Tutti, ma proprio tutti conoscono Ken il Guerriero, immortale compagno di avventure nei pomeriggi dei ragazzini cresciuti tra gli anni 80 e 90 nato nel 1983, opera con testi di Yoshiyuki Okamura (in arte Buronson) e illustrata dalla sapiente mano di Tetsuo Hara.
Non tutti quelli che conoscono Ken, sono a conoscenza anche dell’esistenza di un personaggio dalle fattezze molto simili al nostro uomo dalle sette stelle, Keiji Maeda, nato anch’esso dalla mano di Tetsuo Hara nel 1990, e protagonista del manga Keiji il magnifico tratto dai testi originali di Keichiro Ryu.
Molto simili Keiji e Ken differiscono esteticamente soltanto per una lunga coda di cavallo portata dal primo
Protagonista del manga Keiji il magnifico è Keiji Maeda, samurai, kabukimono realmente esistito, del quale le gesta vengono enfatizzate ed adattate a contesti romanzati per essere raccontate. Il prodotto finale è davvero bello, da leggere e da collezionare; ripercorrendo periodi storici del Giappone di 500 anni fa circa, Keiji incontrerà le varie figure storiche dell’epoca Sengoku, anche se le vicende narrano di fatti che si presuppone siano riferibili al del periodo finale.
Edito in Italia per la prima volta da Star Comics dall’aprile del 1999 fino a settembre dell’anno successivo, Keiji il magnifico è diventato anche una serie animata nel 2013.
Nipote del potente signore Maeda Toshiie, Keiji crede fortemente nel suo essere libero ed ha la brutta abitudine di pensare di poter imporre il suo modo di vivere agli altri, eccentrico e pittoresco anche nell’abbigliamento.
A parte le somiglianze estetiche Keiji e Ken sono immersi in contesti totalmente differenti
Nel primo numero del manga, (composto da 18 volumi in formato 18×11.5 cm), Keiji fa la conoscenza di quella che diventerà la sua fidata cavalcatura, l’equino demoniaco Matsukase (dal giapponese “vento che soffia tra i pini”), un animale imponente e fuori misura standard, sul quale l’enorme stazza di Keiji calza a pennello, e qui l’ennesima somiglianza con un cavallo già noto ai più, visto che potremmo dire che Matsukase è la copia esatta di Re Nero il cavallo di Raoul.
In Keiji non mancano sbudellamenti e tagli netti agli arti a suon di spada con tanto di ossa in vista, e sono alternati ad episodi ironici ed irriverenti, come ad esempio il calcio che il cavallo Matsukase stampa in pieno viso al generale Furuya lasciandolo sfigurato e risentito nei confronti del cavallo e dello stesso Keiji, che è l’unico uomo capace di domarlo.
Ma particolarmente toccanti sono le pagine dedicate dell’incontro del kabukimono con Ofu, una bambina molto piccola che però ha solo deciso di non crescere essendo in realtà un’adolescente di 15 anni circa, tormentata dagli spiriti dei morti per mano dell’esperto di arti marziali Gankibo, che Ofu è costretta a seguire, e del quale porta in giro un secchio di legno contenente le orecchie le sue vittime. Quando Keiji sconfigge Gankibo libera Ofu dalla maledizione e dando pace agli spiriti dei morti, dopo questa brutta stroria la bambina accompagnerà il kabukimono per qualche tempo disfacendosi finalmente del secchio di orecchie che portava come una condanna.
Una ulteriore somiglianza evidente tra le due opere del maestro Tetsuo Hara ci arriva dalla donna del cuore del kabukimono, la bellissima Lisa, figlia di Yoshiro e di una donna occidentale, della quale Keiji si innamorerà non appena il padre mostrerà al nostro un suo ritratto, ed a parte il colore dei capelli (Lisa è biondissima), fisionomicamente somiglia molto a Julia, l’amata di Ken.
Keiji il magnifico è una piccola perla di Tetsuo Kara da avere nella propria collezione o da recuperare per ogni lettore di manga, o quantomeno da conoscere per ogni fan del mitico Ken il Guerriero, per vivere un’esperienza culturale che va oltre lo stupore di sentirsi esclamare “wow somiglia tanto a Ken”.