cui vada tutto bene, ma non importa, in qualche modo ogni tempesta sarà superata.
In tutta questa stucchevolezza possiamo però vedere anche elementi originali, che rendono Major così interessante.
In primo luogo, Goro è testardo, un po’ stupido, raramente fa la scelta giusta e poi ne paga le conseguenze. Un’esuberanza dovuta sicuramente alla sua situazione personale, che da una parte lo pone tra i più alti nella gerarchia dei suoi pari, grazie alle sue abilità, ma dall’altra lo vede un po’ perso sul piano famigliare, con una situazione che cambia di male in peggio con l’andare del tempo.
Proprio per questo è molto particolare il rapporto tra il nostro protagonista è Joe Gibson, autore del lancio che ha ucciso Shigeharu, ma che sotto la sua aura di malvagità nasconde grandi sensi di colpa e una volontà di restituire qualcosa a Goro, in un modo o nell’altro. Arriverà perfino a pagargli il primo stage negli Stati Uniti, oltre a proporre di farsi colpire per soddisfare la sete di rivalsa di Goro. Sarà sempre lui ad estendere la propria carriera fino a limiti pericolosi, per tenere fede alla promessa fatta a Momoko: mantenersi in forma fino a quando Goro non sarebbe stato in grado di competere allo stesso livello.
Una rivalità che arriva ad estendersi col figlio di Gibson, con cui Goro ha diversi scontri, sul campo e fuori.
E se la saga di Goro prima o poi deve necessariamente terminare, i più appassionati possono seguire Major 2nd, che riprende da dove termina Major, seguendo questa volta Daigo Shigeno, che questa volta troviamo nel ruolo di catcher, mentre il figlio di Toshiya, Hikaru Sato, ricopre il ruolo di lanciatore.