Haikyuu è uno degli anime sulla pallavolo che ha avuto più successo negli ultimi anni (e uno di quelli di cui ho fatto rewatch fino allo sfinimento). La storia è avvincente, le partite fanno restare con il cuore in gola, i giocatori della Karasuno non sono fortissimi sin dalla prima puntata, ma lo diventano a suon di penitenze e lunghe ore in palestra.
Per di più, lo spettro di personaggi presenti è talmente ampio, che tutti possono trovare un nome in cui immedesimarsi, che sia Kageyama Tobio 影山 飛雄, altezzoso e un po’ snob, ma in realtà semplicemente poco abituato ad avere a che fare con qualcuno che gli tiene testa; oppure Tanaka Ryūnosuke 田中 龍之介, irruento ma tenace, pronto a dare il tutto per tutto pur di aiutare i propri amici.
O Sawamura Daichi 澤村 大地, capitano integerrimo sempre pronto a fare il bene dei suoi compagni, anche quando si tratta di sgridarli. Io, personalmente, mi sento di condividere la timidezza di Yamaguchi Tadashi 山口 忠, e la sua ostinazione, una volta capito il modo in cui può diventare più forte.
E ovviamente non si può dimenticare la coppia di opposti per eccellenza: Hinata Shōyō 日向 翔陽 e Tsukishima Kei 月島 蛍. Uno caciarone, l’altro estremamente calmo; il primo dalle energie inesauribili, il secondo una persona comune; il centrale che vuole spiccare il volo e quello con i piedi a terra. Insomma, che sono in contrapposizione è proprio palese, tanto più che Hinata ha il sole nel nome – il kanji 日 hi può significare sia giorno, sia sole – mentre Tsukishima è chiaramente la luna – ancora, 月 tsuki significa luna.
Cosa nascondono i kanji dei nomi delle squadre di Haikyuu?
Se già nei nomi di alcuni personaggi possiamo ritrovare dei riferimenti allo loro personalità, cosa dovremmo pensare delle squadre di pallavolo? Varrà lo stesso principio anche per loro? Ti faccio un piccolo spoiler: gli animaletti che compaiono a metà di ogni episodio sono un buon indizio, ma non finisce di certo lì.
Ormai che la squadra del liceo Karasuno fosse stata denominata “i corvi che non volano” lo sappiamo tutti. Soprattutto perchè l’intera prima stagione di Haikyuu sembra avere lo scopo primario di smentire questa diceria. In più, i riferimenti ai corvi sono molteplici, dal colore nero della divisa, alle immagini in cui i corvi si scontrano con i gatti o con l’aquila bianca della Shiratorizawa.
Tuttavia, c’è un legame più profondo con il nome della scuola, o si tratta di una semplice omofonia? La risposta sta nei kanji: 烏野高校 Karasuno Kōkō, dove il primo kanji (烏) significa proprio corvo, il secondo (野) letteralmente vuol dire campo, ma qui si usa più che altro per come si legge, no, che significa di, e infine 高校, liceo. Quindi, Liceo dei corvi (che in italiano suona malissimo, ma in giapponese funziona).
Visto che l’abbiamo appena nominata, ora parliamo della temibile Shiratorizawa Gakuen 白鳥沢学園: 白鳥 shiratori sta per cigno, o più in generale uccello dal piumaggio bianco; 沢 zawa significa valle, ruscello di montagna (forse un riferimento alla “terra fertile”, in contrasto con il cemento?), poi 学園, accademia.
Rimanendo in tema di pennuti, non possiamo certo evitare di parlare della squadra di Bokuto, non trovi? Dopotutto, i riferimenti ai gufi anche in questo caso si sprecano, dai capelli del capitano, che ne ricordano un po’ le piume, ai suoi occhi dorati, fino ad arrivare alla mascotte di metà episodio. E quindi ormai non stupisce che Fukurōdani Gakuen 梟谷学園 sia l’Accademia (学園) dei gufi (梟, fukurō). 谷 dani significa valle, ma non ha una sfumatura specifica in questo caso.
Curioso è anche il caso della Inarizaki Kōkō 稲荷崎高校, la scuola superiore che si scontra con la Karasuno per tutta la seconda parte della quarta stagione di Haikyuu. È interessante la scelta dei termini: la versione animale dei gemelli Miya Atsumu e Osamu è una volpe, ma volpe in giapponese si dice kitsune 狐.
E quindi, niente riferimento? Al contrario, visto che Inari 稲荷 – ossia la prima parte del nome della scuola – è una divinità nipponica, pregata per la prosperità dei raccolti, soprattutto di riso, che viene spesso rappresentata accompagnata da volpi. Pare che siano il suo animale prediletto, anche quando deve inoltrarsi in incognito nel mondo degli uomini. Poi abbiamo 崎, promontorio, e 高校 che ormai avrai intuito significare scuola superiore, liceo.
Ho tenuto per ultimo il colpo di scena. Visti gli esempi precedenti, viene spontaneo immaginare che anche per la Nekoma Kōkō 音駒高校 la regola sia la stessa, giusto? Un bel kanji per gatto all’inizio e pace, no? Ovviamente, non è così. Ne è una lettura alternativa per il kanji 音 oto, suono, rumore; mentre 駒 koma significa sia puledro, sia pezzo degli scacchi o nello shogi. Dove stanno i gatti allora? Nel suono. Com’è accaduto con il no di Karasuno, i kanji di nekoma sono stati scelti non tanto per ciò che vogliono dire, ma per il termine a loro omofono: nekoma, infatti, è la versione arcaica della parola neko 猫, gatto.