Oh! Great non è certamente un’esclamazione di soddisfazione, ma un autore che ci ha abituato a delle storie avvincenti, sempre curate nei dettagli e mai banali. Pseudonimo di Ogure Ito e del suo team, mangaka e character designer salito alla ribalta con la pubblicazione di Inferno e Paradiso e Air Gear (che ti consiglio vivamente!), da cui sono stati tratti anche gli omonimi anime.
Al contrario dei due capolavori che si compongono rispettivamente di 45 e 37 volumi, Majin Devil è una miniserie auto conclusiva di soli 2 volumi uscita nel 2001 in Giappone, nella quale l’autore riesce però a concentrare tutte le sue caratteristiche principali. Il teppista, il genio, poteri sovrannaturali e demoni che minacciano la terra, storie che si intrecciano tra amicizia, amore e combattimenti crudi e violenti.
Mentre le altre opere dell’autore sono arrivate in Italia grazie a Planet Manga, Majin Devil è stato pubblicato nel 2002 da Star Comics, precisamente sui numeri 33 e 34 della rivista Point Break.
La trama di Majin Devil
La trama vede due storie principali che si sviluppano fino ad intrecciarsi nella fase conclusiva.
Il manga si apre con Tetsu, ragazzo teppista di giorno e capo di una gang di motociclisti con la quale ama vandalizzare nottetempo le strade e scontrarsi con altre gang, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Devil”. Per guadagnarsi qualcosa, consegna i giornali casa per casa ogni giorno alle luci dell’alba. Durante un turno di lavoro, Tetsu viene attaccato da un demone fortissimo, un Majin (demone) chiamato Whited Vampire, che non gli lascia scampo e lo uccide tagliandolo letteralmente in due. Nello scontro, Tetsu riesce però a mordere il demone bevendo accidentalmente un po’ del suo sangue. Dopo essersi risvegliato qualche giorno dopo durante il suo funerale nel forno crematorio, scopre di essere stato infettato dal virus del demone, diventando un suo simile. Contrariato dal mostruoso potere ottenuto, Tetsu decide di dare la caccia al Majin per scoprire il modo di tornare completamente umano. Ma il demone ha infettato anche il suo miglior amico, Satoshi, che si abbandona all’estasi di questa trasformazione e inizia ad uccidere altri esseri umani. Tetsu sarà costretto ad uccidere l’amico tra le lacrime. Nello scontro, anche Satomi, sorellastra di Tetsu, è stata contagiata ed insieme, i due fratelli giurano vendetta al Majin per averli contagiati e aver dato loro questo potere.
La seconda storia si colloca non molto tempo dopo, nella stessa città ignara dell’ormai vastissima diffusione del virus e della moltiplicazione dei demoni che ormai infestano segretamente le vie. In questo scenario, un liceale dalle geniali capacità, Kazuya Idetora, per gli amici “Dekoppa”, si ritrova a salvare Tomoe Ashihara, la ragazza di cui è innamorato, dalle grinfie di un terribile demone-ragno umano grazie alla sua intelligenza. Un majin scoiattolo, Hurry, entrerà nella sua vita trasportandolo con sé in diverse missioni con lo scopo di uccidere demoni malvagi sfruttando l’astuzia del ragazzo. Dekoppa scopre che nel suo sviluppatissimo cervello dimora Whited Vampire, con il quale inizia una battaglia nei livelli più profondi della coscienza umana, tra scontri sempre più devastanti.
La situazione non è sfuggita alla vigilanza attenta di Tetsu e Satomi, nel frattempo diventati famosi nel mondo dei majin, che tengono d’occhio il ragazzo aspettando l’occasione giusta per eliminare una volta per tutte il loro nemico giurato: Whited Vampire.
Elementi distintivi in Majin Devil
La storia non presenta particolari complessità nella trama che avanza scene di vita quotidiana devastate da combattimenti crudi e violenti. Essendo compressa in pochi numeri, alcuni passaggi sono lasciati alla comprensione del lettore e non esposti esplicitamente, risultando un po’ confusionaria all’inizio. Il succedersi degli eventi, l’incontrarsi dei diversi personaggi e le informazioni che otterranno man mano aiuteranno il cerchio a stringersi attorno al grande scontro finale che mette fine alla storia.
I personaggi, partendo dai classici stereotipi dello shonen come il teppista e il genio occhialuto, sono ben caratterizzati grazie a dei tratti introspettivi essenziali e non invadenti, che permettono al lettore di stabilire un contatto emotivo e alla narrazione di scorrere fluentemente tra gli eventi.
Nonostante la brevità del racconto concentrato in solo 2 volumi, la mano dell’artista è inconfondibile.
Innanzitutto, il tipico elemento filosofico, che in Majin Devil è rappresentata da una teoria dell’evoluzione che vede il diavolo, rappresentato come demone dai poteri incredibili e praticamente immortale, posto in cima alla scala evolutiva dell’essere umano. Essere umano che, nei panni dei protagonisti, combatterà con tutte le sue risorse per capovolgere questa visione.
Il manga è ricco di scontri devastanti e tecniche distruttive per le quali c’è sempre una dettagliata spiegazione scientifica che rende credibile l’esito degli scontri, caratterizzati da violenza, splatter e deformazioni mostruose.
Come in ogni opera di Oh! Great, non possono mancare delle ragazze mozzafiato e sebbene in Majn Devil manca quella prosperità femminile a cui ci ha abituati, sicuramente non mancano scene di nudità totale o parziale per i fan più maliziosi.
Inoltre, anche in questi due volumi, l’autore utilizza degli elementi per creare calare il lettore nella giusta atmosfera durante la lettura del manga. In questo caso, risalta il potere evocativo che assumono “il cielo viola” di questa città che marcisce e i canti a sfondo religioso di Satomi.
Considerazioni
Majin Devil è tutto sommato un manga che si fa leggere con piacere e che procede senza troppi fronzoli. Essendo un grande fan di Oh! Great, mi è piaciuto calarmi in un universo tipico dell’autore, un’ambientazione urbana apparentemente normale ma che nasconde una vita parallela ricca di coinvolgenti elementi sovrannaturali. Anche in questo manga nulla sembra lasciato al caso e, nonostante la brevità della storia, i personaggi risultano coerenti e di un certo spessore senza l’utilizzo di flashback o lunghe e prolisse spiegazioni. Sono infatti i dialoghi, semplici e diretti, a definire il carattere e le relazioni dei personaggi.
Infine, c’è da sottolineare che la componente erotica, prerogativa fondamentale di Oh! Great, viene ridotta al minimo sia nei disegni delle figure femminili, meno prorompenti del solito, sia nelle situazioni ambigue che fanno solo da contorno allo svolgimento della storia.