La cautela dei cristalli è arrivato sui nostri scaffali a inizio luglio, e già da come si presenta si capisce che non è un’opera bonelliana come le altre: autoconclusivo, di mole importante (circa trecentocinquanta pagine) e dai contenuti estremamente emotivi, non è certo una lettura degna di una torrida estate, tuttavia il magnetismo dei disegni e la profondità della storia, per così dire, ‘non hanno età‘.
Alle matite c’è una storica collaboratrice dell’editore milanese: Anna Lazzarini, la quale vanta una carriera ultraventennale come artista professionista, mentre della sceneggiatura si è occupato Alberto Ostini, che nel proprio lavoro si divide tra fumetto e serialità televisiva, collaborando spesso con le nostrane RAI e Mediaset.
Girovagando per il web si legge spesso che questo racconto di drammi umani abbia tratto ispirazione nientemeno che dai manga shōjo, generalmente caratterizzati dall’essere indirizzati ad un pubblico prettamente femminile e dalle storie che raccontano, spesso dai toni rosa o comunque sentimentali (un genere per nulla sessista, insomma). Leggendo La cautela dei cristalli appare tuttavia chiaro fin da subito che tale influenza, se c’è, è oltremodo lieve, essendo la storia narrata in quest’albo tutto il contrario di ‘rosa’, assumendo ben presto sfumature ‘dark’.
“Abbi la cautela dei cristalli con me e anche con te“
Queste parole sono il contenuto di un distico della poesia Sii dolce con me. Sii gentile, un componimento della poetessa cesenate contemporanea Mariangela Gualtieri contenuto nella raccolta Bestia di gioia, data alle stampe nel 2010. La poesia, piuttosto lunga, è incentrata sulla fugacità degli attimi e sulla caducità dell’essere umano, troppo spesso colpevole di non rispettare sé stesso e il tempo che gli è concesso, finendo sovente per rimpiangere le proprie azioni passate.
In una situazione più o meno simile di disprezzo per la vita è il giovane Jordan, ereditiere di un impero economico familiare che ha da poco tempo perso i genitori in un tragico incidente stradale. Essendo ancora minorenne, egli viene affidato alla rigida tutela dello zio William, determinato tanto quanto il defunto fratello a vedere Jordan prendere le redini di ciò che gli spetta. Onde raggiungere il suo scopo, l’uomo impone al nipote di iscriversi ad una prestigiosa scuola per futuri businessmen spregiudicati, ove tuttavia il ragazzo non si sente per nulla a proprio agio, preferendo di gran lunga il disegno, sua evidente vera passione.
Accanto a Jordan conosciamo anche Alanis, una splendida ragazza dai capelli neri e gli occhi grandi che divide il suo tempo tra la compagnia di Christopher, un enigmatico individuo privo del dono della vista appassionato di colture floreali che usa come occhi il piccolo Shushu, un cane di razza akita, e la pratica dello shodō, la calligrafia giapponese.
I due finiscono per incontrarsi, conoscersi e provare sentimenti molto forti l’uno per l’altra, ma ben presto si capisce che le loro strade non si sono incrociate per coincidenza, e che dietro gli sguardi intensi ed ammalianti di Alanis si nasconde un’infinità di verità non dette.
Un mistery travestito da love story
Malgrado le tematiche trattate siano tutt’altro che leggere, La cautela dei cristalli si lascia leggere tranquillamente anche da chi normalmente andrebbe alla ricerca di opere più pulp. Come già anticipato, un ruolo importante in questo senso lo gioca il comparto grafico dell’opera, il quale è estremamente raffinato e curato nei minimi particolari.
La sceneggiatura, inoltre, non lascia assolutamente desiderare, proponendo una di quelle storie che sebbene si rifacciano in qualche misura ad altre già raccontate riescono a non peccare di scarsa originalità. Il tutto è accompagnato da dialoghi scritti e gestiti nel migliore dei modi che non scadono mai in frasi scontate o formule di rito, con uno spazio importante lasciato alla riflessione e all’introspezione, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Alanis, forse il più complesso e affascinante dell’intera opera.
Jordan, al contempo, incarna nel proprio piccolo un’intera generazione di giovani tendenzialmente repressi, vittima in molti casi di pressioni familiari o sociali che li spingono ad intraprendere percorsi accademici e lavorativi che non gli si confanno, con il risultato di creare adulti insoddisfatti della propria vita, del proprio operato e più in generale del mondo che li circonda. In questo senso, La cautela dei cristalli potrebbe anche assumere i connotati di un fumetto socialmente impegnato.
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