Con persino grandi studi come Toei Animation che incorporano l’IA nel loro processo produttivo, l’IA si sta rapidamente affermando nell’industria di anime e manga. Il creatore di JoJo’s Bizarre Adventure, Hirohiko Araki, crede che questo potrebbe creare “un mondo di truffatori“.
Nell’ultimo numero di New Manga Techniques: How to Create Villains, pubblicato il 15 novembre, Araki ha commentato la recente ascesa delle illustrazioni generate dall’IA, definendo l’IA un “male sociale” che “indubbiamente finirà per avere un impatto sul manga in futuro“.
Il creatore di JoJo’s Bizarre Adventure Araki commenta l’arte generata dall’IA
Un post su X dell’utente jojo_wiki ha recentemente condiviso una sezione tradotta dell’ultimo numero di New Manga Techniques, dove, nel capitolo 2, Hirohiko Araki esprime la sua opinione sull’arte generata dall’IA, iniziando con un aneddoto scioccante su una sua recente esperienza con l’IA.
Araki spiega come di recente si sia imbattuto in un’illustrazione, credendo che fosse una sua creazione, solo per scoprire che l’immagine era generata da un’IA.
“No, non l’ho disegnata io.”
La parte più scioccante di questa storia è che l’illustrazione generata dall’IA era riuscita a imitare persino le sottigliezze dello stile artistico di Araki, come il modo particolare in cui disegna le ciglia, tanto che persino Araki ha faticato a distinguerle. Prosegue affermando che sicuramente non sarebbe stato in grado di notare la differenza se l’immagine dell’IA fosse stata basata su un’illustrazione più vecchia che non ricordava bene.
Araki arriva a definire l’intelligenza artificiale un “cattivo” che consente a truffatori e frodatori di commettere violazioni del copyright. Sottolinea più volte che, man mano che l’IA continua a migliorare e a diventare sempre più accessibile, il mondo sarà sempre più popolato da tali truffatori che sfruttano l’IA e gli artisti del manga.
L’IA rappresenta un pericolo per l’industria dei manga?
Che si sia o meno letto o guardato JoJo’s Bizarre Adventure, la serie è senza dubbio uno dei franchise più riconoscibili grazie ai suoi effetti visivi unici. Hirohiko Araki ha uno stile artistico estremamente distintivo, sviluppato negli anni, proprio come molti altri creatori di manga, e il fatto che l’IA sia riuscita a ingannare persino il creatore originale è motivo di grande preoccupazione.
Come afferma Araki, man mano che l’IA diventa sempre più sofisticata e precisa nell’imitare l’arte reale, l’arte generata dall’IA e quella reale saranno presto indistinguibili, rendendo sempre più difficile per gli artisti del manga proteggere il loro lavoro e le loro creazioni da abusi. Non solo l’IA può essere utilizzata per creare illustrazioni inappropriate, ma il suo utilizzo mina anche il valore stesso del lavoro di un artista del manga e gli anni di impegno necessari per perfezionare la loro arte.
Sebbene l’arte generata dall’IA non possa essere protetta dal diritto d’autore, manca ancora una regolamentazione chiara contro l’utilizzo commerciale di queste opere. Ancora più importante, i generatori di IA continuano a utilizzare le creazioni di artisti e illustratori per addestrare algoritmi senza permesso, mentre gli sviluppatori di piattaforme IA continuano a sostenere che ciò rientri nel “fair use“.
In poche parole, non c’è nulla che protegga l’arte generata dall’IA dall’infrangere persino illustrazioni protette da copyright, e il problema peggiorerà se, come sospetta Araki, dovessero emergere leggi a favore dell’IA.
L’IA potrebbe mai sostituire gli artisti dei manga e il vero storytelling?
La domanda più grande che emerge da tutto ciò è se l’IA potrebbe mai davvero sostituire del tutto gli artisti del manga. Non è un’esagerazione affermare che il manga sia uno dei mezzi di narrazione più espressivi e, anche se l’intenzione di un autore può non essere sempre comunicata al lettore, le creazioni senz’anima dell’IA semplicemente non possono suscitare le stesse emozioni. Anche se l’IA può imitare lo stile di un mangaka fin nei minimi dettagli, sembra improbabile che possa replicare il cuore che c’è dietro una vera narrazione o le molteplici scelte artistiche sottili che contribuiscono a una storia.
Detto ciò, per quanto impossibile possa sembrare attualmente, non si può dire cosa sarà in grado di fare l’IA tra pochi anni. L’intelligenza artificiale sta già minacciando i mezzi di sussistenza dei doppiatori, che stanno lottando per non essere sostituiti, mentre persino i piccoli artisti cercano continuamente nuovi modi per impedire che la loro arte venga rubata per addestrare i modelli di IA.
Come ogni altra invenzione moderna, l’intelligenza artificiale può sicuramente essere uno strumento utile, ma senza regolamentazioni che diano priorità alla protezione della creazione umana, la creatività stessa potrebbe essere in pericolo di estinzione.
Si spera che, come Hirohiko Araki, sempre più artisti del manga riconoscano presto il pericolo che l’IA rappresenta per l’industria del manga e si mobilitino per proteggere meglio le loro opere dall’IA e dalle potenziali violazioni.