Noragami: il dio che tutti vorremmo
Salve a tutti amici di iCrewPlay, bentornati nel mio salotto. Oggi siamo qui per tornare alle origini e, come fatto con Tokyo Ghoul, vi parlerò di qualcosa che secondo me va preso per il verso giusto. Parleremo di Noragami.
Perché ho detto prendere per il verso giusto? Come vi dissi per Tokyo Ghoul, anche se era un po’ velato, ci sono purtroppo persone che non apprezzano l’arte. È così anche per quando riguarda altri tipi di arte, come la pittura o una scultura. Non tutti cadrebbero preda della sindrome di Stendhal guardando un Monet o un Van Gogh. Così succede per gli anime, che vi ricordo sono compresi nella settima arte, ovvero quella del cinema. Bisogna essere capaci di immedesimarsi nel racconto, cogliendo le emozioni dei personaggi. Come feci con Tokyo Ghoul, oggi vi spiegherò perché Noragami è degno della vostra attenzione.
Molti di voi l’avranno già visto, se non quasi tutti. È un must del nuovo millennio, molta gente lo ama. Per questo non ho mai avvertito la necessità di parlarne, mi sembrava superfluo. Invece parlando mi sono reso conto che ci sono delle persone che non hanno colto la sua essenza, che non sono state in grado di capire cosa c’è dietro. Parlo a voi, che osannate il mondo anime quando magari l’unico che avete mai guardato è stato Dragon Ball. Sedetevi e ascoltate quello che ho da dirvi.
La mia storia con questo anime parte nel periodo in cui avevo appena iniziato a guardare anime. In quel periodo, si sa, siamo tutti alla ricerca di nuovi titoli, di qualcosa che riesca a placare la nostra sete. Ringrazio il mio amico Mattia, che in quel momento ha saputo versarmi un bicchiere del miglior vino. Finita la prima stagione avevo le lacrime agli occhi. Era il primo anime per cui piangevo.
Ora vediamo la trama. Hiyori è una studentessa delle superiori, che un giorno viene investita da un camion per salvare uno sconosciuto che stava inseguendo un gatto. All’apparenza la ragazza pensa di non essersi fatta nulla, ma poi scopre che nessuno può vederla. Inoltre le è spuntata la coda. Nell’attimo di stupore, vede il suo corpo che giace in terra, colpito dalla vettura. Grazie alle indicazioni sommarie del misterioso ragazzo, riesce a rientrare nel suo corpo, che viene portato in ospedale.
Quella notte il ragazzo entra in camera di Hiyori, trascendendo le leggi della fisica e comparendo letteralmente sotto i suoi occhi. Il ragazzo si scusa per averla fatta investire e dice di essere venuto ad accertarsi della sua salute. Spiega poi che egli si chiama Yato, ed è un Dio. Purtroppo non ha neanche un altare, dato che nessuno crede in lui. Così, per evitare che la gente si dimentichi di lui, gestisce un’attività di Divinità delle Consegne, ovvero un servizio che garantisce un desiderio esaudito per soli 5 yen, a patto che esso sia realizzabile.
Hiyori però ha un problema. Dal giorno dell’incidente, gli capita spesso di uscire dal suo corpo e vagare sotto forma di anima. Per mettere fine alla sua condizione, Hiyori decide di usufruire del servizio di Yato. Da quel momento, Hiyori esprime la sua intenzione di non staccarsi da Yato finché non l’avrà guarita. I due conosceranno altre divinità, combatteranno contro gli spiriti malvagi Ayakashi e condivideranno gioia e tristezza. Anche i fitti misteri che circondano Yato verranno presto rivelati.
In quanto a premesse l’opera non ha di che farci storcere il naso. Mistero, azione e un pizzico di sentimentalismo. Riferimenti a religioni e mitologie a più non posso (cosa che AMO degli anime), nonché momenti esilaranti creati da Yato, il dio più pazzo della terra.
I disegni sono davvero ben fatti, con ombre definite e giochi di luce che rendono l’opera davvero godibile e spettacolare, creando in certi punti un’atmosfera cupa che rende la scenografia molto adatta al contesto.
Ora passiamo alla prossima fase: perché guardarlo? A questa domanda posso rispondervi con una sola parola: arte.
È l’unico epiteto che riesco a dare a quest’opera. Quello che si dice un’opera d’arte. Le emozioni e le sofferenze dei personaggi riescono a travolgere anche le persone ciniche come il sottoscritto, creando un senso di empatia anche quando nella persona non esiste. Nell’opera viene data la priorità a questo. Le emozioni dei personaggi. In un anime action, spesso non è così. Ma in Noragami, ad ogni singolo evento, ad ogni passo, ad ogni dialogo, si riesce a capire perfettamente cosa stiano provando i personaggi. Ci sono ovviamente casi in cui riesci a capirlo dopo, ma anche in quel caso si riesce ad immedesimarsi nei protagonisti, e a capire ciò che sentono.
Per questo desidero chiedere a quelli che esprimono giudizio negativo su quest’opera, di rivalutarla. Guardarla con un occhio di riguardo, giusto perché ve l’ha consigliato il vostro caro Matt di iCrewPlay.
Siamo arrivati in fondo anche alla chiacchierata di oggi. Come sempre vi chiedo di mettere mi piace all’articolo e condividerlo, oltre che fare un salto sulla nostra pagina FB che non fa mai male. Noi ci rivedremo la settimana prossima, sempre nel mio salotto.
Pienamente d’accordo con te, Noragami è un capolavoro, divertentissimo e avvincente! Tra i miei anime preferiti.
Grazie mille Barbara per aver commentato, per me i commenti sono molto importanti dato che una chiacchierata è per definizione bilaterale. Sono contento che abbiamo la stessa opinione su quest’opera, che considero come ho detto della vera arte :D