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Lettura: La mia vita postuma – La recensione
 
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La mia vita postuma – La recensione

Jacopo Basanisi 2 anni fa Commenta! 4
 

Anche i non-morti hanno una loro dignità, aspirazioni, desideri. Quale sarà il loro posto nella società?

Contenuti
La trama de La mia vita postumaL’operaScheda Tecnica

La mia vita postuma è disponibile in formato cartaceo e sullo shop digitale di Bao Publishing.

La mia vita postuma

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La trama de La mia vita postuma

Emma ha perso il marito, da quel giorno è come se fosse morta anche lei. Letteralmente, perché poco dopo qualcuno cerca di farla fuori. Per sua fortuna, Emma si sveglia una mattina dopo essere scivolata, o quantomeno è quello che lei ricorda. Non è più la stessa, è morta, ma continua a muoversi, parlare, pensare. Non tutto è come prima: non ha fame, non dorme e i pensieri le sfuggono un po’.

Seguiamo il punto di vista di Emma, che ci racconta  la sua vita, in particolare i momenti passati con Pierre, suo marito. La coppia è rimasta sempre insieme, nella buona e nella cattiva sorte, fino al fatidico giorno. Sul suo percorso postumo, la vedova incontra amiche, parenti e perfino il suo assassino. Emma, Pierre e chissà quanti altri sembrano essere state vittima di omicidio, per un oscuro segreto che riguarda la loro città e chi la governa.

Ma ha ancora senso preoccuparsi di questo? Non è forse meglio capire cosa fare per il resto della non-vita?

La mia vita postuma

L’opera

La mia vita postuma utilizza l’espediente della morte della protagonista per condurre una narrazione disordinata, che alterna i due grandi filoni narrativi. Da una parte il grande mistero che si nasconde nelle pieghe nascoste della città, dall’altra la nuova, strana, condizione di Emma, che si trova a dover affrontare un presente e un futuro incerto, con una diversità fuori dal comune.

Questo caos permette ad Hubert di mescolare il tono del racconto, che riesce ad essere molto leggero e spensierato, ma raggiunge grandi profondità con transizioni molto veloci. La condizione di non vita diventa una metafora ricca di implicazioni, che vanno dal peso di una pressione sociale che impone un determinato percorso alla fragilità della vita umana, che può finire da un momento all’altro, senza preavviso.

Vediamo alcuni flash della vita di Emma saltando di palo in frasca, dalle prime esperienze con i ragazzi a quel colpo di fulmine per Pierre, capace di allontanarla dalla struttura famigliare classica del tempo. Il suo animo gentile però gli si ritorce contro, quando salta fuori il grande segreto di quello che è successo durante la guerra. Nonostante tutto, le due anime gemelle trovano il modo per riunirsi, forse per sempre, a modo loro.

Interessante il parallelo con la sua amica Lina e, successivamente, con gli altri individui che si trovano nella loro stessa situazione, ma scelgono di condurre un’esistenza diversa, più conforme ai loro desideri.

La delicatezza dei dialoghi e delle scene ci porta particolarmente vicino ai protagonisti, alle loro paure, le loro aspettative. Li facciamo subito nostri, non è possibile evitare di prendere le loro parti su entrambe le linee narrative.

I disegni ci rendono amichevole anche l’aspetto dei non morti, che in questo caso sono le vere vittime del sistema. Un’allegoria per le persone spesso dimenticate, ma con la stessa dignità di chiunque altro. Implicazioni lasciate alla disposizione d’animo dello spettatore, senza entrare mai troppo in profondità per poter raggiungere quanti più lettori possibile.

La mia vita postuma

Scheda Tecnica

Formato: 21×28, colore

Pagine: 112

Storia e disegni: Hubert, Zanzim

Traduzione: Francesco Savino

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