Da alcuni anni ormai, Luigi Alfredo Ricciardi, delegato della Regia Polizia è una presenza fissa nel catalogo Bonelli e sulle nostre pagine; dopo avere trasposto i romanzi fin qui usciti e alcuni racconti usciti in passato, in Il Viaggio di una rosa e altre storie ci troviamo a leggere sei racconti brevi differenti tuttavia da quanto visto finora.
L’idea di base nasce da quella che De Giovanni definisce la “polifonia di Napoli”, di una città impossibile da raccontare senza tenere conto di quella mescolanza di genti, sentimenti e pulsioni che da sempre sono alla base delle storie del commissario malinconico creato dallo scrittore partenopeo.
I protagonisti sono gli altri
Le storie proposte nel volume, come dicevo, sono diverse dal solito perché quasi tutte si concentrano sui comprimari di Ricciardi; il commissario rimane sullo sfondo, quando addirittura non è del tutto assente, consentendoci di scoprire qualcosa in più sui personaggi che abbiamo cominciato a conoscere e apprezzare .
In Lo spirito giusto, mentre Ricciardi indaga su un delitto che lo metterà come spesso a cade a confronto con la disgustosa depravazione di cui può umano, il lettore rimane a casa impegnato in una conversazione con la fu Rosa, insostituibile tata del commissario sostituita dalla nipote Nelide con cui per certi versi continua ad avere un collegamento che le consente di non lasciare solo Ricciardi che per lei è stato come un figlio.
Ancora più struggente è il racconto che da il titolo al volume, Il viaggio di una rosa: la protagonista è proprio una rosa che, appartenuta ad una giovane fioraia assassinata per errore, passa di mano in mano offrendoci degli scorci della variegata umanità tanto cara a De Giovanni, non necessariamente fatta da assassini e delinquenti ma composta anche da vite infelici in cui l’amore è l’unica luce.
Qui l’amore, nonchè l’ultimo viaggio della rosa, è quello tra una giovane servetta e un aitante muratore; un amore che sembra preso da una ballata di Fabrizio De Andrè, che nasce tra gli umili e non è destinato ad un lieto fine.
I due giovani infatti si sposeranno prima della morte di lui, che avviene a seguito di un incidente sul lavoro, proprio quando erano sul punto di partire verso gli Stati Uniti, in cerca di speranza e una vita migliore.
Il vento cambia è invece a sua volta una raccolta nella raccolta, che contiene uno dei temi più cari a De Giovanni, ovvero quel mutare delle stagioni che cambia solo la città ma non l’animo degli uomini.
Nei capitoli che compongono il racconto che prendono il nome dai venti, forieri di buone notizie o cattivi presagi, il protagonista è il brigadiere Raffaele Maione da sempre spalla del commissario, accompagnato per l’occasione dal figlio Luca.
Sappiamo già che il giovane è destinato ad una tragica fine, ma qui lo vediamo intento a seguire le orme paterne da ragazzo assennato prima e giovane agente poi mentre Ricciardi è appena arrivato alla questura di Napoli è appare a tutti come una persona un po’ svitata, con le sue indagini fatte di osservazioni silenziose e riflessioni sul luogo del delitto.
Maione non sa e non saprà mai del “Fatto”, come lo chiama Ricciardi, ma a poco a poco si abituerà alle stranezze del suo superiore, intuendo anche qualcosa sulla sua capacità particolare. Ma ci vorrà ancora tempo rispetto ai racconti che leggiamo qui.
L’ultima storia della raccolta, La guerra di Modo, apre un interessante spaccato su Bruno Modo, l’anatomopatologo amico di Ricciardi che finora ci era stato presentato come personaggio leggero e volutamente sopra le righe, antifascista e frequentatore di bordelli incallito.
Qui scopriamo una pagina oscura della vita del dottor Modo, giovane medico inviato al fronte durante la Prima Guerra Mondiale che in quell’inferno trova l’amicizia e l’amore per poi perdere tragicamente entrambe in un’esperienza che indubbiamente lo segna.
Segnali di stile
All’opera su Il viaggio di una rosa troviamo delle vecchie conoscenze sia di Bonelli che di Ricciardi come Daniele Bigliardo, Luigi Siniscalchi e Alessandro Nespolino.
Lo stile adottato da tutti i disegnatori è ormai quello consolidato per la serie, il lettore passa da una storia all’altra con estrema disinvoltura e senza soluzione di continuità, godendo disegni realistici che ben rievocano le atmosfere dei romanzi di De Giovanni.