Le scuse di Yamamoto sono arrivate mercoledì dal suo programma in diretta.
Il membro della Camera dei Consiglieri, Ichita Yamamoto, aveva affermato all’interno del programma politico Shin Hōdo 2001 che gli anime e i videogames possono contribuire alla criminalità.
All’interno del talk show politico, andato in onda lo scorso 5 Novembre, gli ospiti stavano discutendo del caso del sospetto serial killer Takahiro Shiraishi. Nell’appartamento di questo sono stati ritrovati i resti di nove cadaveri.
A tal proposito il politico ha affermato che casi simili a quello di Shiraishi esistono nel mondo anime e che alcuni soggetti possono confondere la realtà con la finzione.
Egli teme che determinati contenuti violenti presenti negli anime possano influenzare gli utenti a tal punto da fargli commettere quegli stessi crimini nel mondo reale.
Yamamoto ha lanciato inoltre un appello per la sorveglianza online, in modo da prevenire tali crimini.
Le scuse di Yamamoto
Le sue affermazioni sono state accolte negativamente dall’utenza. Il politico si è dunque trovato costretto a dare spiegazioni nel suo blog al termine del programma.
Ha però atteso fino all’ultima puntata del suo programma in live streaming, trasmesso tre giorni dopo il talk show.
In tal modo egli voleva dare spiegazioni più complete e per mandare un messaggio diretto a tutti coloro che lo seguono.
Il politico ha spiegato che si è subito pentito delle sue affermazioni, in quanto da lui giudicate come estremamente inappropriate.
Si è reso conto che il suo discorso faceva apparire le azioni di Shiraishi come direttamente collegate ad uno specifico anime, anche se ciò non era comprovato.
Egli ha inoltre affermato che gli anime sono una delle risorse che contribuiscono al “Cool Japan”. Proprio per questo motivo egli si pente di aver detto che essi hanno un’influenza negativa sugli spettatori.
Yamamoto ha quindi rivolto le sue scuse a tutti i membri dell’industria degli anime, ai fan e a coloro che si occupano del programma di “Cool Japan”.
Ha infine aggiunto che si considera uno dei maggiori fan degli anime e dei manga presenti all’interno del mondo politico giapponese. È dunque particolarmente dispiaciuto delle sue precedenti affermazioni, considerando la sua passione per i manga e gli anime.