L’editoria sta attraversando una crisi globale. L’emergenza in atto dall’inizio del 2020 non ha fatto che accentuare un percorso già orientato verso il declino, nonostante una fervente attività da parte dei soggetti coinvolti.
L’Italia è ai primi posti nel settore del fumetto per titoli prodotti ogni anno, ma la chiusura dei negozi, la cancellazione delle fiere e il ritardo delle nuove uscite hanno reso la situazione particolarmente problematica.
In questo contesto problematico, Jundo ha provato a invertire la tendenza. Questa piattaforma made in Italy è operativa dal dicembre del 2020 e si propone di dare una nuova casa ai fumetti italiani emergenti. E non solo.
Jundo è una piattaforma in stile web app, fruibile in versione desktop attraverso qualunque browser, oppure con app per dispositivi mobili.
L’approccio è simile ad altri aggregatori, con Netflix capofila che ha dettato la linea per la concorrenza in tutti i settori.
L’abbonamento è per il momento fissato a 1,99 euro al mese e permette l’accesso al catalogo composto attualmente da opere di artisti indipendenti, come Carnival Chaos di Acros, Fiabe Nere di Andrea Milana, Memento di Arianna Calabretta, SYZYGY di Emanuele Scrascia e Michele “MJ” Plantamura.
Proprio come accade per Netflix (anche se quasi nessuno lo sa), anche Jundo vuole proporsi come intermediario. Presto permetterà l’acquisto dei fumetti in catalogo direttamente dal portale, senza spese di spedizione.
L’idea alla base è proprio quella di supportare gli artisti in modo diretto, sganciandosi dalle classiche dinamiche editoriali e puntando a uno sviluppo parallelo.
In un momento storico in cui la fruizione digitale è sempre più accentuata in tutto il mondo e portali come WebToon riescono a raggiungere una rilevanza globale, l’azzardo di Jundo potrebbe ripagare gli sforzi dei quattro fondatori.
Jundo – Il nostro test
Abbiamo potuto provare la piattaforma per qualche giorno, ricavando alcune considerazioni.
La piattaforma è fluida e leggera, in uno stile che ormai abbiamo imparato a conoscere. Il catalogo è ancora ristretto vista la giovane età. Mancano ancora alcuni ritocchi fondamentali a livello di user experience, come la categorizzazione con conseguente ricerca, ma si tratta anche in questo caso di funzioni classiche, che sicuramente saranno introdotte non appena la mole di materiale presente diventerà consistente. A parte un piccolo problema in fase di primo accesso su app, non abbiamo riscontrato problemi di sorta.
Navigazione e lettura procedono fluidi, con istruzioni chiare e cura dei dettagli. Particolarmente comoda la lettura da dispositivi mobili, il vero punto di forza di soluzioni come questa. Manca forse la funzione più comoda tra quelle più diffuse in ambito editoriale, ovvero quella che permette di proseguire la lettura oltre il capitolo in corso con un semplice scroll o tocco. E’ infatti necessario selezionare manualmente il capitolo successivo, il che non è un grosso sforzo, ma interrompe comunque la lettura.
E’ possibile dare un tocco personale al proprio account, inserendo le nostre preferenze in fatto di fumetti.
Particolarmente curato è ogni aspetto relativo agli autori, il vero centro del progetto Jundo. Ognuno di essi ha uno spazio dedicato, per avvicinarsi il più possibile al lettore.
Le potenzialità per ottenere risultati positivi ci sono tutte. La struttura c’è, quello che manca per ora sono i contenuti. I problemi sono gli stessi di qualunque aggregatore, ovvero il rapporto tra attrattività e convenienza. Il modello può funzionare solo con grandi numeri a disposizione, a quel punto potrebbe affermarsi come realtà di riferimento nel panorama italiano e, perché no, anche internazionale, se ospitasse anche versioni inglesi dei fumetti.
Tutte idee immagino già esplorate dai fondatori e in corso di realizzazione. Progetti come questi sono sempre i benvenuti. Se poi riescono a decollare potrebbero andare a vantaggio di tutto il pubblico e degli autori stessi.