Una delle più grandi qualità di Demon Slayer è proprio la gestione dei retroscena, un tipico espediente narrativo degli shonen che Koyoharu Gotouge ha saputo sfruttare al meglio. Questi flashback non solo aggiungono profondità ai personaggi, ma infondono anche un forte peso emotivo alla trama.

La storia si svolge in un mondo in cui potenti demoni si nascondono nell’ombra, divorando gli esseri umani per ottenere più potere. I demoni non possono essere uccisi con mezzi ordinari e, persino distruggendo la loro testa, non si ottiene la loro morte. Oltre a una rigenerazione istantanea, possiedono una forza sovrumana e, in alcuni casi, abilità uniche chiamate Arti Demoniache del Sangue (Blood Demon Art). La loro costante brama di potere ha causato innumerevoli morti e lasciato famiglie distrutte.

Che si tratti di demoni o di ammazzademoni, la maggior parte dei personaggi della serie ha subito sofferenze indicibili, e i loro retroscena sono spesso strazianti. Per questo, rispetto agli altri, quello di Mitsuri Kanroji viene spesso sottovalutato. La sua storia non include tragedie causate da un demone e persino la ragione che l’ha spinta a unirsi al Corpo degli Ammazzademoni è molto diversa. Eppure, il suo passato riesce comunque a trasmettere la giusta dose di emozione, aggiungendo spessore a uno dei personaggi migliori della serie.

Il retroscena di Mitsuri: amore per sé stessi e accettazione
Mitsuri è cresciuta in una famiglia amorevole e, sin da piccola, non era una ragazza “comune”. Era fisicamente molto forte e aveva un grande appetito. Il colore dei suoi capelli cambiò dopo aver mangiato troppo sakuramochi — una spiegazione assurda e poco realistica, ma che Gotouge utilizza per giustificarne l’aspetto unico (la sospensione dell’incredulità è d’obbligo).

Più verosimile, invece, è il contesto storico: il Giappone dei primi anni del ‘900, in cui le norme sociali per le donne erano molto diverse rispetto a oggi. Mitsuri desiderava rispettare le aspettative sociali e trovare l’amore, ma veniva sempre rifiutata perché considerata “diversa”.

Per essere accettata, pensava di dover trovare un buon partito, ma per farlo sentiva di dover rinunciare alla propria individualità, un peso che la opprimeva. Inizialmente provò a cambiare sé stessa per adattarsi agli standard, ma col tempo capì che nessun compromesso avrebbe fatto vedere agli altri il suo vero io. Alla fine, decise di abbracciare la sua identità e cercare la felicità a modo suo.
Lasciò la casa e si unì al Corpo degli Ammazzademoni, un lavoro con un altissimo tasso di mortalità. Nonostante ciò, riuscì a diventare una Hashira e a trovare una persona che amava profondamente.
Demon Slayer, un dramma diverso dagli altri
Un retroscena non deve essere tragico per essere valido. Allo stesso modo, un personaggio non deve necessariamente soffrire o perdere i propri cari per essere ben scritto. La storia di Mitsuri è più relazionabile rispetto alle altre e porta in scena un tipo di difficoltà diversa da quelle viste finora.

Il suo percorso appare quasi fuori posto in un mondo cupo e distorto come quello di Demon Slayer — ed è proprio questo a renderlo coerente con il suo carattere. Mitsuri incarna una forza differente: non solo fisica, ma anche emotiva e compassionevole, in un contesto in cui tali qualità sono rare.