Torniamo a parlare della mitologia Shintoista e questa volta nello specifico, andremo a vedere una leggenda incentrata su Susanoo, divinità del vento e della tempesta.
Come saprete, avendo letto l’articolo precedente, Izanagi tornato dal regno di Yomi, andò immediatamente a purificarsi nell’acqua e dopo essersi lavato il viso nacquero tre importantissime divinità della religione shintoista:
- Amaterasu, incarnazione del Sole nata dal suo occhio sinistro
- Tsuuyomi, incarnazione della luna nato dal suo occhio destro
- Susano-o, incarnazione del vento (e della tempesta) nato dal suo naso
Abbiamo anche parlato di una delle leggende che vede protagonista Amaterasu, che si andò a nascondere in una grotta e che grazie alla divinità ame-no-uzume venne fatta uscire. Questa volta racconteremo una delle tante leggende che vede protagonista Susanoo:
SUSANOO E OROCHI
La storia si svolge nella provincia di Izumo, nome che deriva dalla dea Izanami, sepolta (secondo le leggende) sul Monte Hiba, nella prefettura di Shimane.
Dopo che Amaterasu venne fatta uscire dalla caverna dove si era rifugiata, Susanoo venne esiliato e si recò sulla terra, nella provincia di Izumo. Incontrò una coppia di nobili anziani: Ashinazuchi e la moglia Tenazuchi che piangevano insieme alla loro figlia, la principessa Kushinada. Colpito da tanta tristezza, chiesi il motivo di tanto dolore, e scoprì che ogni anno un drago chiamato Yamata-no-Orochi, dalle grandi dimensioni che aveva otto teste ed otto code, veniva a fare loro visita e si mangiava una figlia e Kushinada era l’ultima rimasta.
Colpito dalla bellezza di Kushinada, promise di aiutarli ma in cambio voleva in sposa la figlia; i genitori accettarono e a questo punto a Susanoo non restò che trasformare la principessa in un pettine magico e se lo infilò fra i capelli. Il dio del vento ordinò alla coppia di costruire intorno alla casa, un recinto con otto porte e di posizionare davanti a ogni singola porta, un tavolo con una botte di saké.
Il drago arrivò e dopo un attimo di perplessità, vide il saké (di cui era un grande bevitore) e ogni testa raggiunse una botte e la svuotò; intontito da tutto l’alcol in corpo, Susanoo parti alla carica e dopo un tremendo scontro, riuscì a uccidere il drago, tagliando le otto teste e le otto code. In una di queste code, recuperò una spada che chiamò Ama-no-Murakumo-no-Tsurugi che successivamente donò alla sorella in segno di riconciliazione.
La spada, ricomparirà in altri molti racconti mitologici e tra l’altro, costituisce uno dei tre tesori imperiali; gli altri due oggetti sono lo specchio che servì a far uscire Amaterasu dalla sua caverna e una collana che la dea del Sole ricevette in dono dal padre.