Jujutsu Kaisen è senza dubbio un nome che avrai già sentito nominare. Si tratta dopotutto di una delle opere più famose e apprezzate del momento, sia per il manga attualmente campione d’incassi sia per l’adattamento anime realizzato da MAPPA che ha catturato fin dai primi episodi.
Insomma, un vero e proprio successo che di sicuro non puoi esserti lasciato sfuggire. Tuttavia persino se sei un fan potresti non conoscere alcuni degli interessanti retroscena relativi a quest’opera, proprio come quello di cui ti voglio parlare oggi.
Lo sapevi che la storia di Jujutsu Kaisen e in particolare le origini di un personaggio sono ispirate a un mito popolare molto famoso in Giappone e ad alcuni eventi realmente accaduti? Oggi entrerò a fondo proprio in questa questione, perciò rimani qui con me perché ne vedrai di sicuro delle belle!
Jujutsu Kaisen: una leggenda inquietante ha dato ispirazione all’autore!
Jujutsu Kaisen è un’opera davvero molto imponente ma una caratteristica particolare che la contraddistingue è la sua connessione con una leggenda popolare molto conosciuta in Giappone. In particolare per entrare nei dettagli della vicenda, dobbiamo parlare di Sukuna, uno dei villain forse più amati della serie.
Come ben saprai parliamo di un antagonista potente, un demone dalle abilità fenomenali e soprattutto dalla particolare caratteristica di possedere quattro braccia e quattro gambe. Il suo nome viene inoltre ripreso dalla figura mitologica giapponese Ryoumen Sukuna, che possedeva due facce, 4 gambe e 4 braccia.
Ciò che forse non saprai però, è che Sukuna oltre a essere ispirato a questa figura mitologica, trae le sue radici anche una “leggenda popolare” e alcuni avvenimenti realmente accaduti in Giappone. Per arrivare fin qui e parlare poi di Jujutsu Kaisen, dobbiamo però fare un piccolo passo indietro.
La leggenda di cui sto parlando risale al 1900 ed è legata a Mononobe Tengoku, leader di una setta religiosa eretica famoso per i suoi atti crudeli. In particolare, l’uomo era conosciuto per acquistare e tenere imprigionate diverse persone con varie deformità. Un giorno l’uomo però decise di acquistare anche due gemelli congiunti, che nel caso non lo sapessi si tratta di due gemelli nati uniti tra di loro a causa di una malformazione.
L’uomo, ossessionato dalle sue pratiche religiose, vide nei due gemelli una somiglianza con un Asura, un dio-demone tipo della religione giapponese con 4 braccia e 4 gambe. Per questo motivo decise di metterli alla prova: li rinchiuse in una stanza insieme alle altre persone con deformità e non diede più da mangiare a nessuno, in modo tale che per sopravvivere dovessero per forza mangiarsi tra di loro.
Da questa pratica macabra ne uscirono sopravvissuti proprio i due gemelli congiunti. Mononobe Tengoku iniziò a considerarli a tutti gli effetti delle divinità e come “ricompensa” li mummificò vivi. Potrebbe sembrare strano ma in realtà la mummificazione era una pratica già molto diffusa tra i monaci giapponesi che pensavano in questo modo di poter conservare il proprio corpo e morire raggiungendo l’illuminazione.
A ogni modo, i due gemelli mummificati divennero in tutto e per tutto il buddha maledetto, la divinità di questa setta religiosa. Iniziarono inoltre a essere chiamati Ryoumen Sukuna proprio perché somiglianti al dio-demone di cui ti ho parlato. Ovunque la setta decidesse di andare, si portava dietro anche il corpo mummificato all’interno di una bara di legno ben sigillata.
Secondo la leggenda questo corpo portava distruzione ovunque andasse, per esempio ben 8 terremoti terribili vennero collegati a esso. Già qui troviamo la prima ispirazione, in quanto anche il personaggio del manga Sukuna viene spesso definito come una “calamità che cammina”, proprio per riferirsi a questa credenza.
Ora dobbiamo però spostarci a tempi più recenti e arrivare al 2005, quando all’interno di un cantiere venne ritrovata dai lavoratori una bara di legno ben sigillata e con una targhetta con impresso il nome “Ryoumen Sukuna”. Di sicuro hai capito dove voglio arrivare e perché tutto ciò centri con Jujutsu Kaisen.
I lavoratori decisero di contattare il prete del tempio locale e gli raccontarono l’accaduto. Il prete ovviamente gli disse di non aprire assolutamente la bara e di attendere il suo arrivo il giorno seguente, tuttavia la bara venne aperta da tre studenti che intrufolatisi di notte nel sito di costruzione vennero attanagliati dalla curiosità.
La mattina seguente all’arrivo del prete, due lavoratori che avevano visto il contenuto della bara erano rimasti pietrificati senza più riuscire a parlare. Il prete decise di esorcizzarli e di portare via il corpo mummificato, ma li avvertì di stare attenti alla maledizione che li avrebbe colpiti.
Nelle due settimane successive, i due lavoratori vennero colpiti da una febbre molto alta, due studenti morirono e il terzo venne trasferito in un istituto mentale. A quel punto furono molti a iniziare a credere maggiormente alla maledizione di Ryoumen Sukuna.
Ma perché ti ho raccontato tutto ciò? Devi sapere che l’autore di Jujutsu Kaisen, Gege Akutami, è nato proprio nella regione dove questa leggenda ha avuto origine e ne è stato dunque ovviamente influenzato. Si tratta di una notizia confermata e condivisa sa Akutami stesso durante un’intervista.
Insomma, Sukuna non è un villain dai poteri maledetti solo nel manga di Jujutsu Kaisen, ma anche nella vita reale questa leggenda inquietante e questi avvenimenti apparentemente inspiegabili circondano questo nome.
Queste influenze che convergono all’interno di Jujutsu Kaisen lo rendono sicuramente ancora più interessante e caratteristico del suo paese, per questo motivo spero che la storia sia riuscita a catturarti almeno la metà di quanto ha colpito me la prima volta che l’ho sentita.
Per il momento non mi resta però altro da fare che chiederti la tua opinione a riguardo e darti appuntamento al prossimo articolo: conoscevi la storia? Pensi che questo tipo di leggende possano avere un fondo di verità o che si tratti solo di racconti inventati!