Forse perché è stato inflitto ad almeno sei generazioni, il romanzo storico di Manzoni conta le più disparate parodie, musicali e non. I Promessi Paperi, disegnato da Giulio Chiercini, è una delle rivisitazioni in chiave paperopolese più famose. Pubblicata in accoppiata ai Promessi Topi, è tuttavia quella più citata delle due.
Vediamo come diventa il romanzo quando la famiglia dei paperi veste i panni dei milanesi del 1600. Questa è un’altra delle nostre recensioni di più larghe vedute, assieme a cui ricordiamo:
I Promessi Paperi, l’ironia regna sovrana.
La divina provvidenza e in generale l’aspetto religioso sono inesistenti in questa parodia, che si mantiene su toni molto più ironici e leggeri. La trama vede sempre Renz…Paperenzo Strafalcino e Lucilla Paperella vittime delle brame di don Paperigo (si capisce dai), ma le circostanze cambiano.
Dato che il temibile don è zio Paperone, le sue mire non sono affatto sulla bella Lucilla. Il signorotto vuole semplicemente liberarsi della scocciatrice di Monza (non più monaca) che vuole sposarlo. E le nozze si hanno da fare…ma tra Paperenzo e Gertruda (Brigitta), in modo che quest’ultima lasci perdere il don.
Inutile dire che Lucilla (Paperina) non approva affatto questo matrimonio di convenienza. Il povero Paperenzo le prova tutte per risolvere la spinosa situazione. Dal dottor Mescolaintrugli, più disponibile ma anche più impacciato della sua controparte romanzesca, fino al Mainomato (Rockerduck).
I Promessi Paperi evita anche la componente più drammatica con un semplice cambio di vocale. Anziché la peste a Milano esplodono…le poste. E don Paperigo non viene contagiato bensì tassato per tutto il denaro mai dichiarato (forse era meglio la peste a questo punto…). Ma la sua sorte sarà anche peggiore: una volta scontata la pena di evasione (fiscale) Gertruda è pronta a riproporsi…
I Promessi Paperi: la scelta delle controparti.
Paperenzo Strafalcino: Paperino, e chi altrimenti? Come carattere i due si assomigliano pure: di buona indole, ma molto permalosi. Forse Paperenzo è più docile del protagonista del romanzo, dato che mai arriva a minacciare qualcuno sul serio. Una curiosa aggiunta è il mandolino che ha sempre dietro.
Lucilla Paperella: come sempre a fianco di Paperino c’è la fidanzata storica. Ma tra Paperina e Lucia c’è un abisso: la prima poco paziente e autoritaria, la seconda remissiva e timida. Inutile dire che Paperenzo è vittima di Lucilla quanto del don. Cambiare il carattere della ragazza però fornisce ottime uscite comiche.
Don Paperigo: Paperon de’ Paperoni. Una delle poche storie in cui si distacca dal ruolo di zio o parente per diventare il persecutore di Paperino. Avaro fino all’inverosimile e oggetto del desiderio di Gertruda, che però detesta. In effetti don Rodrigo però tra tutti i suoi difetti non aveva un eccessivo attaccamento al denaro…
Gertruda: chi può tormentare Paperone se non Brigitta? La monaca di Monza qui diventa l’aspirante promessa sposa del temibile signorotto. In effetti, non è mai chiaro chi effettivamente siano I Promessi Paperi di cui si parla.
I bravotti: per assonanza o per sarcasmo, gli sgherri di don Paperigo sono interpretati dalla banda Bassotti. Il tradimento alla fine non giunge certo inatteso.
Il Mainomato: Rockerduck, collaboratore suo malgrado di don Paperigo. La sua malvagità non conosce limiti. Per indurre Paperenzo (e non Lucilla) a collaborare arriva a fargli ascoltare del pessimo rock a tutto volume.
Ma all’appello manca…
…frate Cristoforo. La parodia del romanzo non lo sostituisce neppure, dato che la piega che prende la storia ha poco a che vedere con la chiesa. Infatti il temibile Mainomato non si converte, ma ricordandosi dell’invidia per Paperigo viene meno ai suoi obblighi. Non si rende quindi necessario neppure l’intervento del cardinale Borromeo.
I Promessi Paperi mantiene come comparsa solo la figura di don Abbondio (Cicciondio). Da parroco diventa tutore di Gertruda, che lo tiene appresso come scorta (il suo appetito vorace lo rende un ospite da temere…).