Oggi vogliamo presentare la recensione di Middlewest 1, il Young adult dark fantasy scritto da Skottie Young, illustrato da Jorge Corona e che ha come colorista Jean-Francois Beaulieau, pubblicato dalla casa editrice americana Image il 21 novembre 2018 e portato in Italia dalla Bao Publishing il 5 marzo 2020.
Il romanzo a fumetti adatto ad un pubblico giovane è un racconto di formazione, dove all’avventura, alla magia e alla fantasia si affianca la dura realtà: nonostante i disegni stile cartoon e i colori accesi, le creature fantastiche e i disegni particolari si affrontano tematiche di un certo spessore come la violenza domestica e la paura di accettarsi.
La trama di Middlewest
Abel, un adolescente di Farmington, vive solo con il padre, in quanto la madre li ha abbandonati. Viene risvegliato bruscamente dal padre, dopo un incubo, perché in ritardo per il suo lavoro – infatti quotidianamente consegna i giornali prima che sorga il sole. Dale, in modo duro e violento gli ricorda quali sono i suoi doveri.
Nonostante il ritardo si accinge a compiere il suo dovere e, accompagnato da una sarcastica volpe parlante, prende la sua bici per consegnare i giornali. Incontra però un gruppo di amici e decide di andare a bighellonare con loro.
A seguito di una bravata, un piccolo furto di snack e bevande, il padre si adira e il fatto che il ragazzo reagisca alla ramanzina e alla punizione scatena la sua furia, tramutandolo in un mostro, un tornado.
Inizia dunque con la fuga di Abel un viaggio, un’epica avventura che lo porterà ad incontrare creature fantastiche ma anche a scontrarsi con la cruda realtà.
Struttura
Il middlewest. Qui il vento è violentissimo. Lo odio. E a volte ho la sensazione… che lui odii me.
Il primo volume di Middlewest raccoglie i primi sei capitoli della serie. Inizia con la fuga di Abel da Farmington, una piccola cittadina rurale circondata dai campi. È la storia di una fuga dagli abusi in famiglia, dove il genitore, colui che dovrebbe amarti e accettarti diventa un mostro e qui nel vero senso della parola, un temibile tornado che con la sua furia spazza chiunque e qualunque cosa incontri.
Da alcuni flashback, i ricordi del ragazzo, oltre che la durezza che il genitore riversa su un figlio che è dovuto crescere troppo in fretta, notiamo anche il suo daregli la colpa dell’abbandono da parte della madre.
Il viaggio intrapreso è un chiaro simbolismo della crescita del ragazzo e delle difficoltà che si incontrano in tale percorso. Il tutto è condito dalla magia e da una fantascienza retrò. Infatti si ritroverà ad affrontare paure ed ostacoli, rappresentanti in primis dal Tornado, poi nel corso della storia da mutaforma (uomini uccello), troll e se stesso.
Il ragazzo infatti a causa di una ferita al torace da parte del padre-mostro sviluppa un potere che non è in grado di controllare, anche lui si trasforma in tornado a seguito di attacchi d’ira o emozioni negative molto forti.
Ma nel suo viaggio non incontra solo personaggi negativi, è infatti accompagnato dalla volpe parlante, sarcastica e astuta, viene aiutato dal vecchio Jeb e poi dalla sorella del vecchio, Magdalena, e trova una famiglia nei membri del Lunapark della Famiglia Hurst e un’amica in Bobby.
Si tratta di una trama lineare, ma ricca di colpi di scena e viene usato un linguaggio abbastanza colorito, la narrazione è fluida e vivace. Il tema del viaggio come crescita non è certo originale ma lo è sicuramente la sua rivisitazione da parte dell’autore.
Per quanto riguarda invece lo stile grafico, come precedentemente detto leggermente cartoonistico, vi è un uso di colori accesi e toni caldi che virano all’intenso e minaccioso quando compaiono le creature fantastiche negative, insomma un sapiente uso del colore che si adatta alla trama e al momento. Lo stile è ruvido ma particolareggiato, una grafica dinamica e un design originale.
Il nome, il potere della parola e i legami di sangue
Una piccola curiosità, non conosciamo il nome della volpe che accompagna Abel. Quando il vecchio Jeb si presenta e di conseguenza anche Abel, la volpe risponde “E io non amo questa cosa dei nomi”.
Un nome ha molto potere. Condividerlo significa condividere quel potere.
Con tale frase il saggio Jeb si dimostra concorde o perlomeno comprende la riluttanza della volpe a dire il proprio nome.
Secondo gli antichi, nella cultura indiana e persino nelle Sacre Scritture nel nome risiede l’autentica personalità, il destino o programma di vita della persona. Viene riconosciuto dunque un forte potere sia al nome che alla parola. La stessa formula magica Abraq ad Habra è un’antica formula aramaica che significa Creo quello che dico.
Una piccola perla sui legami di sangue e sulla famiglia ci viene data da Bobby, la nuova amica di Abel conosciuta nel Lunapark della famiglia Hurst.
Non puoi sceglierti i genitori.
Perché no? I miei genitori hanno scelto di lasciarmi al lunapark… Se loro possono scegliere, perché noi no.
Esprime il suo pensiero dando voce al concetto implicito che non sono i legami di sangue a creare una famiglia, ma è la condivisione, l’essere accettati, l’essere benvoluti e amati.
Impressioni personali
Del primo volume di Middlewest ho apprezzato la trama, coinvolgente e accattivante, la grafica cartoonistica e dinamica con i colori che ben si adattano ai vari momenti della storia, il modo di trattare argomenti crudi e la magia.
Come detto il viaggio come crescita è un argomento noto, è possibile vedere similitudini con Il Mago di Oz, di cui l’autore ha anche fatto una serie a fumetti con lo stesso colorista di questo volume, Jean-Francois Beaulieu. Basti pensare al semplice fatto che come Dorothy è accompagnata dal suo fedele Toto, Abel è accompagnato dalla sarcastica volpe.
Per quanto riguarda il tema viaggio possiamo trovare similitudini anche nel viaggio di Ashitaka de La principessa Mononoke, di Frodo ne Il signore degli anelli e persino in Huckleberry Finn che è alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Questo fumetto young adult dark fantasy può essere apprezzato anche da un pubblico più maturo che può apprezzare il modo in cui vengono affrontate tematiche importanti attraverso i simbolismi. I più giovani si sentiranno attratti dall’avventura e dal fantasy e più vicini al concetto che il crescere, affrontare le paure e assumersi le proprie responsabilità sia uno degli incubi dell’adolescenza.