Joker (film 2019) – Analisi con The Killing Joke
Manca meno di un mese all’uscita del Joker di Todd Phillips e della star Joaquin Phoenix. L’ultimo trailer è uscito pochi giorni fa ed eccolo qui per chi non lo avesse visto:
Trama
Nella Gotham City del 1981, Arthur Fleck è un aspirante cabarettista. Il suo scarso successo lo costringe, però, a lavorare di giorno come pagliaccio. Alienato ed emarginato dalla società, nel tentativo di ribellarsi a questa sua esistenza, finisce per dare il via a una serie di eventi che lo trasformeranno in una delle peggiori menti criminali che la storia di Gotham abbia mai visto.
Joker la settimana scorsa è approdato a Venezia 2019 ed è stato accolto da 8 minuti di applausi, a conclusione di quella che è stata la premiere del film.
Questa volta a quale personaggio nel mondo dei fumetti si ispirerà Joker? In teoria a nessuno, a detta del regista, salvo poi dire di recente in una intervista che alcuni riferimenti sono stati presi da Killing Joke.
“Quando abbiamo concepito Joker, sapevamo soltanto che volevamo mettere in atto un approccio molto diverso, sia al genere del cinecomic che al personaggio. Per questo è stato un film difficile. Da scrivere, girare e soprattutto far accettare alla Warner. Abbiamo insistito tanto per convincerli e a loro va riconosciuto il coraggio di rischiare. Non so quali e quante ripercussioni potrà avere questo film sull’universo cinematografico della DC, né mi interessa la rivalità con il Marvel Cinematic Universe. Il mio unico interesse era raccontare questa storia“. E sul Joker…: “Ovviamente tra le mie fonti d’ispirazione c’è il grande The Killing Joke di Alan Moore. Un fumetto in cui si ribadisce l’ambiguità di un personaggio che di fatto non ha delle origini certe e dove appare per la prima volta l’idea di un comico fallito. (Todd Phillips)
Ma chi è il Joker? Forse come ho letto su un forum in un commento, che condivido completamente, è:
Perché il Joker è un concetto. È un personaggio più grande dell’uomo con il viso bianco e i capelli verdi. È il simbolo del male più puro che c’è dentro ognuno di noi, della follia che è dietro l’angolo. È il vicino di casa che salutava sempre e di botto fa una strage. Chiunque potrebbe diventare il Joker. Nessuno ci ha detto una volta e per tutte chi era. Anche il Joker di Heath Ledger ha ogni volta una versione diversa. E quando ci è stato detto chi potrebbe essere in “the killing Joke”… Scopriamo che era un mediocre. Un comico fallito, incapace di mantenere la famiglia e con una brutta giornata alle spalle. E se ci pensate non è casuale nemmeno che l’arma piu nota del joker sia il gas che fa morire dal ridere e che trasforma in un joker la sua vittima. Perché la follia è dilagante. Quello che spaventa del Joker è che la sua risata possa essere la risposta più lucida che potremmo dare alla follia del mondo che ci è attorno. Una follia dilagante. (Utente Sogno Dcleaguers.it)
The Killing Joke
Autore: Alan Moore
Disegni: Brian Bolland
Albi originali: The Killing Joke (one shot, 1988)
“Ho dimostrato la mia teoria. Ho provato che non c’è nessuna differenza tra me e gli altri. Basta una brutta giornata per ridurre l’uomo più assennato del pianeta a un pazzo. Ecco tutto ciò che mi separa dal resto del mondo. Solo una brutta giornata!” (Joker)
Batman: The Killing Joke è una storia a fumetti scritta da Alan Moore e disegnata da Brian Bolland, pubblicata dalla DC Comics nel 1988. La storia esamina il rapporto strano e contorto che Batman ha con il suo più vecchio nemico, il Joker. Moore, oltre a illustrare una delle possibili origini del villain, ci regala anche un aspetto della vita del Joker fino ad allora sconosciuto.
La “Tesi” del Joker è quello di dimostrare che anche la vita delle persone più normali, come ad esempio Gordon, può prendere una svolta drammatica a causa di una “giornata andata storta”.
Per anni infatti nei fumetti Joker appariva come antagonista di Batman, di lui si sapeva ben poco, ci si è sempre “accontentati” di vedere nel Joker il ritratto della follia, senza mai soffermarsi a scavare nel piu’ profondo, a scavare nelle possibili ragioni.
Moore si fa carico di questa mancanza, proponendosi di analizzare, attraverso un lungo flashback, la vita dell’uomo dietro la maschera del Pagliaccio, anzi, l’uomo esistito prima di quella Maschera. Ci troviamo così di fronte a un uomo che ci disarma con la sua normalità. Marito innamorato e devoto, padre attento, lavoratore disperato. Abituati a un mostro di innata malvagità, ci risulta difficile odiarlo, dopo averlo visto così. La follia diventerà per il Joker “l’uscita d’emergenza” perchè la realtà era troppo difficile da accettare.
E nel trailer possiamo già intravedere alcune di queste caratteristiche.
Ma è ancora Phoenix a confermarcelo:
“Forgiare questo Joker è stato un lavoro incessante. Non abbiamo rispettato le indicazioni iniziali che ci eravamo dati, perché definire in tutto e per tutto Joker significherebbe tradirne la natura e lo spirito sfuggente. È un personaggio difficile da definire, per cui non vorrei definirlo. Non vorrei mai che uno psichiatra capisse davvero che tipo di paziente abbia davanti a lui. Ammetto che inizialmente ero spaesato, poi Todd mi ha inviato un testo con delle indicazioni che hanno acceso la luce. Di colpo avevo capito. Per arrivare davvero dentro Joker mi sono concentrato sul concetto di perdita, sia affettiva che fisica, perdendo molto peso. Ho cercato di segnare dei lati salienti della sua identità, ma ogni volta che arrivavo a delle risposte facevo un passo indietro. Volevo lasciare un’aura di mistero. Joker ha una personalità sconfinata, difficile da sondare. Scavando dentro di lui ho trovato cose nuove sino all’ultimo giorno di riprese“.
Alla prossima puntata…