Il nome di Robert Kirkman è legato primariamente a The Walking Dead, serie a fumetti da lui sceneggiata dal 2003 al 2019, che ha ispirato l’omonimo show televisivo e ha rinnovato il genere horror zombie degli ultimi vent’anni.
Ma Kirkman ha dato vita anche ad altri lavori degni di nota, e fra questi spicca sicuramente Invincible, dedicato a un altro genere di grande successo dell’ultimo periodo: quello dei supereroi. Scritta contemporaneamente a The Walking Dead dal 2003 al 2018 e illustrata da Cory Walker, anche Invincible è diventata una serie televisiva, questa volta animata, che ha visto la luce su Amazon Prime e si è già imposta nel panorama supereroico attuale.
Non sorprende, dunque, che SaldaPress si sia affrettata a portare in Italia una nuova edizione Omnibus, che renda onore nel modo più degno a questo imponente lavoro: 9 volumi di 400 pagine l’uno, con uscita a cadenza bimestrale. Al momento sono stati pubblicati i primi due, sufficienti per farsi un’idea dell’opera e capire perché Invincible sia uno dei fumetti di supereroi più importanti e di qualità degli ultimi anni.
Una storia solo in apparenza già vista
Come si può vedere da queste poche righe, l’opera di Kirkman ricicla molti topoi e stereotipi della narrativa supereroica. Omni-Man riprende la figura di Superman, i Guardiani del Globo sono una riproposizione della Justice League e degli Avengers, il giovane supereroe adolescente è una cosa già vista fin dai tempi di Spiderman e anche il rapporto padre-figlio è una cosa che negli universi Marvel e DC non è mai mancata.
Tuttavia, l’uso di questi elementi “classici” non è finalizzato a una mera copia, bensì serve per ribaltare la retorica del genere supereroico confezionando una storia piena di colpi di scena e con un ritmo incalzante.
E’ un mondo brutto e difficile…
In secondo luogo, in Invincible il confine tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato, tra bene e male si fa via via più sfuggente. Omni-Man, si è già detto, ricorda molto Superman, il supereroe per eccellenza. Eppure, come si scoprirà già entro il secondo volume, la sua venuta sulla Terra è stata dettata da motivazioni molto meno altruistiche di quanto sembrava all’inizio. Senza fare troppi spoiler, più che ai Kryptoniani i Viltrumiani si richiamano a una specie aliena umanoide di un famoso manga/anime giapponese.
Ma questo non è l’unico caso: dietro il mondo dei supereroi di Kirkman si nascondono interessi personali e collettivi, egoismi e calcoli politici, tradimenti inaspettati e doppi giochi. Non si arriva alla profondità di Watchmen, certo, ma nemmeno alla superficialità che di solito si attribuisce al genere supereroico.
Invincible, ovvero: le difficoltà di essere un adolescente con superpoteri
I primi capitoli, in particolare, sono dedicati a mostrare i primi passi di questo eroe adolescente che deve fare i conti con i nuovi poteri e imparare a padroneggiarli. E tutto questo senza trascurare la sua vita da ragazzo “normale”, fatta di scuola, fidanzate e amicizie. Né il rapporto col padre, figura di riferimento sia sul fronte umano sia su quello eroico per il giovane Mark.
La stessa struttura narrativa riflette questa impostazione da bildungsroman supereroico, con episodi dedicati spesso a scontri con il super-cattivo di turno, nella più classica tradizione fumettistica.
Solo più avanti il colpo di scena riguardante Omni-Man e i Viltrumiani mette Mark di fronte a un doloroso conflitto: scegliere di stare con la propria razza aliena, oppure battersi per la difesa e il futuro del pianeta Terra? Ed è a questo punto che la storia fa il salto e decolla davvero, facendo di Invincible qualcosa di più di una banale variazione sul tema eroico.