Collezionare carte Pokémon era una delle mode tra i più giovani soprattutto tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000. La febbre degli aspiranti allenatori si giostrava tra i pacchetti in edicola e i giochi per Game Boy, poi passati sulla console Nintendo.
Ma se ora gli album con le tasche trasparenti per le carte sono sepolti in fondo ai cassetti, c’è chi ha investito a tal punto in questa passione che ora ne sta traendo guadagno. Il franchise ora punto soprattutto su videogiochi e film, e le carte per alcuni sono già reperti per cui spendere diversi soldi.
In America i Pokémon hanno infatti dato una grande opportunità allo studente di medicina Caleb King, che ha rivenduto parte della sua collezione per 80.000 dollari. Una bella rivincita sui rimproveri dei genitori, che hanno sempre considerato il suo hobby come uno spreco di denaro.
Caleb è iscritto all’università della Georgia, e i soldi guadagnati li ha spesi per la retta scolastica. La sua passione gli ha permesso di compiere i primi passi per diventare un chirurgo ortopedico, la professione a cui aspira già da ora.
Al momento Caleb possiede ancora carte Pokémon per un valore di 50.000 dollari, che torneranno sicuramente utili nel prossimo futuro.
Pokémon Card Trading Game
Le prime carte ispirate ai giochi e all’anime furono prodotte dalla Media Factory nel 1996, monopolio che poi passò alla compagnia ufficiale nel 2003. Nel 2020 risultano vendute almeno 30 miliardi di carte nel mondo, tra collezionisti e giocatori.
La rarità del pezzo di cui si è in possesso è facilmente valutabile dal simbolo in nero che si trova nell’angolo in basso a destra. In particolare:
- un cerchio indica una carta comune.
- un triangolo o un diamante indicano una carta di valore medio.
- una o più stelle indicano una carta rara o molto rara.