Salve a tutti amici di iCrewPlay e bentornati ancora una volta nel mio salotto. Nello scorso appuntamento settimanale avevamo visto come in Code Geass la volontà di un solo uomo possa plasmare il futuro. Oggi andremo ad affrontare un argomento simile, ovvero come le nostre azioni passate influiscano sul presente, nonché cosa succederebbe se provassimo a cambiarle. Nell’appuntamento di oggi quindi ci sarà di aiuto Erased.
Erased (Boku dake ga inai machi, ovvero La città in cui io non ci sono) è un’opera che è stata capace di intrigarmi dai primi episodi. Sin da subito le sue premesse affascinano lo spettatore, coinvolgendolo con una suspense ben riuscita e grazie all’aggiunta sempre di nuovi elementi che servono a rinnovare la curiosità.
Ma ora vediamo meglio di cosa si tratta. Erased è la storia di Satoru Fujinuma, un mangaka ventottenne agli inizi della carriera. Da molto tempo, Satoru soffre di uno strano fenomeno che lui chiama Revival. Esso si attiva quando succede qualcosa di grave vicino a lui, e gli permette di tornare indietro nel tempo di qualche minuto, di modo che egli possa prevenire il disastro incombente.
Un giorno, di ritorno dal part-time, Satoru trova sua madre uccisa a casa. Nel frattempo sopraggiunge la polizia, che lo incrimina. Mentre fugge, Satoru innesca il Revival, e si trova catapultato nel 1988, ben 18 anni prima. A quel tempo andava alle elementari, quindi si ritrova catapultato nel suo corpo da bambino. Satoru capisce che per salvare sua madre deve fare qualcosa in quell’epoca, così si mette in moto per scongiurare una serie di omicidi seriali che sarebbe avvenuta di lì a poco…
Come ho detto, l’opera riesce a catturare l’attenzione sin da subito grazie all’idea del Revival. Essa contribuisce a creare nello spettatore quella voglia di scoprire qualcosa di più, che conduce inevitabilmente a guardare l’episodio successivo. Le nuove scoperte di Satoru e gli eccellenti cliff-hanger presenti nell’opera consentono allo spettatore di terminarlo restando in uno stato di suspense che consente di godere appieno di questo titolo.
Ma perché consigliarvi quest’opera? Quali sono i temi principali?
Oltre al fatto che ci troviamo davanti ad un prodotto eccellente dal punto di vista della realizzazione e della trasposizione su schermo, ci sono altre cose che dovrebbero farvi pensare di aggiungerlo alla vostra lista. Il primo tema affrontato è quello della crescita. Ovviamente parlo di una crescita interiore, la crescita del protagonista che affronta i timori e le insicurezze che ha nei primi episodi e ne esce come una persona migliore.
Inoltre come secondo tema affrontato vediamo il cambiamento. La costante evoluzione degli eventi, che sono fili che riconducono alla stessa matassa. Ma quanto noi possiamo fare per districare la matassa degli eventi? Erased ci dice questo. Cosa succederebbe se avessimo fatto una cosa piuttosto che un’altra? Sta allo spettatore scoprirlo e trarre le proprie conclusioni.
Se proprio volete un’opinione soggettiva, posso dirvi che l’opera mi ha subito coinvolto in quanto amante dei gialli e dei thriller. Probabilmente ve ne siete accorti, ma nei miei articoli parlo sempre di cose come suspense e cliff-hanger. Questo perché sono le cose che ricerco in un’opera di un certo livello. Qualcosa che ti convinca a guardare l’episodio successivo. E di questo, ve lo posso assicurare, Erased ne ha da vendere. Il fatto che sia un’opera triste con diverse scene strappalacrime me l’ha fatto amare ancora di più.