Panini Comics ripropone Le follie di Eta Beta: in occasione del 75esimo anniversario del personaggio, viene pubblicata una “versione 2.0” dell’omonima raccolta Walt Disney del 1972, curata da Mario Gentilini e uscita tra gli Oscar Mondadori. Il nuovo volume, disponibile dal 26 settembre, è un cartonato di 160 pagine in formato 26,1X21,6, in vendita a 29,90 in fumetteria e libreria, disponibile sullo store Panini e su Amazon a 28,40 € (sconto 5%).
Le 5 storie di Le follie di Eta Beta
Eta Beta, l’uomo del 2000. La prima storia del personaggio, pubblicata in Italia su 5 numeri di Topolino. L’introduzione precisa che il racconto è stato rimontato in altro formato, le vignette sono spesso tagliate ai lati, i balloon spostati e alcune strisce sono eliminate.
Topolino e Pippo si rifugiano in una grotta per sfuggire a un temporale. Qui Topolino precipita in un buco molto profondo e incontra uno strano essere che dice solo Eta e dorme sulle stalattiti. Accontenta gli scienziati che avevano previsto che l’uomo del futuro avrebbe avuto il suo aspetto e vorrebbero studiarlo.
Nella prima puntata non è chiaro se si tratti di un uomo preistorico o del futuro, ma nel corso del racconto scopriamo molte caratteristiche del personaggio: l’arrivo dal 2447, il suo vero nome, la forza sovrumana, la parlata con la P, l’avversione per il denaro e la nostra alimentazione, le tasche immense.
Il traduttore universale permette a Eta Beta di parlare qualsiasi lingua e comunicare con gli animali: è occasione per inscenare un corto-circuito che ricorda i vecchi successi di Claudio Bisio. “Per la prima volta nella storia – dice un cane antropomorfo e scienziato – che un animale può comunicare i propri pensieri a un uomo“.
Topolino ed Eta Beta l’indovino – Topolino e i poteri di Eta Beta – Eta Beta e lo scassinatore fantasma. Questo trittico di storie introduce elementi rilevanti del personaggio. In particolare nel primo racconto vediamo le capacità di precognizione e l’avversione per il denaro di Eta Beta, e incontriamo il suo animale “domestico” Flip.
Già nell’introduzione del protagonista, l’excursus sulla sua storia ci ha presentato Flip, l’animale da compagnia di Eta Beta, al suo esordio nel gennaio del 1948. Si tratta di un gangarone, mix di 10 animali diversi, ghiotto dei misteriosi manzanilli.
La capacità di Eta Beta di prevedere l’immediato futuro viene sfruttata insieme a Topolino per giocare in borsa, che diventa ossessionato dal guadagno finché l’amico non decide di dilapidare le vincite per recuperare l’amico.
Introdotta nel primo brano, la figura di Flip viene approfondita in quello successivo (il cui titolo originale, Mickey Mouse and the Flip, è molto meno fuorviante di quello italiano): scopriamo che può fare cose straordinarie e che è un misto di 10 razze diverse, ma è l’unico esemplare sulla terra di gangarone. Viene iscritto a una mostra di animali domestici, interrotta dall’arrivo di un accalappiacani: tocca a Flip liberare tutti i concorrenti.
Il brano che chiude il trittico inizia con la bizzarra alimentazione di Eta Beta, che abbandona le piume di piccione per passare alle palline di naftalina, per poi concentrarsi su un caso che Basettoni non riesce a risolvere: qualcuno irrompe nella banche cittadine per lasciarvi dei soldi.
Topolino e la crisi di Eta Beta. Qualcuno fa sparire la naftalina di Eta Beta, portando l’amico di Topolino in fin di vita. Oltretutto la comune naftalina non va bene: vuole quella al limone. La soluzione si trova nel suo anello. Naftalina è la scelta dell’adattamento italiano per tradurre i poco noti kumquat, mandarinetti cinesi in salamoia.
Eta Beta e l’atombrello: il protagonista della raccolta dà sfoggio di una serie di invenzioni che Topolino reputa futili. Dopo il rimprovero dell’amic, Eta Beta pensa 3 giorni e fa una grande scoperta, ma la formula che scrive viene cancellata. Mette un gorilla a guardia di Topolino, per evitare che veda la scoperta prima che sia pronta. Si tratta dell’atombrello, che difende dalla radiazioni. Perché i meriti di Eta Beta siano riconosciuti, Topolino lo porta dal professor Koppenhoofer, in realtà un bambino.
Eta Beta e la spia poeta: sequel della storia precedente, introduce un villain che parla in rima e vuole rubare l’atombrello. La vicenda abbandona in parte la comicità per sviluppare toni da thriller. Il poeta ottiene l’invenzione grazie al ladro prestigiatore Trucco. Eta Beta non può mangiare naftalina a causa del mal di denti, quindi non predice il futuro, ma insieme a Topolino rintraccia il ladro.
L’uomo che rima sa tutto di lui e gli sigilla il naso, sapendo che arrivano da lì i suoi poteri. Topolino viene imprigionato, ma arriva Pluto a liberarlo. L’uomo che rima ha portato l’atombrello ed Eta Beta al Polpo incantato: Topolino lo scopre con un colpo di fortuna.
Il villain vuole consegnare l’atombrello alla propria patria: la fuga prosegue su un disco volante, dove scopriamo che l’uomo che rima ha capacità straordinarie, ma viene sconfitto in modo rocambolesco.
Eta Beta e lo strano potere di Flip si segnala per il ritorno di Gambadilegno, dopo oltre due anni di assenza, e la conclusione del “ciclo urbano” di Eta Beta, dopo il quale inizierà un viaggio nello spazio. Scopriamo che Flip, animale domestico di Eta Beta, può diventare invisibile, cambiare il colore dei capelli delle persone e, quando si ammala di pzizosi, obbliga chi è intorno a lui a dire la verità.
Qualcuno vuole uccidere Flip. Eta Beta trova un biglietto che lo conduce da Pietro Gambadilegno, il quale lo droga in modo che gli obbedisca. Tramite l’amico, Pietro cerca invano di incastrare Topolino facendolo accusare di furto. Topolino scopre che c’è il suo avversario dietro lo strano comportamento di Eta Beta.
Pubblicate nel 1947 e 1948 – i primi due anni editoriali del personaggio – le storie firmate da Bill Walsh e Floyd Gottfredson sono disposte nel nuovo volume su tre strisce per pagina.
Si parte, dunque, dalla comparsa di Eta Beta dentro le viscere della terra all’alba del 13 ottobre 2447, per conoscere meglio questo bizzarro personaggio che si nutre di palline di naftalina, dorme su un pomolo del letto, annusa i pericoli e prevede il futuro.
Nonostante i 75 anni di età la narrazione, oltretutto pensata per la pubblicazione a strisce quotidiane, risulta ancora godibile, così come lo stile grafico. Un po’ pesante la lettura della storia sulla spia poeta, proprio per le frasi in rima, spesso forzate e lunghe, dell’antagonista.
A corredare il volume, un apparato redazionale che sottolinea come Eta Beta rappresenti la figura del pesce fuor d’acqua: uno dei pochissimi umani in un mondo di animali antropomorfi, è estraneo alle convenzioni sociali e alla società disneyana che rappresenta la nostra e la può commentare da osservatore esterno, contestando o deridendo cose che diamo per scontate.
Tra i pochi personaggi ad esordire sulla carta stampata senza essere passato dai corti animati, per i primi tre anni Eta Beta si stabilisce a casa di Topolino, relegando temporaneamente Pippo a un ruolo più marginale.
Dopo un periodo di ambientazione caratterizzato dalla comicità, Eta Beta si inserisce nel classico filone avventuroso dell’amico Topolino, con storie poliziesche, western e fantascientifiche.
Eta Beta, l’uomo del futuro
Il personaggio di Eta Beta (in originale Eega Beeva) viene creato da Bill Walsh e Floyd Gottfredson nella prima puntata della storia The man of tomorrow (fumetto di apertura del volume Le follie di Eta Beta), pubblicata il 26 settembre 1947.
La vicenda prosegue sulle strisce giornaliere per i quotidiani fino al 27 dicembre 1947. In Italia venne pubblicata due anni dopo, sui primi 5 numeri di Topolino, edito da Mondadori, con il titolo di Topolino e l’uomo del 2000. Da allora è apparso come protagonista o comprimario in centinaia di storie. Il nome completo è Pittisborum Psercy Pystachi Pseter Psersimmon Plummer-Push, in italiano Pluigi Psalomone Pcalibano Psallustio Psemiramide.
Tra le caratteristiche più degne di nota: Eta Beta non proietta ombra, è fortissimo (benché esile e privo di scheletro), è dotato di precognizione e telepatia (ma poco e non quando è raffreddato!). Mangia cubetti di ghiaccio, piume di piccione e mandarini cinesi sottaceto, che nella versione italiana diventano palline di naftalina. Dorme in equilibrio sui pomi dei letti o sulle stalagmiti, è allergico al denaro.
Le tasche del suo gonnellino hanno una capienza smisurata, per cui riesce ad estrarne molti oggetti, spesso di grandi dimensioni. E soprattutto, parlando antepone la lettera P alle parole. Non si tratta di un difetto di pronuncia: tutti i suoi contemporanei parlano così. Nella storia Pippo e il futuro troppo comodo, del 2001, scopriamo che nel futuro i robot svolgono tutte le mansioni per conto delle persone, di conseguenza per limitare la pigrizia ci si è costretti ad anteporre la p alle parole, per sforzarsi almeno nel parlare.