La casa editrice nostrana J-POP è impegnata da tempo nell’edizione dei capolavori di Moto Hagio, esponente di spicco del Gruppo 24, considerata una delle fondatrici del manga shōjo e del filone shōnen-ai. Dopo aver portato in Italia Il cuore di Thomas, Il clan dei Poe, Marginal e Barbara, arriva un ulteriore tassello della sua ricca produzione: il volume Hanshin – La Dea dimezzata, già annunciato qui, che raccoglie 12 storie brevi scritte tra il 1975 e il 1990.
I racconti del volume
“La bambina iguana” esplora i temi dell’identità e del rapporto tra madre e figlia attraverso la storia surreale di Rika, dietro cui si nascondono vicende autobiografiche per ammissione della stessa Hagio. Tutti la vedono come un’umana ma agli occhi della madre appare con le fattezze di un’iguana antropomorfa: da qui le difficoltà della donna di amare la figlia e, di conseguenza, i complessi psicologici e di inferiorità che quest’ultima matura nell’adolescenza e nell’età adulta. Solo alla fine del racconto Rika riesce ad aprire gli occhi e a lasciarsi alle spalle la scarsa autostima provata per tutta la vita a causa della madre.
“Imitando gli angeli” si apre con un tentativo di suicidio dell’adolescente Tsugiko. La ragazza viene soccorsa da un parroco e da Shiro Oda, che per un caso del destino si ritrova a insegnare biologia nella stessa classe di Tsugiko. Il rapporto tra l’alunna e il professore si fa sempre più stretto e porta alla luce un dettaglio sconcertante del passato di lei.
In “La medicina per andare a scuola” il liceale Katsumi vede improvvisamente le teste delle persone attorno a lui sostituite da computer, sandwich, uova, libri e altri strani oggetti. L’unica compagna di cui riesce a vedere senza problemi le fattezze umane è Nakagawa, che a un certo punto gli offre una strana medicina rinvigorente. Da quando inizia ad assumerarla, Katsumi eccelle nello studio e diventa uno studente modello, ma non tutto è rose e fiori.
“Il falso re” è ambientato in un mondo immaginario dalle atmosfere mediorientali. Un giovane viaggiatore di poche parole e dal passato misterioso incontra un viandante cieco che afferma di essere il re di Valoo Faloo, privato del potere e orrendamente mutilato: sono solo sproloqui di un folle? O si tratta davvero del dissoluto monarca che fu esiliato anni prima per farsi carico di tutti i peccati del regno? E cosa lo lega al giovane protagonista?
“La serra” è un racconto di amore e orrore gotico incentrato sui fratellastri Lange e Jose. Mentre i genitori sono all’estero in viaggio di nozze, i ragazzi trascorrono l’estate nella residenza di campagna, ignari dello spirito che dimora nella serra. Ma non passa molto tempo prima che la presenza sovrannaturale si frapponga nel rapporto tra Lange e Jose.
“Marine”, frutto della collaborazione con Takako Imazato, è la triste e malinconica storia di Abe, un bambino di umili origini che incontra la misteriosa Marine, se ne innamora e decide di fare qualsiasi cosa sia in suo potere per sposarla. Negli anni Abe riesce a costruirsi una carriera come campione di tennis, ma un ulteriore ostacolo si frappone sul suo sogno d’amore: Marine è promessa sposa a un altro uomo. Alla base del racconto c’è il film Il sogno di Jennie del 1948, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Nathan.
Un adolescente problematico è anche al centro di “Il bambino torna a casa”, racconto che ruota attorno a una famiglia scossa dalla morte del piccolo Yu e ai sensi di colpa del fratello maggiore, Hide. Ancora una volta è presente un elemento sovrannaturale, rappresentato dal fatto che Hide continua a vedere lo spirito del morto. O forse è solo una sua suggestione?
“Lo yukata cucito da Sayo” è una storia delicata e intimista, in cui la quattordicenne Sayo cuce il proprio yukata e ricorda quando lo faceva insieme alla madre tragicamente scomparsa.
Chiude il volume “L’amico K”, quasi totalmente privo di azione o di dialoghi, in cui uno studente delle medie ricorda la rivalità con un compagno più bravo di lui.
Valutazione dell’opera
Quasi sempre i protagonisti sono giovani , liceali o addirittura bambini, che si affacciano sulla vita colmi di insicurezze e di scarsa autostima. Anzi, molto spesso il dramma scaturisce proprio dalle difficoltà di affrontare gli ostacoli che il mondo della scuola, del lavoro e delle relazioni interpersonali mette loro di fronte.
I racconti spaziano tra molti generi: storie quotidiane si alternano ad altre di argomento fantastico, come “Il falso re”, od orrorifico, come “La serra”, anche se i lavori più interessanti sono quelli che innestano elementi surreali e grotteschi in un contesto realistico, come avviene in “La bambina iguana” o “Marine”.
Il tratto di disegno della Hagio è delicato e aggraziato, mostra una grande cura al dettaglio nei ritratti dei personaggi, ugualmente per quelli maschili e femminili, e nei primi piani. Purtroppo questa stessa attenzione non è sempre presente negli sfondi, minimali o addirittura assenti in numerose vignette.
La qualità dei racconti è, alla luce della varietà di situazioni narrate e del fatto che sono stati pubblicati nell’arco di un quindicennio, abbastanza variegata. Ci sono storie gradevoli ma prive di un vero guizzo, che si lasciano leggere ma non colpiscono davvero l’animo del lettore, così come racconti in cui la scrittura incanta e stupisce. Nei suoi esiti più felici, la Hagio riesce a creare storie di un certo respiro in cui non mancano colpi di scena ben calibrati, mai introdotti all’improvviso ma sempre costruiti con una graduale presentazione degli elementi. Nel complesso, anche quando non è particolarmente ispirata, la Hagio riesce a creare storie delicate che toccano abilmente le corde del cuore.