Il violinista di Hamelin è un’opera scritta e disegnata da Michiaki Watanabe che è stata pubblicata da Enix sulla rivista Monthly Shonen Gangan. Iniziata il 12 marzo 1991, è terminata il 12 gennaio 2001 e conta in totale 37 volumi.
In Italia la serie era pubblicata da Comic Art, ma si è interrotta al nono volume dopo il fallimento della casa editrice.
Dalla serie è stata tratta una serie animata di 25 episodi andata in onda tra 1996 e 1997, che adatta molto liberamente gli eventi dell’opera cartacea ed è stata prodotta dallo Studio Deen. Un sequel, intitolato Il violinista di Hamelin: Shchelkunchik, è stato pubblicato da Watanabe tra 2008 e 2011 sulla rivista Monthly Shonen Gangan.
Scopriamo insieme le caratteristiche di questa serie in questo nuovo numero di Otakult!
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La trama de Il violinista di Hamelin
Hamel è un misterioso ragazzo che viaggia con un gigantesco violino e un uccello parlante di nome Oboe. Indossa un gigantesco cappello e suona divinamente, riuscendo, con la sua musica, ad incantare e sconfiggere demoni, diventando una sorta di eroe. Ma una regola sembra fondamentale per lui: niente si fa per niente. Così, quando sconfigge il demone che infesta il villaggio di Staccato, prende come ricompensa una ragazza di nome Flauto, lì abbandonata ancora in fasce.
A loro si uniranno poi l’auto dichiarato eroe dell’amore Raiel, che viaggia con un gigantesco e pesantissimo pianoforte d’oro, e Trom, principe del regno di Dal Segno, conquistato e messo a ferro e fuoco dai demoni.
L’obiettivo di questo gruppo all’inizio un po’ sgangherato è raggiungere Hamelin, la capitale dell’impero dei demoni e luogo in cui si annida il loro potentissimo signore, Orchestra.
L’ambientazione
Il mondo in cui viene ambientata la storia ben si ascrive al genere distopico, ma mischia elementi fantasy a elementi de mondo reale: Oboe infatti fa continui riferimenti a musicisti, compositori e luoghi appartenenti al mondo reale, ma veniamo presto a conoscenza che i continenti e le località in cui si muovono i personaggi sono completamente diversi. Pare quasi che questi riferimenti siano considerati alla stregua di leggende o racconti nel mondo di Hamelin, ma queste discrepanze non vengono mai messe in luce durante la storia.
La storia trae l’ispirazione alla fiaba del pifferaio di Hamelin e dal mito del vaso di Pandora. Tutti i nomi delle località e di gran parte dei personaggi sono riferimenti a strumenti musicali, elementi del pentagramma e, in generale, al mondo della musica.
Analisi del manga
Premetto che purtroppo sono riuscito a leggere solamente i primi nove volumi della saga, quelli pubblicati dalla casa editrice Comic Arts. Leggendo qualcosa in internet si potrebbe essere tratti in inganno, poiché Il violinista di Hamelin viene presentato come un classico shonen in cui il gruppo di protagonisti viaggia per sconfiggere il re dei demoni; anche se questo è lo scheletro della trama, già dalle prime pagine si comprende di essere davanti a qualcosa di totalmente diverso.
Fin dall’inizio si presenta al lettore una carrellata di gag e scenette comiche che vertono sul pessimo carattere dell’avido Hamel, sui suoi “scontri” con Raiel, sulla boria di Trom e sull’ingenuità e bontà d’animo di Flauto. A tutto si uniscono i commenti di Oboe, che rappresenta la parte più razionale del gruppo, coinvolto però suo malgrado con gli altri nei piani sbilenchi del protagonista.
Hamel è raffigurato come un antieroe, insensibile, egoista, vile e attaccato al denaro, ben lontano dai classici eroi senza macchia e senza paura. Tuttavia, dietro quando mostra agli altri si nasconde un lato sensibile e fortemente legato alle persone intorno a lui, in particolare Flauto e Pandora.
L’intento del mangaka sembra quindi vertere verso la parodia degli shonen e dei seinen, con la costruzione di una dissacrante commedia dark fantasy basata sull’esagerazione, con la sua notevole complessità e un pizzico di caos.
Ma Il violinista di Hamelin non è solo questo: sono innumerevoli le parti emozionanti, commoventi e riflessive, perfettamente incastrate in una storia dal ritmo volutamente altalenante. Sia Flauto che Trom riescono a diventare protagonisti di scene emozionanti e ricche di pathos, che portano il lettore a scoprire i segreti riguardanti il loro passato.
Man mano la storia va avanti il lato comico si affievolisce, lasciando più spazio a quello drammatico e serio, riservando un finale a sorpresa.
Lo stile grafico è caratteristico dell’inizio degli anni Novanta e in corso d’opera si modifica leggermente e non pare estremamente particolareggiato: nonostante ciò l’autore dimostra di saperci decisamente fare quando si tratta di rendere graficamente scene importanti.
L’anime
La serie anime de Il Violinista di Hamelin andò in onda tra 1996 e 1997, ma non ottenne lo stesso successo della controparte cartacea. Nei 25 episodi anima infatti cambiò totalmente caratterizzazione e background dei personaggi, amplificando le atmosfere dark ed eliminando gli elementi umoristici.
Hamel e Flauto divengono amici d’infanzia e come nel manga partono per combattere Orchestra: ma qui tendono a deprimersi fin troppo facilmente, avvicinandosi agli eroi maledetti dei quali il manga fa apertamente parodia. Gli stravolgimenti di trama volti a rendere la storia più triste (come l’uccisione del padre di Trom da parte di Hamel) costruiscono una serie sfiancante e noiosa, con Hamel che diventa a un certo punto il nemico da sconfiggere e un finale provvisorio che rende il tutto ancor più deprimente.
Le animazioni e i disegni peggiorano con il proseguo degli episodi, con il riciclo di numerosi frame, uso eccessivo di pastellato. I personaggi diventano via via più statici fino a diventare, negli ultimi episodi, quasi immobili.
Considerazioni finali
Il manga de Il violinista di Hamelin risulta una lettura divertente e dissacrante, che intrattiene il lettore fino all’ultima vignetta. Non cade però mai nel banale, dando ottimi spunti di riflessione e la giusta dose di emozioni.
Non si può dire la stessa cosa dell’anime, che ha tradito le aspettative di molti lettori del manga proponendo una serie a tratti deprimente e di certo non all’altezza dell’opera originale, che non a caso è terminata con le scuse dello staff di Studio Deen per il pessimo lavoro svolto.