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Lettura: Kiznaiver: la recensione dell’anime Trigger
 
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Kiznaiver: la recensione dell’anime Trigger

Michele Poli 3 anni fa Commenta! 5
 

Andata in onda nel 2016, Kiznaiver è una serie an ime prodotta da Aniplex e realizzata da Trigger; è stata diretta da Hiroshi Kobayashi e scritta da Mari Okada. Il titolo è una parola che unisce “kizuna” (legame) e “naive” (ingenuo). Un adattamento manga, disegnato da Rōji Karegishi, è stato pubblicato tra marzo 2016 e febbraio 2017 e conta in totale 2 volumi.

Contenuti
La trama di KiznaiverImpressioni

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La trama di Kiznaiver

Kiznaiver

Nella città immaginaria di Sugomori da anni si registra un calo della popolazione. Katsuhira Agata è un liceale il cui fisico ha un senso del dolore minimo ed è sentimentalmente apatico. Un giorno viene invitato dalla misteriosa compagna Noriko Sonozaki a prendere parte al Kizna System, un sistema incompleto per realizzare la pace mondiale che consente a chiunque vi sia connesso di condividere le proprie ferite e il proprio dolore.

Kiznaiver

Assieme a lui si uniranno all’esperimento altri sei ragazzi, tra amici e compagni di classe. Mentre il gruppo condivide le proprie sofferenze e i propri sentimenti, si andrà delineando il passato di Agata e la stretta connessione che ha con Sonozaki.

Impressioni

I protagonisti dell’anime sono i Kiznaiver, individui coinvolti nel Kizna System che hanno impresso su di loro il marchio del dolore, rappresentante la loro connessione: quando infatti un kiznaiver si ferisce, il dolore (e una copia della ferita) si trasmette a tutti gli altri Kiznaiver del mondo. Il programma prevede di creare la pace nel mondo, sostenendo che se altre persone possono sentire lo stesso dolore degli altri, la volontà di infliggerlo diminuirebbe.

Kiznaiver

Grazie a questo espediente narrativo Trigger riesce a dare un buon impatto drammatico alla serie, che verte sulla condivisione dei sentimenti e delle emozioni dei protagonisti. Il lato drammatico si acuisce nel corso degli episodi, toccando il culmine tra il nono e il decimo, quando il dolore fisico ed emotivo diventa per tutti quasi insostenibile per i personaggi. Alla tragicità di Kiznaiver si unisce anche la riscoperta, da parte di Agata, di tutti i sentimenti e le emozioni perdute a causa degli esperimenti a cui fu sottoposto da bambino.

Kiznaiver

Le animazioni e i disegni seguono il tipico e inconfondibile stile dello Studio Trigger che, ormai alla quarta produzione propria, hanno raggiunto un ottimo livello qualitativo e garantiscono un character design e un’ambientazione ben curati e visivamente piacevoli.

La tematica centrale della serie è certamente mostrare e far riscoprire allo spettatore l’empatia, attraverso la condivisione delle esperienze e con il dare letteralmente voce al dolore dell’altro: perché quando due kiznaiver sono vicini e provano forti sensazioni, il loro dolore “comincia a parlare” e far risuonare nella mente di uno ciò che pensa l’altro. Se si tratta poi di un amore non corrisposto l’effetto diventa ancor più devastante.

Kiznaiver

I personaggi sono ben caratterizzati, in particolare è stata resa molto bene l’apatia del protagonista: proprio su di loro pare infatti che lo studio abbia concentrato molte delle energie impiegate nella serie, curando nei particolari i character design di ognuno di loro, in particolar modo i protagonisti che posseggono ognuno tratti distintivi ben definiti sia a livello di carattere, sia a livello di design.

Certo non è un anime esente da pecche: il personaggio di Nico ha varie volte sfoghi sulla bellezza dell’essere amici che a tratti paiono esagerati e fuori contesto. Nonostante le animazione, poi, siano di buona qualità, alcune scene presentano animazioni mediocri. Il ritmo della narrazione può ad alcuni risultare forse troppo rapido, ma alla fine gli episodi costruiscono un buon filo narrativo dove tutto converge e si chiarisce nel finale.

Il comparto sono, infine, è abbastanza buono, anche se non oserei dire eccelso: l’opening, Lay Your Hands on Me dei Boom Boom Satellite, è un brano piacevole e adatto all’atmosfera della serie, così come la ending, Hajimari no Sokudo di Sangatsu no Phantasia.

 

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