Disponibile dal 5 maggio, pubblicato da Sergio Bonelli Editore all’interno dell’etichetta Audace, Ritorno, ottavo volume de Il Confine, serie di Giovanni Masi e Mauro Uzzeo. Il volume brossurato, 80 pagine a colori in formato 22×29,7, sarà in vendita a 18 euro in libreria, fumetteria e negli store on line. I disegni sono di Bruno Cannucciari, i colori di Alessia Pastorello, mentre la copertina come sempre è di Lorenzo “LRNZ” Ceccotti.
Nelle puntate precedenti de Il Confine
Seguono SPOILER sui primi sette numeri de Il Confine. Se non li hai letti, meglio saltare questi paragrafi.
La vicenda si apre con le indagini sulla misteriosa scomparsa del pullman di una gita scolastica, vicino al confine tra Italia e Francia. I due investigatori, Laura e Antoine, si incontrano per la prima volta quando la morte del giovane Marco, figlio dell’albergatore, porta al ritrovamento del pullman, in un punto fuori dal percorso previsto: sul mezzo non ci sono persone, ma macchie di sangue e uno strano simbolo.
Compare anche l’autista, in stato confusionale, che afferma che non c’è più il confine. Nei diari recuperati ricorre il simbolo trovato sul bus e nel foglio del 4 dicembre la grafia “collassa”. I disegni tracciati dall’autista nella stanza d’ospedale convincono Antoine ad esplorare l’antico arco sul monte, dove realtà e tempo si incrinano: l’agente trova dodici scheletri e dalla neve emerge la professoressa scomparsa, Daniela Santino.
Un secolo prima, un gruppo di reduci della prima guerra mondiale girava tra i paesi raccontando le proprie imprese, affascinando in particolare il piccolo Aurelio e la giovane Maria, che coinvolse i soldati in un furto alla ricca famiglia del ragazzino. Scopriamo che la follia affligge il paese da molto tempo.
Nel presente, Laura cerca di interrogare Aurora, assente alla gita. L’anziano Aurelio impedisce al figlio Libero e al sindaco un affare che coinvolgerebbe il bosco. Abbiamo conosciuto i ragazzi, anche grazie ai messaggi via chat: molto ruota intorno al desideratissimo Pierre, Luca, figlio del sindaco, Aurora e Benedetta.
Pierre ha una relazione segreta con la professoressa Santino e riceve ordini da personaggi misteriosi. Insieme a Luca, organizza una festa sul Confine che ha conseguenze drammatiche.
Il paese partecipa al funerale di Marco. I due investigatori cercano di collegare la frase ripetuta dall’autista, “Morivano in dodici, ridevano in tredici”, con il ritrovamento di 12 scheletri, e il fatto che delle 13 persone partite, solo 11 restino disperse.
Nella stessa mattina della gita, gli anziani del paese non hanno potuto eseguire il rito dell’Omo di Legno, che pone fine all’inverno, perché interrotti dalla valanga: secondo Aurelio è colpa delle azioni dei ragazzi. Laura riceve una foto della gita dove compare anche un giovane che non fa parte della scuola.
Il commissario AugustoValenti ha fretta di chiudere le indagini, ufficializzando la morte dei ragazzi confermata dall’analisi del DNA, la quale però indentifica tra gli scheletri anche la professoressa e l’autista, tornati vivi in paese. Laura Denti smentisce l’ispettore e viene licenziata, ma prosegue le indagini con l’aiuto di Antoine Jacob, interessato allo sconvolgimento della montagna e delle stagioni.
L’aristocratico Aurelio ha una strana crisi e annuncia che “stanno tornando”, Elvira, Ginevra e Carmela iniziano un rito misterioso. Glauco riceve notizie sul figlio Marco, in cambio di un favore legato a Laura. Il fratello di Benedetta recupera l’automobile e il suo prezioso contenuto. Aurora sta per confessare ai genitori che cosa sa della gita dei suoi compagni, ma viene a sapere del ritrovamento degli scheletri. Nella notte, gli squarci della montagna emettendo forti luci in forma umana, dirette verso il paese.
Trama de Il confine 8
Dai boschi ricompaiono alcuni dei giovani scomparsi durante la gita al confine con la Francia: Stefone, Emma, Tina, Erik, Irene e Gloria. I sei appaiono profondamente turbati o assenti, poco lucidi, fisicamente e mentalmente slegati dalla realtà: si accumulano voci misteriose (in buona parte frasi che abbiamo letto nei volumi precedenti), riferite a eventi traumatici, legati anche a persone estranee alla gita. I ragazzi arrivano in paese, gli adulti gioiscono ma è immediatamente chiaro che chi è tornato è in condizioni mentali critiche, inoltre quasi metà classe manca all’appello.
Smentita dunque l’analisi del DNA, che attribuiva ai giovani gli scheletri ritrovati, Laura chiede a Valenti di essere reintegrata in servizio. Mentre la donna si oppone al pragmatismo del commissario, cercando di anteporre il ritrovamento dei ragazzi alle questioni pratiche e alla carriera del superiore, arriva la notizia che l’autista Valerio Curzi si è ucciso, poco prima della comparsa delle strane luci sulla montagna.
L’aristocratico Aurelio Gronchi mette a disposizione una struttura, assistenza medica ed economica per i ragazzi, che non parlano e sono ancora sotto shock. Cerca di evitare che Laura si avvicini ai giovani e chiede ai compaesani di fare in modo che sciagure come quella che ha colpito il paese non capitino più. Sveva ottiene dall’anziana madre la conferma del fatto che l’omo di legno, che ogni anno viene bruciato per porre fine all’inverno, non ha preso fuoco: il rito è stato interrotto dalla valanga, impedendo la fine dell’inverno e presumibilmente portando sciagura al paese.
Il fratello di Beatrice è coinvolto nel traffico di migranti che cercano di arrivare in Francia e vengono trattati in modo disumano: durante il trasporto a piedi oltre il confine, un uomo spara mettendo in fuga gli immigrati e il giovane vede la figura evanescente di sua sorella. Valenti chiede aiuto al cugino francese per trovare i 5 ragazzi ancora dispersi, ma riceve solo un ulteriore invito a evitare Laura Denti.
Dopo le recenti incomprensioni, Glauco e Laura si riappacificano, ma l’uomo la spia per conto di chi gli ha promesso informazioni sul figlio Marco. Nonostante le perplessità e i timori, Antoine si fa convincere da Laura ad andare a cercare nella radura i 5 ragazzi mancanti, purché si rimanga distanti dal romitorio. Pietro “il folle”, l’uomo che vive di fianco alla montagna e cerca di ascoltarne le voce, su indicazione di Aurelio ha trovato Benedetta nella radura: la tiene legata in casa e la ferisce gravemente, proprio mentre arriva l’anziano a reclamare la ragazza.
Arrivati alla radura, Antoine e Laura vedono le figure evanescenti dei ragazzi, compresa Benedetta mentre viene trovata da Marco.
Sviluppo
Negli approfondimenti al fondo del volume, gli autori spiegano il senso dell’apertura del volume. Racconta Giovanni Masi:
“L’
incipit di questo volume è quantomeno anticonvenzionale […] l’obiettivo narrativo non era soltanto raccontare il ritorno a casa di una parte dei ragazzi, ma soprattutto restituire il loro senso di confusione e smarrimento […] una sequenza profondamente visionaria che se la prende comoda, rallenta il ritmo e infine confluisce in quello che, paradossalmente, diventa uno degli episodi più investigativi ed equilibrati de Il Confine”.
Aggiunge Mauro Uzzeo:
“Il prologo potrebbe aver spiazzato non pochi lettori, ma a conti fatti in quelle dodici tavole non accade niente di così sconvolgente […] Il nostro gioco consiste nel rappresentare la realtà per com’è, mettendola tuttavia leggermente fuori registro. Arrivare al perturbante incrinando la norma senza stravolgerla, condurre all’inquietudine tramite lo straniamento […] La lezione implicita nell’opera di H.P. Lovecraft, secondo cui dietro ogni evento all’apparenza impossibile può nascondersi
un motivazione logica ma che sfugge alla via della razionalità.”
I due sceneggiatori portano avanti il racconto senza svelare troppo, approfondendo alcune vicende personali più della trama principale, nonostante il cliffhanger che chiudeva il settimo volume e il ritorno in paese di metà dei ragazzi.
Dopo l’alternanza del volume precedente tra i disegnatori Emanuele Contarini e Bruno Cannucciari, questo capitolo è affidato interamente al secondo, mentre alla colorazione Alessia Pastorello succede nuovamente ad Adele Matera.
Ne viene fuori di nuovo un racconto stilisticamente “sobrio”: i disegni sono sostanzialmente realistici, molto dettagliati ed efficaci nel rappresentare le espressioni dei personaggi, ma i maggiori guizzi vengono dalla composizione delle pagine, con griglie molto variabili e spesso poco tradizionali. Il tratto e la colorazione hanno una sostanziale omogeneità nel corso del racconto.
Gli autori sottolineano come ad essere incentrato sul tema del ritorno sia proprio il volume 8 (numero che in orizzontale rappresenta l’infinito, l’eterno ritorno), con un racconto che abbonda di ripetizioni e segna un nuovo inizio, una “riformulazione del mistero”: metà dei ragazzi sono tornati, che ne è degli altri? Che cosa c’è dietro i loschi movimenti di tanti protagonisti e nel passato del paese?
LRNZ spiega la tecnica particolare usata per realizzare la cover:
“Per ottenere un effetto di sbalestramento oniroide in questa copertina […] Il disegno è realizzato a strati, su due fogli diversi: uno composto al 100% da cotone pressato a caldo per ottenere dei grigi morbidi e dettagliati, uno di mylar (un materiale semitrasparente grigiastro) per i toni più scuri e i neri”.
Il prossimo volume, Il marchio della carne, sarà disegnato da Carlo Ambrosini e approfondirà l’infanzia di Aurelio, la maledizione e le sventure della sua famiglia, le premonizioni su quel che sarebbe successo.