In questa serie di articoli commenteremo settimanalmente gli episodi di Haikyuu!! in corso di trasmissione in Giappone e in streaming su diverse piattaforme, come Paramount e Netflix.
Si parla della stagione in corso e degli episodi appena trasmessi, quindi tutto il contenuto è da considerarsi SPOILER per chi non fosse in pari con la serie e con gli ultimi episodi. Se ne sconsiglia quindi la lettura, a meno di essere particolarmente masochisti.
Dopo questo avviso, possiamo iniziare!
L’episodio 21 affronta la questione Rintaro, centrale dell’Inarizaki che ha dato del filo da torcere a Tsukishima, grazie alla sua estrema mobilità che gli consente ti trovare angoli di attacco estremi per aggirare il muro. Ma, come ci ricorda coach Ukai, in campo ci sono sei persone e la difesa è un compito condiviso tra tutti.
Il gigante del Karasuno tende a ragionare al singolare, mettendosi al servizio della squadra ma con un occhio alla prestazione personale. In questo caso, in questa partita come in tante altre, non è possibile battere l’avversario uno contro uno, è necessario affidarsi ai propri compagni.
Questo è l’ennesimo caso in cui Haruici Furudate, autore di Haikyuu, riesce a sottolineare alcuni degli aspetti della pallavolo in modo coinvolgente e senza ricorrere a noiose spiegazioni. Uno degli assunti fondamentali di questo sport è proprio che i sei giocatori in campo si assumono la responsabilità di non far cadere la palla nella propria zona di competenza.
Questo significa, a volte, avviare un confronto singolo con l’avversario, ma nella stragrande maggioranza delle situazioni bisogna pensare soltanto al pallone, non ai giocatori. Dopotutto esiste una rete che divide i due campi e le due squadre. Dovrebbe essere quindi molto evidente come il centro del gioco non sia prevalere sul singolo, ma lavorare di squadra.
Nelle situazioni di muro, quando per una serie di ragioni non è possibile cancellare ogni traiettoria possibile, non rimane altro che limitare il corso del pallone. Andando a coprire una porzione di campo, all’attaccante non rimarrà che indirizzare il pallone all’interno di un’area differente, dove un compagno sarà pronto ad occuparsi del problema (una tattica che aveva già ben funzionato ai tempi dello Shiratorizawa).
Come sottolineano i membri del Nekoma sugli spalti, nella pallavolo prima o poi si subiscono punti, quindi non esistono colpi segreti super efficaci da usare una sola volta per raggiungere l’obiettivo decisivo, come si può vedere in altri sport. Risulta quindi evidente che più un avversario è forzato a trovare una particolare soluzione, più risulta prevedibile. Alla fine sarà possibile trovare una contromisura a qualunque attacco.
Anche questo è un rimando a tutte quelle situazioni in cui la strana coppia Hinata-Kageyama si era sentita troppo sicura del loro attacco fulmineo, solo per vederselo murato da bloccatori esperti, capaci di valutare nel tempo cosa fare per neutralizzarlo.
Nello sport la versa crescita si ottiene mettendo a frutto la propria esperienza, e questo ci viene continuamente ricordato all’interno dell’anime, in un modo o nell’altro.
Se i giocatori in campo ce la mettono tutta, anche la panchina prova a fare la sua parte. E’ il turno di battuta di Kinoshita, che elabora un’ottima battuta flottante, ma i gemelli Miya sono più che abituati a questo genere di battuta e il contrattacco non tarda ad arrivare. E’ già il momento di tornare in panchina. Come lui stesso valuta uscendo dal campo, tutti danno il proprio contributo, ma non tutti hanno la capacità di incidere in modo determinante sul campo.
Il time-out dell’Inarizaki offre l’occasione per un simpatico siparietto. Nishinoya sente di dover condividere con la squadra i ricordi del passato, nel tentativo di affrontare i problemi avuto nel set precedente. La paura aveva preso il sopravvento, ma come diceva sempre suo nonno: la paura è una perdita di tempo. Se proprio qualcosa è veramente pauroso, basta farsi aiutare.
Neanche il tempo di riprendersi ed è già il turno di battuta di Atsumu Miya, che fino a questo momento ha terrorizzato la ricezione dei corvi. Questa volta il piccolo libero riesce a superare i suoi timori, permettendo ai compagni di sfruttare un attacco sincronizzato per ribaltare subito la situazione.
La seconda parte dell’episodio ci porta sul viale dei ricordi dei gemelli, ai tempi in cui hanno cominciato a mostrare abilità e concretezza. La differenza tra i due si poteva notare in un’importante caratteristica. Atsumu, una volta conquistata la posizione di palleggiatore, ha sviluppato una competitività che lo ha messo in una posizione simile a quella del Re del campo, ovvero il Kageyama delle scuole medie, un regista incapace di dialogare con i propri compagni, non ritenuti degni di eseguire quanto richiesto per vincere. Proprio in quel periodo suo fratello Osamu, constatato questo aspetto, prende invece la decisione opposta, ovvero quella di rimanere umile e tranquillo. Nonostante questa differenza di approccio, i due si controllano sempre a vicenda, ancorando i rispettivi pregi in un’ottica di crescita. E alla fine, quello che conta è la passione per lo sport.
Questa stagione alterna scene sul campo e momenti del passato, ragionamenti su tattiche e riflessioni sulle motivazioni personali. Il manga alterna queste cose ad un ritmo molto veloce, per evidenziare la maturazione di tutti i giocatori, di tutte le squadre. Per approfondire i motivi per i quali sono venuti a trovarsi in questa situazione, a giocarsi il titolo nazionale. E non dimentichiamo i mille momenti di foreshadowing, distribuiti su tutta la stagione ma particolarmente concentrati in questo episodio (la passione di Atsumu vs la calma di Osamu, la capacità del primo di operare alzate straordinariamente veloci in condizioni estreme, la rivalità con Kageyama).
Si tratta di un viaggio sul viale dei ricordi, o un anticipo dei saluti finali di questo torneo?