Il lungometraggio Luca, di cui vi abbiamo proposto le curiosità principali, racconta una favola ambientata nella Riviera Ligure: due giovani creature marine scoprono il mondo di superficie, l’avventura e l’amicizia.
La prima proiezione in assoluto è avvenuta il 13 giugno nell’Acquario di Genova: la pellicola è stata riproposta anche nelle 2 sere successive e l’incasso è stato devoluto all’ospedale Gaslini. Il 18 giugno il film è stato distribuito in streaming in tutti i Paesi dov’è disponibile il servizio Disney+, nelle sale cinematografiche negli altri Stati.
Trama di Luca
La vicenda è ambienta sulla Riviera Ligure, a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60. Nel mare vicino al villaggio di Portorosso, vive il giovane Luca Paguro, una creatura marina simile a un tritone. Gli apprensivi genitori Daniela e Lorenzo gli vietano di andare in superficie, dove temono che gli umani lo caccino.
La vita di Luca cambia quando incontra un suo simile un po’ di esperto di lui, Alberto Scorfano, che vive da solo in una torre, tra la terra e il mare, in attesa del rientro del padre. Il nuovo amico lo stimola all’esplorazione e all’avventura, rivelandogli che la loro razza assume l’aspetto umano quando si asciuga.
Alberto gli trasmette la passione per la Vespa, di cui ha un poster nel rifugio. I due cercano di costruirne una, lanciandosi in evoluzioni spericolate. Il tentativo di Luca di non far scoprire ai genitori le sue esplorazioni in superficie dura poco: quando i due decidono di mandarlo negli abissi con il bizzarro zio Ugo, il giovane decide di scappare.
Luca e Alberto si trasferiscono nel villaggio di Portorosso, dove si imbattono nel bullo locale Ercole Visconti, vanitoso pluricampione della Portorosso Cup, la gara del paese. La loro coetanea Giulia Marcovaldo interviene in loro difesa prima che venga scoperto il loro segreto. A casa della ragazza, i due conoscono il padre Massimo, pescatore che da anni desidera uccidere un mostro marino.
Giulia desidera da anni di battere Ercole e vincere la Portorosso Cup: i due amici decidono di partecipare con lei, sperando di poter vincere il premio e coronare il sogno di avere una Vespa. Le 3 specialità del triathlon sono un po’ particolari: nuoto, piatto di pasta, bicicletta. Se ne occuperanno rispettivamente Giulia, Alberto e Luca: quest’ultimo non sa andare in bici e dovrà affrontare gli stretti vicoli e le discese del paese.
Giulia racconta della scuola di Genova dove andrà dopo l’estate, Luca le si sta affezionando molto e vorrebbe andare con lei. Alberto non vede di buon occhio la relazione e si butta in acqua con l’amico per rivelare il loro segreto, ma l’arrivo di Ercole e dei suoi sgherri Ciccio e Guido fa precipitare la situazione: Luca, ormai asciutto, indica Alberto come mostro, costringendolo a fuggire e rimanere nel suo nascondiglio.
Giulia scopre che anche Luca è una creatura marina e ha paura che qualcuno gli possa far del male. Il giovane torna da Alberto per scusarsi, l’amico gli rivela che suo padre lo ha abbandonato e i due fanno pace. Luca partecipa da solo alla Portorosso Cup: durante la corsa in bici, inizia a piovere e il giovane si copre la testa con uno scolapasta per evitare la trasformazione. Alberto cerca di aiutarlo ed Ercole ne approfitta per catturarlo con una rete. Luca rinuncia al suo segreto per soccorrere l’amico.
Interviene anche Giulia, che si fa male: i due amici soccorrono anche lei e insieme arrivano al traguardo. Gli abitanti di Portorosso, compreso Massimo, capiscono che le creature marine sono buone e non pericolose. Diversi abitanti della cittadina rivelano di essere creature marine, così come genitori di Luca, arrivati per cercarlo. Solo Ercole non li accetta, ma viene abbandonato dai suoi stessi scagnozzi, stanchi di essere maltrattati.
Alberto vende la Vespa vinta alla Portorosso Cup per consentire a Luca di andare a studiare con Giulia. Massimo lo accoglierà con sé e insieme attenderanno il ritorno dei due amici nell’estate successiva.
Sviluppo
Senza eccedere troppo negli stereotipi, il lungometraggio Pixar mette in scena l’Italia del boom economico, affidandosi in particolare alla Vespa, che simboleggiava la voglia di libertà (come dice esplicitamente il manifesto nella tana di Alberto) ed è diventata famosa nel mondo.
L’ambientazione non è però la classica Roma della Dolce vita ma l’immaginaria cittadina ligure di Portorosso, collocabile nelle Cinque Terre: il nome è probabilmente una crasi fa Portovenere e Monterosso al Mare, nello spezzino.
La rappresentazione degli italiani non eccede nel presentarci al mondo attraverso l’iper-gesticolare o la centralità del cibo. La pasta c’è, ma non è al centro del racconto, e non prevalgono i classici spaghetti o maccaroni, i formati più noti all’estero, ma le trenette al pesto, più adatte al contesto ligure.
Il giusto tono della narrazione è almeno in parte dovuto alla mano italiana al centro della produzione americana: il regista Enrico Casarosa, ligure trapiantato negli States, autore per la Pixar degli storyboard di Ratatouille, Up e Coco, e regista di Luna, nomination agli Oscar 2012 come miglior cortometraggio d’animazione.
Autore anche della sceneggiatura con Jesse Andrews e Simon Stephenson, Casarosa inserisce in Luca molti elementi autobiografici, in un racconto che ha per centro l’avventura e l’amicizia, l’abbandono della confort zone, rappresentato dal mare profondo, per abbracciare il cambiamento e scoprire le meraviglie del mondo, a costo di far scoprire agli altri la propria diversità e rischiare reazioni molto spiacevoli.
L’importanza formativa dell’estate avventurosa insieme agli amici richiama il racconto The Body, di Stephen King, del 1982, e ancora di più il film che ne è stato tratto quattro anni dopo, Stand by me – Ricordo di un’estate: ambientata nel 1960, la pellicola di Rob Reiner è inserita da Casarosa tra le sue fonti di ispirazione per l’opera, insieme ai grandi registi Miyazaki e Fellini. L’ambientazione marina e il timore della superficie da parte dei genitori di Luca richiamano invece un classico dell’animazione, La Sirenetta.
L’amicizia tra i due giovani è salda, ma messa in crisi dal pericolo e dall’attaccamento di Luca a Giulia: anche nel raccontare il protagonista il film ci propone delle sfumature, errori e riappacificazioni, anziché un eroe infallibile.
La trasformazione da creatura marina a umano rappresenta anche il cambiamento fisico e interiore vissuto dagli adolescenti, il passaggio dall’infanzia alla giovinezza, un percorso tortuoso e brusco.
Alberto ha due anni in più di Luca, è più esperto e disinvolto e stimola l’amico a trasgredire le regole che lo bloccano, tanto da dare un nome alla voce interiore che gli impedisce di fare le cose: gli insegna a dire “Silenzio, Bruno” per superare dubbi e paure. Luca ha una gran voglia di imparare e trova in Alberto la sua guida e il suo stimolo.
Con una Vespa fatta di rottami (ma “più bella di quella della foto”) i due si lanciano insieme da una rampa improvvisata verso l’ignoto, sfidando insieme la precarietà del mezzo e il pericolo: in quell’attimo in cui il mezzo di fortuna rimane sospeso in aria, tra il mare e il cielo, lo spettatore rimane ammirato, con il fiato sospeso, e rimane legato alle vicende di due mostri marini adolescenti.
Il tutto è supportato dalla qualità visiva garantita da Pixar: ambienti, vestiti, colori e design ci trasportano nell’Italia di 60 anni fa. L’uso sapiente della luce consente di rappresentare al meglio due mondi diversi, il mare e la terraferma, e la stessa acqua che trasforma i protagonisti.
Anche la musica fa la sua parte, mescolando canzoni originali a brani della cultura classica, come Il barbiere di Siviglia di Rossini, al repertorio nazionale del periodo: Mina, Morandi e Rita Pavone. Il tutto funziona, anche sfruttando qualche licenza temporale, come Il Gatto e la Volpe, brano di Edoardo Bennato pubblicato nel 1977, molto amato da Casarosa:
“mi sembra che Luca e Alberto abbiano delle similitudini con il Gatto e la Volpe, due amici che si cacciano sempre insieme nei guai”.
Anche nella versione americana tra i doppiatori ci sono molti attori italiani: Saverio Raimondo (Ercole Visconti), Marco Barricelli (Massimo Marcovaldo, papà di Giulia), Marina Massironi (la Signora Marsigliese), Lorenzo Crisci (Guido), Gino La Monica (il pescatore Tommaso), Giacomo Gianniotti (il pescatore Giacomo), Elisa Gabrielli (Concetta Aragosta), Francesca Fanti (poliziotta), Jim Pirri (signor Branzino), oltre al regista Casarosa che si occupa di alcuni personaggi minori.
Il film parla dei grandi cambiamenti, inevitabili, necessari, del modo di affrontarli anche quando sembrano allontanarci dagli affetti: ma chi ci vuole davvero bene, ricorda la pellicola, ci supporta e ci aspetterà. Rispetto ad altri film Pixar, la crescita non porta necessariamente a una perdita, ma a un miglioramento. Si ride, ci si commuove, si resta rapiti: la favola raccontata da Enrico Casarosa cattura e affascina anche gli adulti.